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Una passerella… da Amarcord

di Luisa Guarino

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L’estate sembra già un momento lontanissimo, ma stento a mettere nel cassetto dei ricordi odori, atmosfere, colori, presenze, voci, suoni, perfino rumori. Una sera ero a cena alla pizzeria Faro Cafè, alla Punta del Molo (che è chiaramente un toponimo): è un posto che mi piace molto, prima di tutto perché e’ a pochi metri dalla Caletta della mia infanzia/adolescenza, e dalla relativa Scogliera (toponimo anche questo) dei tuffi e delle nuotate; inoltre se allunghi il braccio puoi toccare il mare; poi sulla testa, a parte il cielo e le stelle, hai il Lanternino che ti protegge, come un amico che sa sempre strizzarti l’occhio al momento giusto. Insomma, adoro stare li’.

Mentre sto addentando e gustando la mia pizza, sento un rumore molto forte provenire da poco distante, nel tratto che gira intorno al corpo del faro, laddove attraccano tante imbarcazioni, fra aliscafi e navi veloci. Sullo sfondo un vociare di ragazzini non meglio identificabili dato che è buio. Il rumore si ripete, ed e’ anche fastidioso, sebbene accompagnato dai gridolini e dalle risate dei bambini. Sto quasi per sbuffare seccata, dicendo tra me e me: ma quando la smettono? Poi all’improvviso arriva un flash che mi illumina la memoria e insieme anche lo sguardo, almeno in senso metaforico.
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E ritrovo la Luisa di qualche decennio fa, che sale su quella passerella fino a quando questa, bam, non cade dalla parte opposta facendo gran rumore: il gioco si ripete un’infinità di volte, ma nessuno protesta o mi rimprovera. Anzi ci rimprovera. Perché insieme a me, a salire e scendere dalla passerella ci sono i miei compagnucci di sempre: Sandro, Franco, Fausto, mio fratello Silverio. Ormai anche i lettori di Ponzaracconta ci conoscono.
E’ chiaro a questo punto che il rumoraccio di quei ragazzini a pochi passi dalla pizzeria diventa un’autentica sinfonia: per quanto mi riguarda, possono continuare così per tutta la sera. Certo: il tempo non si è fermato. Sulla nostra passerella di allora c’era scritto Span, e noi ci salivamo soltanto in pieno giorno. Ora la scritta è Laziomar, e i ragazzini, specialmente in vacanza, sono abituati a fare le ore piccole.
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Serata ponzese dell’8 ott. 2019 (foto di Biagio Vitiello)