Attualità

Riflessione generale su questioni locali

di Francesco De Luca

 

“…La caduta del muro di Berlino significò che il comunismo aveva perso ma non significò che il capitalismo aveva vinto. Infatti il comunismo sapeva distribuire la ricchezza ma non la sapeva produrre mentre il capitalismo sa produrre la ricchezza ma non la sa distribuire.
Tutta qui è la differenza tra destra e sinistra: aumentare il benessere di tutti attraverso la distribuzione della ricchezza prodotta o aumentare la povertà di molti attraverso l’accaparramento da parte di pochi privilegiati… ” (De Masi – Il fatto quotidiano del 3-12-2019 )

La contrapposizione fra neo-liberismo e socialdemocrazia cosa comporta nel piccolo microcosmo ponzese ?
Per rispondere occorre vedere in quali gruppi o forze sociali si incarnano il neo-liberismo e in quali la socialdemocrazia.

Non voglio seguire i suggerimenti mediatici però è innegabile che le forze di destra e i loro partiti siano tutti filo neo-liberisti. Non c’è una aspirazione al benessere sociale nei partiti di destra. La distribuzione della ricchezza, per seguire l’esemplificazione di De Masi, non è presente nei programmi dei citati partiti. C’è invece la tensione a produrre ricchezza, a incrementarne il volume e l’importanza a vantaggio di pochi. Esplicitamente a danno di nessuno, ma in pratica a discapito di altri perché l’accumulazione è incompatibile con la distribuzione di essa a vantaggio dei più.
Nell’altro fronte, teoricamente è preminente la distribuzione della ricchezza e non l’accumulo. Solo teoricamente però… perché nella realtà quotidiana poche sono le iniziative legislative a favore della povera gente e… quelle che passano in parlamento mostrano evidenti pastrocchi… quasi che dovessero naufragare presto senza scalfire la realtà dei fatti.

Tutto questo nella piccola realtà ponzese non è ben distinguibile. O meglio, le due tendenze: quella rivolta a favorire pochi e quella rivolta al benessere dei più, sono frammiste.


Orbene a Ponza non è ben distinguibile, oggi, come le forze che tendono all’accumulo della ricchezza siano orientate a raggiungere il loro scopo.
Ieri, nell’amministrazione uscente, era chiara la tendenza al possesso dei centri produttivi della ricchezza isolana, a danno della distribuzione di essa nei Ponzesi. Questo è stato capito, e la popolazione ha reagito come si sa. Ma, oggi (ribadisco l’attualità dell’analisi), l’esplicitazione dell’appartenenza politica variegata dei consiglieri comunali sta dimostrando che anche in seno alla popolazione ponzese (e nei loro Rappresentanti politici) c’è chi ambisce impossessarsi delle leve economiche per accumulare ricchezza a danno di equa ed equilibrata distribuzione di essa. Tanto è vero che le forze che tendono a migliorare le condizioni dei meno abbienti sono distanti fra loro, non progettano insieme e lavorano alla giornata.
Frutto, si dirà, della confusa ‘lista civica’ di ultima fattura. Vincente sul piano elettorale ma perdente nella amministrazione giornaliera del Comune.
Perché?
Perché disattenta e sparpagliata è la sua aspirazione ideologica (neoliberista o socialdemocratica?).

Ora, pure ammettendo che la realtà fattuale è commista, è complessa, e non presenta evidenti i suoi confini, i suoi fini, le sue pecche e le sue potenzialità, occorre rendersi conto che, ove non si porti chiarezza nell’elettorato, ove la confusione non sia diradata, le attrattive del neo-liberismo vinceranno sui ponderati ma incerti obiettivi socialdemocratici.
A danno certamente delle prospettive giovanili. Perché queste per svilupparsi hanno bisogno di un ambiente disposto al mutamento, refrattario alle stratificazioni sociali certificate per censo e privilegio sociale.
Non c’è alternativa. L’attuale situazione socio-economica a Ponza non può permettersi che l’accaparramento della ricchezza predomini sulla distribuzione equa della ricchezza.
Perché?
Perché le forze neo-liberiste, ovvero i poteri economici, sono in troppe poche mani e non si curano del benessere comune. Il quale deve raggiungere le generazioni giovanili se vuole garantire un futuro di residenzialità ai Ponzesi.
Il benessere è nelle mani di pochi e non si distribuisce, anzi, tende ad accumularsi sempre di più.
È constatazione comune e una sua comprensione razionale può aiutare le scelte future.

