Attualità

Epicrisi 265. Anche l’abbondanza può essere un castigo di Dio

di Rosanna Conte

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Che settimana, ragazzi! E’ vero che si dice “Piatto ricco, mi ci ficco”, però forse quando è troppo ricco si corrono dei rischi. Rimbocchiamoci le maniche e cominciamo.

Non si può non iniziare che dall’articolo della nostra direttora sul compleanno di Ponzaracconta (Nove anni da raccontare: ecco Ponzaracconta). E’ bellissimo, e rispecchia in pieno lo spirito e lo stile del nostro sito; la ricchezza di temi e articoli di questa settimana ne sono il giusto corollario.

Strettamente locali sono l’articolo di Silverio Lamonica (Banche e Poste, chi chiude e chi apre), quello di Marcello Rosario Caliman, segnalato dalla Redazione, sulla riduzione-costi dei biglietti per i nativi e coniugi e figli di ponzesi, residenti altrove per motivi di lavoro – Ponza-Ventotene, Laziomar deve rispettare i coniugi residenti, con gli interessanti commenti che l’arricchiscono; più recente quello sul Piano Regolatore Portuale, che vede gli interventi critici di Franco De Luca, Enzo di Fazio, e le osservazioni poste da Carlo Marcone sul piano istituzionale in quanto protocollate come delegato e consigliere comunale.

E’ certamente questo un tema fondamentale per l’isola e le osservazioni critiche sono giustamente fondate.

A Formia, come abbiamo appreso dalla Rassegna Stampa, l’amministrazione comunale alle prese con lo stesso problema ha seguito una strada diversa e molto più inclusiva. Carlo Marcone, tra l’altro, pone dei problemi concreti legati alla gestione del territorio, alla sua fruibilità a livello di efficienza e alla ricaduta sul tessuto economico dell’isola. Di sicuro lo spazio previsto per lo sbarco è molto limitato e lì c’è anche il depuratore che, a dire la verità, non si sa perché sia stato fatto in pieno porto e vicino al centro abitato.
Il fatto che questo Piano venga da molto lontano e dopo tante traversie non è detto che deponga a suo vantaggio. Anzi, potrebbe essere stato rattoppato diverse volte a seconda dei cambiamenti avvenuti nella realtà socio-economica gravitante sul porto. A me, profana e incompetente, fra scogliere e pontili arriva l’impressione di un sovraffollamento piuttosto insopportabile che non tiene conto del grande via vai che in tutte le ore del giorno è presente nel porto in piena estate.

Oltre a temi importanti la comunità locale ha potuto trovare nei nostri articoli anche i riferimenti sportivi sulla vittoria delle ragazze del Basket ponzese a Sora di Paolo Iannuccelli, nonché le triste notizia che un’altra ponzese – Rosalba D’Arienzo – se n’è andata, e questa volta in un’età francamente troppo giovanile.

Gradevoli e, apparentemente leggeri, sono gli articoli di Franco De Luca e di Pasquale Scarpati sulla Ponza e i ponzesi di una volta. Ricordi di un adolescente alla scoperta dei luoghi, il primo: (È ‘nu cunto…(5). Lord Bentink) -, ricordi di un bambino di un’epoca che fu, i racconti di Pasquale:  ‘A pennelazione), Nostalgia!? Forse sì…forse no…


…E certo che si attraversava a nuoto il porto, una volta! E una volta potevi anche recarti a nuoto dalla Caletta fino ai faraglioni della Madonna passando là dove adesso sarebbe un suicidio sicuro avventurarsi, perché è il passaggio per tutte le barche. Anche io ci andavo in gruppo con i miei amici.
Non parliamo dei ricordi di Pasquale! Io ne ho fatte tantissime di pennelazioni perché fino all’adolescenza sono stata soggetta alla tonsillite e, vi dirò, le gradivo perché mi alleggerivano il dolore. A me, le faceva mio padre: era lui il medico di famiglia. Ricordo anche una pomata puzzolente che mi spalmava dietro le orecchie, probabilmente quando presi gli “orecchioni”. Mia madre era l’addetta alle pezze di lana riscaldate col ferro o vicino al lume a petrolio. Ho ancora nel naso la puzza della lana bruciacchiata.

Ma Pasquale passa anche a temi di carattere generale come i fatidici anni ’80, quelli da cui venne fuori Bettino Craxi (Il tempo di Bettino), o come la scuola – I modi e i tempi della scuola: gli insegnanti (1) e (2) – o meglio i tempi che dovrebbero essere rispettati per un vero apprendimento e che sono stati falcidiati dai continui cambiamenti avvenuti negli ultimi venti anni sotto l’eufemistico termine di “Riforme”.

E fra i temi generali entra l’attualità con la rabbia per l’ennesimo femminicidio (Ma non eravamo l’altra metà del cielo?) di Adriana Terzo che acquista più spessore pensando all’alta qualità che le donne sanno mettere nel loro lavoro. Pensiamo alla scoperta delle dottoresse dello Spallanzani (Anche una “figlia di Procida” contro il coronavirus).

