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Bernardo detto “l’eremita”

di Luciano Bernardo

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Bernardo detto “l’eremita” (ma con l’Autore dell’articolo non siamo parenti!) [1]

Paguro Bernardo (Dardanus calidus) impigliato in una rete da pesca. Tre attinie (Calliactis parasitica) ricoprono completamente la conchiglia.

Ho un nome bellissimo, mi chiamo paguro Bernardo (o Bernardo l’eremita) e appartengo al grande gruppo dei crostacei. Come il granchio, l’aragosta e il gambero, ho il corpo protetto da una corazza formata da chitina, una sostanza simile alla cellulosa, rinforzata da sali di calcio.
Una sorta di crosta, appunto, che nel mio (inconsueto) caso copre solo la parte superiore del corpo, lasciando scoperto l’addome. Perciò, sono costretto a vivere dentro una conchiglia lasciata sul fondo da qualche mollusco morto, alla quale mi ancoro saldamente con un paio di arti modificati.
Quando sarà diventata troppo piccola (o io troppo grande) dovrò cercarne un’altra più confortevole e fare un rapido trasloco.

Avete mai sentito parlare della mia simbiosi con le attinie? In effetti, molto spesso convivo con questi animali che mi proteggono con i loro tentacoli urticanti e mi rendono poco visibile. In cambio, le porto a spasso e le nutro con gli avanzi dei miei pasti. Sono così preziose che, quando cambio conchiglia, provvedo a trasferirle sulla nuova.

Per concludere, vi racconto come mi riproduco. Quando incontro una “pagura”, la faccio gentilmente uscire dalla sua dimora, tirandola con le chele. L’accoppiamento dura solo pochi secondi e poi… ognuno a casa sua!
Le uova fecondate saranno trattenute da mamma-paguro fino alla schiusa.

Certamente, non sono l’unico paguro che vive nel Mediterraneo, ne esistono varie specie. Io però sono il più grande e famoso, riconoscibile per il colore rosso, la peluria gialla… e gli occhi azzurri.