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Da Sofia Lazzaro a Sophia Loren. E Ponza…

di Rita Bosso

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Rita Ronca Manciocchi

È il 1952. La troupe della casa di produzione cinematografica Titanus arriva a Ponza per girare il film Africa sotto i mari  (vedi qui [2]). Il regista è Giovanni Roccardi, i protagonisti sono giovani attori sconosciuti.
Lei, Sofia Scicolone in arte Sofia Lazzaro, ha diciotto anni e bazzica da tempo nel mondo dello spettacolo, insieme alla madre; ha girato fotoromanzi, ha partecipato a vari concorsi di bellezza e si è piazzata terza a miss Italia, nonostante l’ascella folta.

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Sofia interpreta il ruolo di Barbara, figlia viziata di un fabbricante di scarpe nonché sponsor di una spedizione scientifica che dovrà svolgersi in mar Rosso. L’imprenditore ha messo a disposizione del professor Krauss il proprio panfilo; con un escamotage riesce a far salire Barbara sul panfilo e… il resto non ve lo racconto, anche perché la vicenda non mi ha appassionato e, dopo le prime scene, ho disattivato l’audio. Le riprese in acqua mi sono sembrate notevoli.
A tre minuti dall’inizio compare Ponza, precisamente la spiaggia del Core; dalle acque color smeraldo emerge Sofia, lanzaturo in mano, maschera, costume rosso aderente e sgambato in tessuto elasticizzato, mica i pagliaccetti in maglia o in stoffa, a calzoncino, che le nostre mamme e zie indossavano in quegli anni. Sofia sfoggia un rossetto waterproof della stessa nuance del costume e palpebre con ombretto al solfato di rame, ma all’epoca andava di moda.

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Sofia è statuaria, spalle e gambe magnifiche, appena un po’ forte di fianchi: con qualche chilo in meno e un trucco più fine sembrerebbe Sophia Loren.
Nuota, si immerge, sarebbe divina se riuscisse a camminare a piedi nudi sui sassi della spiaggia e invece, come tutti noi mortali, deve mettere i sandaletti e ha un’andatura un poco da papera; in compenso fa una zummuzzata perfetta dalla murata del bastimento. Ma Facebook è micidiale, parte l’amarcord; apprendiamo così che nelle riprese in acqua Sofia aveva una controfigura, la ponzese Rita Mazzella, sorella di Luigi ‘u Niro.
Michele rievoca un aneddoto: al vigile Alberto Finelli che voleva multarla perché circolava in bikini – non consentito, a differenza del monopezzo – Sofia replicò: “Quale pezzo vuole che mi tolga, quello di sopra o quello di sotto?”.
I giovanotti ponzesi che partecipavano alle riprese la trovavano un tantino sguaiata, quando doveva rivestirsi chiedeva in giro se avessero visto le sue mutandine. Una volta chiese in prestito un maglione e lo restituì un po’ sformato sul davanti.
Era fidanzata con Antonio Cifariello, bello, bruno e aitante, che nel film interpreta il ruolo del radiotelegrafista.
Spesso andavano a cena all’Eea e Domenico il cameriere, la prima volta che se la trovò davanti, fece cadere i piatti.
Aniello ricorda i nomi dei ponzesi che presero parte alle riprese: suo fratello Cesare De Luca, Italo Musco, Gigino Romano (padre di Tina e di Pasquale), Luigi ‘i Gnaziello, il capitano Luigi Giggiariello Parisi; il bastimento era il Maria Desi Ponte. Sofia e Antonio Cifariello dormivano nella casa sul corso di Giuseppina De Luca, madre dell’avvocato Giuseppe.

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Fotogramma da L’isola del silenzio

Nel 1954 viene girato il documentario L’isola del silenzio; un frammento è stato utilizzato per la presentazione del progetto ApPonza (vedi qui [7]).

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Qualche anno dopo, nel 1956, a Ponza si gira Il tesoro di Rommel. Protagonista femminile è Dawn Addams; la sua controfigura nelle riprese in acqua è Rita Ronca, già bellissima e solare come tutti noi la ricordiamo. La fotografia è affidata a Raimondo Bucher, grande apneista e pioniere della fotocinematografia subacquea; i fotogrammi che seguono sono tratti dal suo libro I tesori del mare e sono stati  concessi da Ofelia Manciocchi, che ringrazio per la disponibilità e la sollecitudine con cui ha risposto alla mia richiesta di informazioni e di materiale.

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Dall’album di fotografie di Ofelia

La foto in testa all’articolo ritrae Rita Ronca Manciocchi