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15 dicembre, muore Toro Seduto

di Isidoro Feola

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Toro Seduto è certamente il più famoso capo indiano, anche se la dizione di indiano è impropria; si deve al fatto che quando Cristoforo Colombo scoprì il nuovo mondo, era convinto di avere scoperto le “Indie occidentali”.

La fama del capo dei pellerossa, nativi americani, è sicuramente dovuta al fatto che tra le varie battaglie, combattute e vinte contro gli americani, resta nella memoria di tutti la sconfitta inferta nel 1876 a Little Big Horn all’esercito americano comandato dal famoso generale Custer (che in realtà era colonnello, ma è sempre nominato con il grado superiore).
Il suo nome, tradotto in modo corretto, sarebbe “bisonte seduto”; nacque nel 1831 nel Dakota del sud (Stati Uniti) e fu vigliaccamente ucciso a tradimento, il 15 dicembre 1890 nella riserva indiana di Standing Rock (Stati Uniti).

Toro Seduto (Tatanka Iyotanka, 1831-15 dic. 1890)

Non è mio intendimento raccontare la vita e le gesta di un grande uomo, che occuperebbe troppo tempo e troppi distinguo, ma vorrei focalizzare il fatto che la storia è storia, ma quella che si conosce è quella che ti vogliono far sapere.

Migliaia di chilometri di pellicola cinematografica ci hanno indotto a pensare , quando eravamo ragazzi, che i pellerossa erano i cattivi: assalivano le diligenze , incendiavano gli accampamenti dei bianchi, facevano degli agguati sanguinari arrivando da ogni dove addosso ai “poveri visi pallidi”, ecc… salvo poi, raggiunta l’età della (presunta) maturità, renderci conto che la realtà dei fatti era ben altra: i colonizzatori dovevano cacciare via gli abitanti nativi, proprietari delle Americhe , per impossessarsi delle loro terre. I nativi americani, fieri e orgogliosi, giustamente attaccati alla loro terra ed alle loro tradizioni, intenzionati in ogni modo a difendere ciò che era loro.

Non mi risulta che i governi americani abbiano mai chiesto scusa di quello che avevano combinato ai pellerossa; se non ricordo male ci provò Jimmy Carter subito dopo la notorietà che gli diedero gli accordi di Camp David nel 1978, ma gli fecero subito cambiare idea .
Ce lo immaginiamo un personaggio come l’attuale inquilino della Casa Bianca chiedere scusa per quello che gli “americani” hanno fatto ai nativi americani?
D’altronde la storia è piena di genocidi non riconosciuti da parte dei responsabili che la comunità internazionale tende a sottacere per motivi di equilibri mondiali o per ricatti incrociati (oltre alla Shoah – olocausto, il genocidio del Ruanda, quello degli Armeni del 1915-16, quello, tutt’ora in corso del Kurdi, dei Rohingya ed altri ancora, certamente non meno importanti).

 

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