Ambiente e Natura

La posta dei lettori. Quella battaglia navale del 1435

a cura della Redazione

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Abbiamo ricevuto in redazione e pubblichiamo: il quesito, le puntualizzazioni successive e la risposta

 

Da: “Simona Schiano”
A: [email protected]
Data: Thu, 7 Nov 2019 09:53:49 +0100
Oggetto: informazioni per ricerca storica Uni Salento

Buongiorno,
sono una giornalista e sto collaborando ad una ricerca dell’Università di Lecce, dip. di Storia; vi ho trovato navigando in rete e spero possiate essermi d’aiuto.
Avremmo necessità di entrare in contatto con qualche ponzese esperto di mare e vento, ma mi spiego meglio. Attraverso una ricerca storica si sta tentando di comprendere le dinamiche di una certa battaglia navale settecentesca avvenuta al largo di Ponza, il docente ritiene che sarebbe opportuno trovare risposte ad alcune domande (che vi riporto tal quali):

1) posto che stiamo parlando di un periodo dell’anno da collocare intorno alla fine del mese di luglio (diciamo verso il 20/25 del mese) e del tratto di mare compreso tra Ponza e la costa (per l’esattezza a circa 6-7 miglia dall’isola verso la terraferma tra Gaeta e Terracina), verso che ora si deve mediamente situare il passaggio dalla brezza di terra notturna da Est alla brezza marina diurna da ponente?

2) È normale che il cambio di vento avvenga in modo repentino, o tra le due brezze c’è solitamente una fase di calma (le mie fonti parlano di un mutamento improvviso del vento, ma vorrei capire se sono attendibili).

3) Ipotizzando che il cambio molto repentino della direzione del vento non sia del tutto usuale, c’è per caso qualche elemento particolare per cui un marinaio esperto e conoscitore della zona lo potrebbe in qualche modo prevedere in anticipo (diciamo qualche indizio che possa far intuire già la sera prima, o durante la notte, che il vento, l’indomani, girerà all’improvviso)?

4) Sempre parlando mediamente, queste brezze, marina e notturna, sono solitamente deboli, o possono anche essere in quel periodo dell’anno piuttosto sostenute, diciamo al livello di “brezza tesa”? Le mie fonti parlano in effetti di navi, si tratta di grosse caracche, che veleggiano “plenis velis” (cioè a vele belle gonfie)…

5) È corretto dire che in genere, nel golfo di Gaeta, in quel periodo dell’anno, la brezza di terra scenda prevalentemente dalla valle del Garigliano verso la costa, e che quindi, trovandosi in mare dalle parti di Ponza, il vento soffi sostanzialmente da Nord Est?

Grazie. Aggiungerei magari anche un’altra domanda: in condizioni di vento normali o di vento sostenuto, in quella stagione, con imbarcazioni a vela diciamo normali (non certo catamarani da America’s Cup), quanto tempo ci potrebbe ragionevolmente volere, a occhio e croce, per fare senza soste il periplo di Ponza, in ore diurne? E per il periplo dell’isolotto di Zannone, girando ovviamente al largo delle secche e degli scogli affioranti?

Ecco le domande,
spero di non aver approfittato della vostra disponibilità, ma dal vostro sito mi siete parse le persone più giuste a cui rivolgermi. Eventualmente aveste da suggerirmi altri contatti che ritenete particolarmente adatti, vi prego di non esitare a farlo.
In attesa di un vostro gradito riscontro, colgo l’occasione per porgere i miei più cordiali saluti e farvi i più sinceri complimenti per l’opera di memoria storico-sociale intrapresa.
Grazie

***

Il giorno ven 8 nov 2019 alle ore 07:53
[email protected] ha scritto:

Gent. Simona, buongiorno.
Abbiamo attivato i nostri abituali canali di informazione e documentazione.
Le faremo sapere quanto prima, eventualmente pubblicando la sua lettera in “Posta dei Lettori”, affinché partecipino più persone possibili alla soluzione e alla conoscenza dei risultati della ricerca.
A risentirci

***

Simona Schiano  

Buongiorno, grazie per la disponibilità!
Ho da aggiungere che la ricerca riguarda le condizioni meteo marine della Battaglia di Ponza tra aragonesi e genovesi nel 1435, con particolare riferimento all’andamento dei venti e delle ‘strane’ brezze tipiche.
Perciò il professore vorrebbe entrare in contatto ed avere riscontro da ponzesi lupi di mare doc, come credo ce ne siano molti: pescatori, marittimi, gente di mare insomma, non letterati. Per quest’ultima categoria bastiamo e avanziamo!
Cordiali saluti

***

Per interessamento della nostra redattrice Rosanna Conte riceviamo da Salvatore Conte, capitano di marina, questo dettagliato scritto che volentieri pubblichiamo, ringraziandone l’Autore.

