Attualità

Obbligo scolastico già a tre anni?

di Silverio Lamonica

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Insegnavo già da diversi anni nella scuola elementare (oggi scuola primaria di primo grado) quando l’attuale Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, vide la luce in quel di Siracusa, nel non lontano 1982; già da cinque anni – prima di quella data – erano operative a Ponza ben 3 sezioni di scuola materna statale (2 a Santa Maria e 1 a Le Forna) grazie all’Amministrazione del Sindaco Mario Vitiello che ne fece richiesta, appena si insediò nel 1975. Le tre sezioni affiancarono “l’Asilo Ciro Piro” che già esisteva da alcuni decenni, nei locali attigui alla Chiesa della Santissima Trinità.

Tra le pagine del Messaggero di ieri 15.02.2020, pag. 15, leggo “L’asilo diventa obbligatorio, il governo studia la svolta”.

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Sinceramente è un provvedimento che mi piace e mi convince. Soprattutto oggi, i bambini hanno bisogno di socializzare fin dalla tenerissima età, attratti come sono dagli attuali mezzi multimediali: tendono a rimanere ore ed ore incollati al computer o ai palmari, isolandosi dal resto del mondo.

Ricordo ancora i drammi del primo giorno di scuola (anni ’70, ’60 o giù di lì): bimbi e bimbe di sei anni recalcitranti che, tra i pianti, non intendevano staccarsi dalle gonne delle mamme, nel modo più assoluto.

Col passare degli anni e con la diffusione capillare dell’allora scuola materna statale (oggi scuola dell’infanzia) i traumi del primo giorno di scuola elementare cominciarono a scemare per poi sparire del tutto.

Quindi ben venga l’obbligo della frequenza scolastica fin dai tre anni. Di certo ciò comporterà una serie di provvedimenti da emanare e spese ulteriori da affrontare per lo Stato e per gli Enti Locali preposti, Comuni in primis. Occorrerà potenziare l’edilizia scolastica, specie nei grandi comuni, rendere la mensa scolastica fruibile da parte di tutti (sarebbe assurdo e terribilmente discriminatorio prevedere sezioni antimeridiane con l’entrata alle 9 e l’uscita alle 12,30 – 13 per i “meno abbienti”). E poi altre spese correnti che ogni scuola dovrà sostenere: dalla cancelleria ai sussidi didattici e così seguitando.

Suppongo che tale saggio provvedimento si attuerà per gradi: si inizierà, magari, col renderla obbligatoria a 5 anni, l’anno successivo a quattro e infine a tre anni. Però ritengo che sia una riforma provvidenziale che assolutamente va attuata.

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