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I bambini e le favole (1). Pinocchio

di Patrizia Montani
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 .

Diverse letture di Pinocchio

Mi chiamo Patrizia, ho 7 anni. Ho ricevuto in regalo il libro di Pinocchio e mi accingo a leggerlo. Mi è stato presentato come “un libro importante” e non vedo l’ora di cominciare. Vado.

Le fiabe incominciano con “C’era una volta…”, anche Pinocchio comincia così, ma poi vengo bruscamente precipitata, dal mondo meraviglioso, colorato e scintillante che mi aspettavo nella povera bottega di un falegname: un ambiente povero e squallido. Protagonista: un pezzo di legno, che poi viene modellato per farne un burattino. Come faccio ad identificarmi con questo qui?
Con una stretta al cuore proseguo la lettura, sperando nel meglio, ma la storia, ai miei occhi di bambina è profondamente triste; il “babbo” di Pinocchio non è giovane e simpatico come il mio, è vecchio, povero, solo; la madre poi – è la madre, vero? …anche se non è detto chiaramente – è una mezza hippie coi capelli turchini che ogni tanto sparisce, a volte sembra morta. Quando lei compare sento un brivido ed ho paura.
Avrei voluto leggere una bella favola da rimuginare mille volte ogni sera prima di addormentarmi, invece quando chiudo il libro mi sento sollevata, quasi contenta di tornare alla realtà.
Questo burattino mi fa pena. Ha sempre fame e incontra persone cattive oppure troppo severe; bisogna andare a scuola… e questo e quello… che noia!. E poi le orecchie d’asino lunghe e pelose… è troppo brutto.

Per anni non confiderò a nessuno questi miei pensieri: se tutti dicono che è una storia bellissima forse sono io che sono un’oca con questa mia idea delle favole “fiabesche”. Se no che favole sono?

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Sessant’anni dopo. Pinocchio… ancora lui!
A distanza di anni non ho ancora perdonato a Pinocchio la tristezza che mi ha regalato; ho il sospetto che non si tratti di un libro per bambini.
Forse un adulto che non ha le angosce di abbandono proprie del bambino e che magari non ha subito le umiliazioni che si infliggevano ai bambini poco studiosi – sei un somaro..! Vai dietro alla lavagna..! In ginocchio sui ceci..! Bacchettate sulle mani..! e altro -; ecco se un adulto è così, magari coglie la poesia degli affetti, l’ironia della giustizia a rovescio (…ma già lo aveva fatto, e meglio, Manzoni?), coglie il sarcasmo sui medici e i loro paroloni (…ma sono capaci tutti!) .
Tutte cose che, evidentemente, non interessano ai bambini.

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[Pinocchio (1) – Continua]