4 Comments

4 Comments

  1. silverio lamonica1

    6 Dicembre 2019 at 10:53

    Caro Franco,
    Oltre venti anni fa abitavo a Chiaia di Luna e al mattino presto, spesso veniva a casa mia una signora con una carriola piena di ortaggi e frutta locale. Proveniva da Santa Maria e cercava di fare qualche soldo in cambio di fave, carciofi, frutta che aveva raccattato in qualche modo. Viveva con la pensione del marito e aveva dei figli a carico, insomma non era in una condizione di benessere. Capitò, logicamente, anche durante le elezioni politiche e un giorno mi disse convinta: “Silvé amma vutà pe Berlucone!”.
    Che la situazione da una trentina di anni ad oggi non sia cambiata, appare evidente da quanto scrivi: ” … occorre rendersi conto che, ove non si porti chiarezza nell’elettorato, ove la confusione non sia diradata, le attrattive del neo liberismo vinceranno sui ponderati ma incerti obiettivi socialdemocratici”.

  2. vincenzo

    7 Dicembre 2019 at 09:12

    Che analisi confusa.

    Oggi a difendere gli interessi del neo-liberismo in Italia è proprio questa sinistra. Questo avviene dal 1992 a cominciare da Prodi e Amato.
    La svolta più neoliberista di questa sinistra di governo l’abbiamo avuta dal 2011 in poi con il presidente Napolitano e i governi tecnici: Monti, Letta, Renzi ….

    Che significa svolta neoliberista? Applicare direttive, leggi, e strumenti legislativi che riducono e drenano risorse delle nazioni, eliminano diritti democratici dei parlamenti, fanno arretrare tutte le conquiste sociali e politiche dei cittadini, distruggono ambienti naturali, permettono privatizzazione di tutte le società ancora a partecipazione pubblica.
    Tutto questo è avvenuto in Italia.

    Si dice che questa sinistra ha perso i contatti con la società popolare al contrario questa destra ha un consenso popolare perché?

    Perché mentre la sinistra ha dimenticato le politiche socialiste e socialdemocratiche la destra liberale non ha dimenticato i valori del vero liberalismo che si fondano mettendo al centro l’uomo quindi nella collaborazione tra cittadini che nascono in un territorio e decidono di lavorare insieme per produrre valori e risorse per progredire.

    Negli Stati Uniti, qualcuno ancora oggi si interroga perché Trump ha vinto le elezioni? Perché è stato votato dal popolo, dagli operai, dai disoccupati, dagli imprenditori che non si sentivano più rappresentati dai Clintoniani e dai neo conservatori. Trump liberista ma legato all’economia reale e quindi al motto “prima gli americani” contro i liberisti legati alla grande finanza, globalista che come motto avevano “prima i nostri affari”.

    Anche se la grade propaganda dei mass media è gestita dai globalisti, europeisti del Bilderberg, il cittadino vede quotidianamente che c’è qualcosa che non funziona. Deve fare acrobazie per fare la spesa e arrivare alla fine del mese, per mandare i figli a scuola, con i problemi di disoccupazione, con i problemi di sicurezza, anche con i problemi che si creano con gli immigrati irregolari.
    Queste cose il cittadino le sente sulle sua pelle quotidianamente ed ecco che cerca soluzioni dalla politica che parla italiano e dice cose concrete.
    Silverio, ecco perché, quella signora votava Berlusconi e prima magari votava Berlinguer. Berlinguer difendeva i lavoratori, i pensionati, la povera gente; i figli di Berlinguer hanno tradito spudoratamente tutta questa gente.

