Ambiente e Natura

La questione curda, Latina Oggi e Ponzaracconta

segnalato da Sandro Russo

Mi è sembrato strano stamattina, scorrendo i titoli di Latina Oggi per la preparazione della consueta Rassegna Stampa (Cfr.), trovare in prima pagina (con continuazione in quinta) un articolo sui recenti fatti che riguardano la cosiddetta “questione curda”: “Trump, i curdi e una pietra sulla libertà” – (leggi nel relativo file .pdf da Latina Oggi). Di solito infatti il quotidiano pontino non tratta questioni di politica internazionale; questa deve essere proprio importante.

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kurdi sono un gruppo etnico indo-europeo che abita nella parte settentrionale e nord-orientale della Mesopotamia. Tale territorio è compreso in parte negli attuali stati di Turchia e Iraq (soprattutto), quindi Iran e Siria, e in misura minore Armenia; divisi anche all’interno del medesimo paese da questioni religiose, culturali e politiche.

Si stima che i kurdi siano non meno di 26,3 milioni (dati del Kurdistan Information Network riferiti al 1990) e che costituiscano quindi uno dei più grandi gruppi etnici privi di unità nazionale.

“Credo che mai mi sarei interessato della questione kurda, se non fosse stato per Farah, una studentessa di Medicina che mi era stata affidata per la tesi di laurea.
Farah era volenterosa, riservata e gentile… e assolutamente determinata a svolgere la sua tesi su un argomento che aveva molto a cuore, da lei stessa proposto: l’eccidio con gas tossici perpetrato da Saddam Hussein ai danni di popolazioni civili kurde, nella vallata di Halabja (pron. Halabgià), nel 1988”
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L’etnia kurda – proposto da Patrizia Angelotti e Sandro Russo
L’etnia kurda. (2). La strage di Halabja (prima parte)
L’etnia kurda. (3). La strage di Halabja (seconda parte)

Gli articoli sul sito: cliccare per ingrandire

Qui di seguito, sullo stesso tema, l’articolo di Michele Serra da la Repubblica di oggi, 8 ottobre 2019.

Rubrica L’amaca. Vergogniamoci per lui
di Michele Serra

All’interno di un corpus già notevole per pochezza e grettezza, i tweet di politica estera di Donald Trump hanno la capacità aggiuntiva di indignare. Inserire tra le “ridicole guerre tribali” la resistenza dei curdi di Siria, se si pensa alla magnifica laicità di quell’esercito, ai suoi ideali democratici, alle sue donne combattenti, alla sua composizione internazionale (morirono con quella divisa, tra i tanti, l’italiano Lorenzo Orsetti e l’attivista turca Ayse Karacagil), al grande contributo militare dato alla resistenza contro lo Stato Islamico, è semplicemente disgustoso. Forse anche cretino. Ma soprattutto disgustoso.

Tra i curdi e Trump, tribale è certamente il secondo, che giudica utili le guerre (sempre nei suoi orribili tweet) solo se “convenienti e vincenti” per la propria Nazione. Confermando che tra nazionalismo e provincialismo il passo è minimo: i nazionalisti hanno una testa da cortile.

Mentre quel popolo povero, disperso e orgoglioso non si è mai chiesto, evidentemente, se fosse conveniente e vincente rischiare la pelle non solo per la propria indipendenza, ma per una tipica causa di interesse internazionale (la democrazia e la libertà, la resistenza al jihadismo), questo cafone miliardario, capo del Paese più ricco, potente e armato del mondo, come pretesto per riportare a casa i suoi cento soldati, ciascuno dei quali è da supporre armato e protetto più di cento curdi messi assieme, si permette di defalcare la guerra dei curdi all’Isis, con spregio, come trascurabile fenomeno locale. Ci vergogniamo noi per lui, non avendone egli la facoltà.

…E infine la vignetta di ElleKappa, sempre su la Repubblica di oggi (cliccare per ingrandire):

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Nota
Le immagini sono tratte dagli articoli che il sito ha dedicato alla questione e alla cultura kurda.
Per approfondire, digitare – etnia kurda – nella sezione “Cerca nel sito” in Frontespizio

 

Appendice dell’11 ott. 2019 

Due vignette che meglio di tante parole illustrano il ruolo dei kurdi e dell’Europa in questo particolare frangente storico.


