Ambiente e Natura

Toponomastica: fotoracconto

di Rita Bosso

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In confidenza, io sulla toponomastica non ho nulla da dire; mi prendo lo spazio di un articolo solo perché ho foto che innescano ricordi, riflessioni …

Questa è del 2009. Silverio Scotti, vicequestore in pensione, guida turistica professionista, conduce la presentazione itinerante del mio primo romanzo. Calpestiamo le strade percorse dai protagonisti, vediamo gli stessi panorami… i toponimi fanno parte della storia. “Toponomastica integrativa, non sostitutiva”: condivido.

La foto è del 2011. La targa che il Comune (amm.ne Porzio) ha commissionato a Guglielmo Tirendi è fresca di forno. La guardiamo con apprensione: segna la fine della damnatio memoriae che ha colpito il confino? In tutto il paese non una targa, non una mappa a segnalare e ricordare i luoghi in cui, per più di un decennio, oltre mille uomini hanno vissuto, amato, litigato, pianto, riso. Nel 2012 pubblico un romanzo sul duca Camerini e la mappa in appendice devo realizzarla alla buona, su carta-forno; negli anni successivi la integrerò e pubblicherò numerose volte con la speranza di ricevere apporti, correzioni…
Tre anni fa Franco Ferraiuolo pubblica una mappa degna di questo nome.

Questa è di oggi; l’ho presa da un sito serio.

La nuova toponomastica andrà d’accordo col navigatore? Maria, quando dà le indicazioni telefoniche ai clienti, per prima cosa raccomanda di disattivare il tom-tom: l’aggeggino va in crisi già quando dovrebbe indicare il percorso dallo sbarco della nave a corso Pisacane!
Googlemaps va in tilt, ad esempio, nella zona Parata-Madonna.
Non va meglio con le altre mappe che ho consultato.
Il navigatore sarà in grado di digerire lo “spezzatino” di strade (definizione by Luisa Guarino)?

La locandina è del 2013; rileggo l’articolo di Paolo Iannuccelli, bello e speranzoso.
Mi sono occupata più volte della “via del confino”, continuo ad occuparmene, attenendomi al criterio dichiarato nella locandina: illustrare le condizioni di vita attraverso gli scritti dei confinati.
L’elenco dei confinati a Ponza conta oltre mille nomi; selezionarne cinque o sei presuppone un criterio; il criterio è tale se viene dichiarato prima, altrimenti è una giustificazione ovvero una “pezza”, talvolta peggiore del buco che dovrebbe ricoprire.
Nella mia narrazione del confino il rischio non sta nel dosaggio di colori politici: tot di comunisti, tot di anarchici e così via, per un minestrone politically correct. Il rischio è di descrivere il confino come fenomeno di una elite colta, borghese, addirittura aristocratica, che legge e scrive, affitta belle case, vive intense storie d’amore; che muore in battaglia (Camporese, Fabbri, Campanile, Magri) o fa carriera nelle istituzioni.
Chi adotta un criterio di selezione è consapevole delle trappole e cerca di scansarle.
Per questo motivo condivido la richiesta alla commissione di esplicitare, sia pure tardivamente, i criteri seguiti.

Quattro anni separano queste due foto. Nella prima (2015), gli alunni del progetto APPonza; nella seconda (2019) compaiono i lati b; quelli maschili appartengono a un artista dello Stracquo e al fotografo; Rita Morrone li osserva, severa.

Il riferimento ai luoghi, alle abitazioni ha un forte impatto. “La casa stava su una scalinata interna al paese. Due grandi stanze comunicanti. Una guardava sul mare. Germaine appena entrata corse al balcone”. Provate a leggere il brano di Amendola sostando sotto il balconcino: gli studenti sono ammutoliti, gli artisti anche.
Nessuno di loro ha chiesto in quale partito Amendola militasse.