    Ponza fino al 1992 ha avuto partiti di Sinistra che racimolavano il 30% dei voti e facevano politiche progressiste legate al cambiamento strutturale dell’isola. Queste politiche sono state riassunte in due leggi Regionali per le isole pontine che hanno portato a costruire scuole, strade, reti idrica e fognaria ecc. Quelle politiche si potevano fare perché c’era ancora uno Stato che poteva consentirsi di fare spesa pubblica.
    A Ponza comunque il 70% della popolazione è sempre stata moderata e di destra. Ha votato sempre DC e dopo Berlusconi. Ma soprattutto è stata per la stragrande maggioranza, culturalmente individualista e antiambientalista.
    Le Amministrazioni che si sono succedute sono state lo specchio di questa realtà politica e culturale.
    I ponzesi sono conservatori e individualisti e sono legati alla economia reale, al lavoro fisico, concreto per questo sono ancora molta attaccati alla proprietà terriera.

    Ora non c’entra niente il neo-liberismo a Ponza semmai questo neo-liberismo lo stiamo tutti subendo: con l’applicazione di tutte del direttive che questa Europa neo-liberista ci sta imponendo. Le leggi sulla pesca, le leggi ambientali, le leggi di Bolkestein (quella sui collegamenti marittimi e quella sul demanio, l’ingovernabilità dei centri storici), la penuria di denaro per risanare l’ambiente e mitigare i rischi idrogeologici ecc.

    Questa Amministrazione è una coalizione di persone, culturalmente individualiste come il resto della popolazione; alcuni di loro sono collegati a questa sinistra periferica (il PD del basso pontino) che è inconsapevolmente neo-liberista e altri di centro-destra con valori nazional-popolari che credono nella libertà di impresa legata all’economia reale per cui orgogliosa del proprio territorio e della propria nazione.

    In tutto questo, gli intellettuali veri, distinguono due blocchi sociali contrapposti oggi nel mondo: da una parte i globalisti e dall’altra i sovranisti.
    I globalisti stanno rendendo il mondo un piano liscio dove tutte le conquiste sociali, economiche e politiche dei popoli – nei contenitori nazionali – si stanno perdendo. Suffragio universale (inutile), Costituzione (invalidata), Parlamento (disinnescato). I globalisti hanno dei capi, una ideologia, strutture e forza economica enorme; infiltrano i loro uomini nei posti di comando, per cui stanno vincendo nel mondo.
    I sovranisti hanno capito quello che è avvenuto dopo il 1989, ma sono divisi per cui devono trovare la forza per mettersi insieme: rimettere al centro delle loro idee i popoli, la convivenza civile, quindi la Costituzione come motore per ripartire.

  3. Rosanna Conte

    7 Dicembre 2019 at 16:31

    Caro Vincenzo, possibile che tu debba sempre confondere le acque anche nel chiarissimo discorso di Franco?
    E’ così semplice: a Ponza il neoliberismo impera perché, come dici tu, il ponzese è individualista, egoista, punta all’accaparramento delle fonti di arricchimento, proprio come Berlusconi, senza nessun senso di solidarietà. Quelli che non riescono ad arricchirsi non valgono niente, o meglio valgono solo se ti portano clienti (per usare un eufemismo) e ti danno occasione di guadagnare.
    Ora se a livello nazionale non si riesce a vedere minimamente un partito di sinistra, vuoi trovarlo a Ponza?
    E no, caro Vincenzo, non puoi partire sempre dai massimi sistemi, la globalizzazione, i sovranisti e così via: siamo noi che abbiamo dato forza a tutto ciò.
    Se per anni si è votato a destra e i partitti di sinistra si sono adeguati, lasciando cadere nel dimenticatoio i diritti e le conquiste precedenti, non è forse colpa degli elettori? Dagli anni ’80 abbiamo delegato e lasciato fare senza interessarci di quanto facevano pensando che prima o poi qualcosa di buono ci sarebbe arrivato. E invece non è stato così.
    Stiamo andando di filato in una società che, se dal punto di vista economico è piuttosto rovinata, dal punto di vista politico è completamente sfumata, non c’è più.
    L’innamoramento per Salvini da parte di quelli di destra cos’è se non un “affidiamoci a lui, sembra forte, ce la farà a fare qualcosa per non tornare più indietro, che ci siamo scocciati di stare sempre a discutere” e per quelli di sinistra, ma non se ne rendono conto buttandosi una zappa sui piedi, un “proviamo questo, tanto è pure alleato con la Meloni che dice che stiamo male”.
    Caro Vincenzo, qui le idee devono essere chiare, altrimenti contribuiamo ad affossare quel poco di solidarietà che ancora rimane nelle nostre leggi, oltre naturalmente – e non è poco – alla democrazia e alla libertà. E sì, perché quando si fanno leggi che escludono si sa quando s’incomincia e non si sa dove si va a finire.
    Per un futuro non gravido d’incognite io non vorrei sentire parole come: “prima io”, perché al di là dell’egoismo prepara all’isolamento dell’individuo, “uno solo al comando”, perché se oggi ti sembra sia dalla tua parte non è detto che lo resti per sempre e uno solo si può corrompere molto più facilmente di una pluralità di persone, ognuno pensa a se stesso, perché non tutti hanno la forza di tirarsi su da soli e tutti sono utili in una comunità… Mi fermo per non fare un trattato
    Chiudo solo dicendo che in una società di squali, i pesci piccoli non hanno possibilità di diventare grandi e possono convivere con essi solo mettendosi sulla loro schiena, andando secondo la volontà altrui. L’utopia dell’individualista è diventare come…, a qualsiasi costo e in qualsiasi modo, tanto non vieni mai condannato per il “come” dai tuoi simili.