Punto 1 – l’ora perché si verifichi l’inversione della brezza dipende dalla temperatura dell’aria; si parla di brezza e non di variazioni di direzione della forza del vento dovuta al passaggio di un fronte perturbato. Nei fatti il fenomeno è noto; è generato dalla differenza di tempo che impiegano la terra ed il mare a riscaldarsi con conseguente inversione della circolazione dell’atmosfera nei bassi strati; ovvero al mattino si ha il levantuolo che viene sostituito nelle ore pomeridiane del ponentuolo. L’intensità dei due venti è in dipendenza ed è modificata dalla più generale circolazione dell’atmosfera quale conseguenza del passaggio di una perturbazione più o meno intensa. In assenza di tale passaggio il fenomeno è di una regolarità cronometrica e si verifica tra le 14 e le 16 e si mantiene attivo sino alle 19-20 per essere sostituito dalla calma totale.

2 – Il regolare cambio di vento non è mai repentino; se detta variazione si verifica in brevissimo lasso di tempo è segno evidente del passaggio più o meno ravvicinato di una qualche perturbazione che modifica la circolazione atmosferica con conseguente variazione sia della forza che della direzione del vento sul mare.

3 – Se si è verificata l’entrata di una perturbazione più o meno intensa nel giorno o nei giorni precedenti si può stimare che il ponentuolo prenderà l’aspetto di un vento più sostenuto di quello derivante dalla regolare brezza; questo fatto può essere certamente previsto ed usato navigando a vela.

4 Da notare che con il vento più o meno teso da W i velieri di allora avrebbero impiegato molto tempo a risalire dal punto sito a 7 miglia a NE/E di Zannone verso l’Isola e/o a dover fare poi il giro intorno Ponza poiché nelle due circostanze avrebbero avuto il vento contrario che ne avrebbe ritardato l’avanzamento. La navigazione di bolina allora non era eccellente, neanche per i velieri da battaglia.

5 – In sostanza la velocità di risalita controvento non superava le sei miglia orarie nella migliore delle circostanze con l’aggravante che i velieri erano obbligati a fare rotte più lunghe di quella diretta; questi due dati certi mi fanno ritenere che sarebbero occorse due o tre ore per girare intorno a Zannone e 4 ore per effettuare il periplo di Zannone + Ponza ( nel caso di passaggio sopravvento); se di contro si fosse preferito l’incrocio sottovento, probabilmente si sarebbe potuto guadagnare al massimo un’ora poiché si poteva sfruttare una maggiore intensità del ponentuolo dovuta al vento di caduta sino al faro della Guardia ed oltre per abbattere poi la rotta una volta sopravvento ben fuori Capo Bianco ricevendo il vento a poppavia del traverso di Sn con conseguente buona velocità. Se poi nel compiere il periplo il ponentuolo incrementa la sua forza… proprio in conseguenza del previsto e prevedibile passaggio di un fronte perturbato… si sarebbe potuto fare il giro dell’isola in meno di due ore.

6 – Faccio notare che allora come oggi quando una nave scompare dietro al profilo di un’isola non si sa dove sia andata; si può anche stimare che abbia abbandonato il campo di battaglia scomparendo alla vista del nemico oppure che sia andata alla ricerca di una posizione migliore per affrontare la pugna in condizioni di vento a lei favorevole o ancora che nel cercare una via di fuga si sia accorta della variazione meteo in atto ed abbia ripreso il combattimento proprio dalla posizione per lei ottimale…

P.S. – Si valuti bene quanto ho scritto al punto 6 perché i Comandanti dei velieri da battaglia di allora non avevano a disposizione un servizio meteo; la loro esperienza in mare era fondamentale ma dovevano “cogliere l’attimo” ovvero dovevano saper prevedere cosa sarebbe variato nelle successive due o tre ore ed assumere le decisioni conseguenti pur se non previste … Insomma allora gli Ammiragli stavano in mare e non dietro le scrivanie!

Spero di essere stato esaustivo… pur se prolisso.


Nota della Redazione
Il sito è stato pubblicato un ampio report sull’evento (in sei puntate), nell’agosto 2012, ad opera di Silverio Lamonica che ha tradotto e stralciato l’opera di Alan Ryder, storico inglese, nel saggio “Alfonso il Magnanimo”, Oxford 1990: digitare: La battaglia navale di Ponza del 1435 – nel riquadro “Cerca nel Sito”, in Frontespizio. Qui il fulcro della battaglia

 

1 Comment

1 Comment

  1. Simona Schiano

    10 Novembre 2019 at 20:04

    Gent.ma Redazione,
    Vi ringrazio davvero moltissimo per le risposte, che ho prontamente inoltrato al docente.
    Vi chiedo la gentilezza di ringraziare in modo particolare il Capitano di marina Salvatore Conte per la disponibilità e la precisione, assolutamente non prolisso ma fruttuoso nello specificare così dettagliatamente tutti i passaggi.
    Vi terrò al corrente dell’evoluzione futura della vicenda.

    Ancora grazie,
    buona serata
    Simona Schiano

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