Non mancano gli avvisi utili alla comunità dalle variazioni alle corse della Laziomar, al Concorso per le scuole indetto da la Repubblica, alla messa in onda nella trasmissione Kilimangiaro di un servizio su Ponza, alla partecipazione a rassegne eno-gastronomiche.
Gratificante è sempre il riconoscimento dei prodotti di Ponza: cosa che avviene spesso col vino delle Antiche Cantine Migliaccio e questa volta la sua descrizione è proprio da esperti assaggiatori di vini (I vini da non perdere)

Non potevano mancare articoli che inclinano al letterario, dal bellissimo racconto di Sandro (Per la piccola zia. Racconto breve) alla presentazione del volume sugli irriducibili del periodo fascista (I giovani ribelli che sfidarono Mussolini).
Da non trascurare il racconto di Franco De Luca, trasposizione del ricordo di Franco Francavilla sull’introduzione dei mufloni a Zannone (Notizia bomba), seguito dal commento di Biagio Vitiello basato su ragionevoli contestazioni.
Bello anche il racconto di Dante Taddia – Er panettone de Sanbiaggio -, come delizioso è il filmato sui gatti delle isole.

La Rassegna Stampa della settimana ci porta notizie che interessano direttamente Ponza con l’adesione del nostro comune alla campagna contro le cicche per strada, l’assoluzione di Vigorelli dall’accusa di abuso d’ufficio, l’informazione che l’Ospedale Dono Svizzero è stato dotato di una macchina per la risonanza magnetica e ciò rende meno pesanti le traversie dei ponzesi costretti a fare questo esame, i problemi connessi alla pesca, nonché una bella pubblicità sulla scoperta del nostro mare fatta affittando barche.

Dal territorio regionale oltre alla già citata condivisione del Progetto del Piano Regolatore Portuale che merita la nostra attenzione, interessante è il percorso che si sono ritagliate le Sardine laziali sul territorio per sollecitare nei cittadini il risveglio delle coscienze. Non so che fine farà questo movimento ma, secondo me, una sollecitazione a non farsi abbindolare dalla facile demagogia caciarona sovranista era necessaria, e non poteva venire dall’establishement dei partiti che hanno depauperato la politica della sua anima. Incapaci di dare risposte politiche, hanno scelto di correre dietro al potere esasperando le paura che deriva dalle incertezze e dell’assenza di tutele di larghi strati della popolazione, senza nemmeno cercare di risolvere i veri problemi: assenza di lavoro e di tutele, impoverimento dei ceti medi e arricchimento sfrontato dei già ricchi, incertezza della pena per chi ha commesso reati e così via.
E’ facilissimo agire come il pifferaio magico tra chi ha paura e cerca qualcuno che promette soluzioni, perché chi ha paura crede in qualsiasi cosa per essere tranquillizzato. Riesce a mettere a tacere anche la propria coscienza che forse gli sussurra che gli esseri umani sono tutti uguali e che se ad alcuni riservi un diritto che togli agli altri, stai venendo meno ad uno dei principi morali fondamentali: stai decidendo che gli altri non sono uomini e donne, ma esseri inferiori.

La Rassegna Stampa, oltre che l’imbrattamento della lapide per le vittime delle foibe a Pomezia, azione altamente riprovevole, ci riporta l’iniziativa del comune di Itri di ricordare la tragedia delle foibe accostandola alla Shoah. Spero che sia l’occasione per evidenziare la loro diversità.
La Shoah è stata la pianificazione, da parte di uno stato, della distruzione di milioni di persone determinata dalla loro appartenenza etnica, contrabbandata come razza, e realizzata mediante l’azione quotidiana di persone che si astenevano dal dare un giudizio morale su quanto facevano.
La tragedia delle foibe, è cosa ben diversa in quanto determinata molto dal ribellismo spontaneo della popolazione con cui s’intrecciarono reazioni di guerra e azioni sommarie, all’interno di una lotta, anche partigiana, in cui la nazionalità coincideva con l’ideologia.
La strumentalizzazione politica, specie nei momenti in cui si è fatto leva sul nazionalismo, come accade oggi, tende sempre a prevaricare la ricerca storica. Ambedue i fenomeni devono far molto riflettere. Nel caso della Shoah il male si è fatto scaricandosi di ogni responsabilità, nella tragedia delle foibe chi ha agito non ha attribuito ad altri la colpa o non si è scusato dicendo: Così si faceva, quello era un lavoro normale. Certo gli autori sono scampati ai processi, ma sarebbe stato molto strano parlare di quotidianità e normalità per quegli eventi.

Per concludere, non è un’idea peregrina che l’assunzione di responsabilità delle proprie scelte sia un punto nodale per ritrovare la voce della propria coscienza; quella che ci dice che se professiamo dei “valori umani”, questi devono valere per tutti e non solo per il nostro piccolo entourage che, tra l’altro, siamo portati a restringere sempre più: europei, italiani, ponzesi. Dovremmo imparare a gestire le nostre concrete paure non affidandoci alle barzellette dell’uomo forte, ma ad una richiesta di cambiamento reale delle nostre condizioni di vita con la nostra costante attenzione all’informazione, con la presenza nelle piazze giuste e là dove si dovrebbero prendere decisioni.

Chiudo qui la mia epicrisi chiedendo venia agli autori degli articoli che non sono riuscita a citare, ma ancor di più ai lettori di Ponzaracconta per avermi prestato la loro pazienza fin qui.

Santa Maria sotto la luna (quasi) piena, la sera dell’8 febbraio 2020
(Foto di Silveria Aroma)

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