5 Comments

5 Comments

  1. Enzo Di Giovanni

    10 Novembre 2019 at 23:29

    Cara Rita, una toponomastica aggiornata serve essenzialmente a due cose.
    La prima è garantire che ogni cittadino possa ricevere posta/ospiti/soccorso. Sembra incredibile, ma questo diritto fino ad oggi non esisteva a Ponza. Adesso puoi stare tranquilla: gli “aggeggini” funzioneranno tutti dopo che si sarà completato l’iter necessario e di conseguenza l’aggiornamento dati.
    La seconda è ovviamente stabilire le linee guida adottate per i nomi scelti. Non capisco il tuo “tardivamente”: il criterio generale è esposto nel documento allegato alla toponomastica. Basta leggerlo, senza pregiudizi.
    Non ci sono spezzatini, non ci sono speculazioni, non ci sono selezioni di comodo che seguano opinioni politiche o di classe da parte dei relatori.
    Abbiamo semplicemente deciso di rappresentare la nostra storia, valorizzando persone, luoghi, periodi storici decisivi per la storia isolana. Tutti rigorosamente ignorati in precedenza.
    Non avevamo riferimenti alla Ponza dei primi martiri cristiani, alla Ponza borbonica, alla Ponza del confino, degli intellettuali, degli artisti, dei lavoratori, ponzesi e non, che hanno con la loro opera dato lustro alla nostra comunità.
    Non abbiamo messo “pezze”: abbiamo semmai risarcito chi finora era stato oscurato. Un indennizzo, un risarcimento dovuto e doveroso, che cancella decenni di oblio.
    La “scelta” sta proprio in questo corollario, non sui nomi che ovviamente sono di rappresentanza.
    Non facciamo altro che lamentarci del fatto che a Ponza non esiste una comunità: siamo fermamente convinti che una comunità può nascere solo dalle fondamenta, da una sorta di carta d’identità che ci dica chi siamo.
    Proprio per questo, anche sui nomi abbiamo cercato nei limiti del possibile, di legare luoghi e persone in un tutt’uno che fosse in grado di richiamare l’eco di una storia, anche emozionale.
    Tutte queste cose andranno divulgate in maniera chiara, ci dovranno essere incontri, chiarimenti, aldilà dei passaggi di natura amministrativa.
    Sfido chiunque a valutare iniqua una impostazione di questo tipo.
    Chiunque, beninteso, che sia in buona fede.

  2. sciarra monia

    11 Novembre 2019 at 06:28

    Si puó avere la possibilità di visionare la bozza di topomastica dell’amministrazione precedente? Grazie

  3. Rita Bosso

    11 Novembre 2019 at 17:25

    Caro Enzo,
    ti ringrazio per l’attenzione che hai riservato al mio scritto. Può darsi che mi sia sfuggito qualche passaggio ma non sono la sola: anche Rosanna scrive di voler attendere le motivazioni delle scelte operate prima di commentare. Ti chiedo perciò di riportarle sinteticamente. Anche Monia fa una richiesta che merita risposta.

  4. Eros Grossi

    11 Novembre 2019 at 17:26

    Il manuale Cencelli delle vie del confino: questa mi mancava

  5. Enzo Di Giovanni

    11 Novembre 2019 at 18:55

    Rita, se per scelte intendi di carattere generale, le ho indicate nella risposta al tuo pezzo. Se invece di riferisci ai nomi veri e propri, il criterio, se possibile, è stato quello di intitolare strade a persone significative per la storia nazionale ma soprattutto ponzese.
    Cencelli riserviamolo a polemiche strumentali politiche che non ci appartengono, credo di poterlo dire anche a nome degli altri membri della commissione: abbiamo svolto il compito a cui siamo stati chiamati con l’unico scopo di fare un lavoro in linea con gli obiettivi preposti.
    Proprio per questo sono d’accordo con te che vada divulgato il più possibile questo lavoro, magari anche con qualche pubblicazione.
    Per quanto riguarda il quesito di Monia, credo di poter rispondere che non è possibile visionare alcuna bozza, perché pare che la commissione della passata amministrazione non abbia prodotto alcun risultato, altrimenti, chiaramente, ne avremmo tenuto considerazione.

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