Ambiente e Natura

Considerazioni di ottobre

di Francesco De Luca

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Facevo quest’osservazione stamane guardando imbiancarsi il mare di levante da Cala Gaetana a Punta Madonna: è una vita che rifletto sulla situazione socio-politica di Ponza. Da studente mi urtavo contro il parere della mia famiglia imbrigliato sulla posizione di non manifestare aperto dissenso. Amministrava in quegli anni un Sindaco poco incline all’opposizione.

Questa era incarnata in figure pittoresche, dalla voce e dalla foga potenti, ma puramente velleitarie. La popolazione infatti pativa ma non dava fiducia ai capipopolo sbraitanti.

Sorte volle che si formò finalmente un fronte avveduto. Fazzoletti rossi e argomentazioni appropriate. Su Ponza si fermò un sole primaverile. La gioventù, con noi giovani, mosse le istituzioni e le relazioni fra i compaesani. Respiravo allora l’aria della Scuola, ed era aria nuova.
Così pure dalle banchine del Porto si muoveva un venticello che sapeva di riscatto, di conquistata rappresentanza.
Il sole primaverile: ebbe breve durata e fiacco calore. L’isola da borgo marinaro si scoprì ‘terra di affari’. Le Amministrazioni collusero talmente con gli affaristi che rimasero impastoiati. E gli isolani sfiduciati perché espropriati del sogno di vedere l’isola, bene avviata nell’industria turistica, priva di una ragionata e giusta prospettiva.

Dalla schiuma che vedo alzarsi sulle coste il levante, se ha permesso al postale la prima corsa, non permetterà quella pomeridiana. E la trama delle relazioni sociali troverà in questo uno sprone in più per avvilirsi, e la popolazione residente si ritroverà più invecchiata e più delusa.

Una vita ad analizzare e a prospettare, a inveire e a sperare, per concludere che non c’è rimedio.
Contro il levante della Storia dobbiamo rinserrarci nel privato, insabbiare la speranza, e roderci il fegato.

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