  4. vincenzo

    7 Dicembre 2019 at 18:08

    Cari ponzesi, Rosanna e Franco dicono che siete neoliberisti. Perché dicono questo, cari ponzesi? Semplice: perché siete individualisti, quindi egoisti; per questo avete votato Berlusconi e siete anche colpevoli dello sfascio dell’ILVA di Taranto e dell’inondazione di Venezia.

    Questa analisi confonde l’individuo con l’organizzazione politica.
    Se io dico che la monarchia borbonica ha coltivato l’individualismo dei ponzesi facendo scelte politiche e organizzative particolari dico una verità. Se era Lenin a colonizzare l’isola probabilmente i ponzesi erano più inclini alla socializzazione.
    I ponzesi dal 1700, amano la loro terra, la loro proprietà terriera e intorno a questi pezzi di terra hanno costruito case e poi attività economiche. Poi hanno fatto i pescatori e hanno conquistato il Mediterraneo. Queste cose l’hanno potuto fare perché avevano alle spalle l’appartenenza ad una nazione, ad uno Stato. Questi ponzesi poi hanno creduto nella democrazia venuta fuori dalla solidarietà nazionale e dalla mediazione tra idee di partiti con ideologia anche molto diverse. Questi ponzesi hanno cresciuto e hanno mandato i loro figli a scuola, credendo nel contratto sociale sottoscritto nella Costituzione. La Costituzione è l’unica legge che tutela il cittadino italiano.
    Questi ponzesi si sentono italiani e hanno creduto che l’Italia li dovesse tutelare dalla culla alla tomba.

    Dal 1992 questo contratto tra cittadini e Stato italiano è venuto inquinato da una ideologia molto organizzata in club e banche che va sotto il nome di neoliberismo con l’aiuto di traditori italiani.

    L’individuo anche il più fastidioso non ha responsabilità in questo scollamento sociale che viviamo al contrario dello Stato che ha la responsabilità giuridica del cittadino definendo diritti e doveri eguali per tutti.

    Non è l’individuo a produrre politiche ma sono le istituzioni, le organizzazioni politiche e sociali che producono politiche.

    Il neo-liberismo è una politica economico finanziaria che è contro al concetto di comunità solidale. Per loro Ponza o Milano è la stessa cosa. A queste organizzazioni neo-liberiste quello che interessa sono i denari e le risorse di questa nazione e di questi territori e per accaparrarseli devono espropriare i popoli di tutti i meccanismi democratici che sono che erano in mano ai popoli.
    Per esempio il voto. I governi tecnici sono un esempio antidemocratico.

    Io non mi preoccupo se i cittadini votano Salvini o Zingaretti; io mi preoccupo se i cittadini non votano e se votano i Parlamenti eletti rispondono a logiche sovranazionali e non certo alle esigenze dei popoli nazionali.

È necessario effettuare il Login per commentare: Login

Leave a Reply

To Top