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Ramesse e le regole certe (2)

di Pasquale Scarpati
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Per la prima parte, leggi qui [2]

Ci vuole, forse, un po’ di coraggio. Nessuno, penso, vorrebbe l’Isola con pochissimi collegamenti come era negli anni ’50 e ’60. Perché, allora, ancora oggi vengono utilizzate navi che impiegano lo stesso tempo di quelle di quegli anni? Esse contano sul groppone (ehm… sulla tolda) parecchi anni.
Qualcuno ha paragonato le navi nientemeno che alle testuggini delle… Galapagos. Come quelle, muovendosi lentamente, vivono per lunghi anni, così esse, navigando con indolenza, durano nel tempo. Al contrario della mosca, frenetica e stizzosa che vive soltanto “l’arco di una giornata”.
Un altro ha detto che, in un tempo in cui le comunicazioni e la vita sono divenute oltremodo veloci, esse sono l’emblema del tempo che fu. Il solito nostalgico o quello che vede le cose da un’altra prospettiva ha, invece, espresso questo singolare pensiero: – Come in certe località esistono treni o trasporti “turistici” che, viaggiando lentamente e alla maniera antica, fanno apprezzare il paesaggio, così allo stesso modo si comportano queste navi!
Anche questo è da apprezzare (sic!).
Esisteranno pure navi più comode, più sicure, più veloci e meno inquinanti!? Come le auto quanto più sono vecchie tanto più inquinano, così penso avvenga per le navi e tutti i natanti a motore. Più veloci vuol dire forse più collegamenti tra le isole e meno inquinamento. Questo forse fa storcere il naso! E allora? Ci sarà il pro ed il contro. Si soppesa come si pesava la merce con la bilancia a due bracci.
– Questa, però, oggi non la conosce più nessuno! – così è intervenuto quello che si crede “sagace”.

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Ci si lamenta che d’inverno l’Isola si spopoli. Questo problema è, a mio avviso, come un cane che si morde la coda. Pochi collegamenti vuol dire negozi chiusi, nel contempo negozi chiusi vuol dire pochi collegamenti. Come si fa per tagliare questo circolo vizioso? E qui subentra la buona volontà di chi dal basso deve spingere verso chi ha la facoltà di prendere decisioni. Il solito birichino ha posto una domanda: – Forse che durante il periodo estivo i numerosissimi collegamenti sono effettuati perché chi dimora sull’Isola diviene più simpatico rispetto agli altri periodi dell’anno? 
Gli viene risposto: – Nient’affatto. Si tratta solo di “affari”: aumentano le richieste di viaggiare, di conseguenza aumentano le corse ed i negozi sono aperti. Durante le morte stagioni (che sono ben tre su quattro) viceversa diminuiscono le richieste, diminuiscono le corse, i negozi chiudono e l’Isola si spopola.
– Ma non sulla carta – interviene uno – E’ naturale (sic!) – prosegue – Noi abitiamo in un Paese dove in primis ci sono le… carte (carta canta!: dicevano gli antichi), tutto il resto, anche se reale e tangibile, a volte o quasi sempre, non si…. vede, come se non esistesse! Lasciamolo nel suo sciocco commento.

A me piace viaggiare ma soprattutto in tranquillità: con poco traffico. Per questo molte volte preferisco transitare su strade secondarie e poco affollate anche se allungo di qualche Km. Mi piace anche adoperare i mezzi pubblici, sempreché siano poco affollati. Ciò mi lascia anche osservare meglio il paesaggio. Avevo deciso pertanto di usare il bus per andare in un paesino di montagna sia per prendere un po’ di frescura sia per gustare qualche prodotto locale. Sono andato a vedere gli orari dei bus. Ebbene ho notato che durante il giorno vi erano soltanto due corse: una la mattina presto ed una nel primo pomeriggio. Era ovvio: anche i trasporti rispondono a “certe regole” o se vogliamo a certi “affari”: che interesse ci può essere per una popolazione ridotta all’osso? Così si può notare che le corse aumentano di numero quando si presuppone che ci siano più passeggeri, come ad esempio quando si trasportano gli alunni che vanno a scuola, o i pendolari che vanno a lavorare. Può mai sorgere un’industria là dove non ci sono collegamenti? A loro volta i collegamenti fanno sì che nelle loro vicinanze sorgano industrie e/o capannoni.

– Forse – ha detto “l’economista” del gruppo – se si potesse allungare la stagione turistica, spalmato il guadagno per più tempo, si potrebbero evitare la ressa, lo scempio e le altre cose negative che succedono perché è tutto concentrato o per meglio dire congestionato in troppo poco tempo, come lo era il concentrato di pomodoro in una scatoletta da 50 gr.
– L’Isola – ha aggiunto – potrebbe essere fruita nella sua interezza in maniera dolce, non aggressiva; tutelata da criteri “illuminati”. Questo discorso, però, a molti non piace.
Una persona, che non so se non capisce o fa finta di non capire (il solito dubbio e a tal proposito ho sentito dire che si è scoperta o si sta per scoprire una macchina che addirittura legge nel pensiero! Sarebbe una vera iattura…) ha sussurrato: – Molti di quelli che sciamano (e forse anche altri) non possono e/o non vogliono. Un po’ per pastoie burocratiche, un po’ per interessi “logistici”, un po’ per interessi personali. E’ una sua opinione.

A proposito: ho notato, verso la fine di settembre e gli inizi di ottobre dei gruppi rumorosi e ciarlieri di scolaresche che sostavano nel porto di Formia in attesa di imbarco: dove erano diretti?
Il burlone, superficiale e facilone, ha detto: “Nelle Isole Ponziane; anzi no, nelle Isole Pontine!”.
Sembrava, comunque, un accento conosciuto da…
Pasquale

[Ramesse e le regole certe (2) – Fine]