La vignetta di Mauro Biani da la Repubblica del 9.10.2019

La vignetta di ELLE KAPPA. Da la Repubblica dell’11.10.2019

5 Comments

5 Comments

  1. vincenzo

    8 Ottobre 2019 at 11:11

    Michele Serra utilizza il titolo “Vergognamoci per lui”.

    Io mi chiedo: ci dobbiamo vergognare perché Trump abbandona i kurdi dopo averli usati?, oppure perché Trump è l’esecutore materiale di strategie economico-militari assolutamente contro l’umanità?
    A che serve criticare oggi Trump se da sempre gli Stati Uniti hanno agito in questo modo nello scacchiere mondiale? Cosa critichiamo se noi italiani, noi europei recitiamo il copione scritto dai servizi segreti americani e senza alcuna titubanza partecipiamo ad operazioni diplomatiche e militari volute da questa Nato a guida americana?

    Ma certo, noi siamo abituati a non pensare al tutto, per cui prepariamoci a commuoverci nel vedere i bombardamenti sull’eroico popolo kurdo e salviamoci l’anima vergognandoci per il peccatore Trump.

    Per saperne di più:

    https://notizie.tiscali.it/esteri/articoli/turchia_siria_erdogan/

  2. Sandro Russo

    11 Ottobre 2019 at 11:40

    Due vignette che meglio di tante parole illustrano il ruolo dei kurdi e dell’Europa in questo particolare frangente storico.
    Aggiunte all’articolo di base

  3. silverio lamonica1

    11 Ottobre 2019 at 15:11

    Il guaio è che questa Europa dei mercanti, di unico ha solo la moneta. Non c’è una politica estera unica. Sarebbe stato logico che, in un frangente del genere, l’Europa avesse isolato la Turchia di Erdogan: tutti gli stati europei avrebbero dovuto, in segno di protesta, interrompere le relazioni diplomatiche e commerciali con la Turchia, ritirando i propri ambasciatori e ponendo serie sanzioni.
    Tanto, i profughi curdi e siriani, in un frangente del genere, in Europa arrivano lo stesso.

  4. Sandro Russo

    12 Ottobre 2019 at 07:08

    Da un articolo di Michele Serra su la Repubblica di oggi 12 ott. dal titolo “Che cosa possiamo fare”, prendiamo la conclusione che è nello spirito in cui abbiamo proposto la vicenda curda ai nostri lettori (l’articolo completo è sul sito di Repubblica on line):

    “(…) Quanto a noi come opinione pubblica, in attesa che qualche piazza, sperabilmente più di una, dia ospitalità al nostro desiderio di manifestare vicinanza a quel popolo senza Nazione, abbiamo la facoltà, non così secondaria, di parlare, leggere, scrivere, organizzare incontri pubblici, raccogliere fondi, manifestare ad alta voce il nostro pensiero. Documentarci e approfondire. Accompagnare alle emozioni, che da sole non bastano mai, la conoscenza. Non dimenticando che, oltre ai curdi, c’è un altro popolo sotto schiaffo e bisognoso della nostra solidarietà: sono i turchi democratici, l’opposizione vessata eppure viva e vegeta (anche elettoralmente) che Erdogan non è riuscito a liquidare. Rischiano, manifestando nelle loro città, cento volte più di noi. Mai dimenticare, nemmeno per un secondo, che grande privilegio è la libertà.”

  5. Michele Serra - Redazione

    14 Ottobre 2019 at 12:51

    Abbiamo scritto a Michele Serra, l’altro ieri, per informarlo di aver citato un suo articolo.

    Gent. Serra
    Da sempre in sintonia con le sue analisi e i suoi scritti, spesso li utilizziamo per rendere più interessanti e attuali i nostri articoli.
    Qui sulla questione curda (articoli e commenti):
    https://www.ponzaracconta.it/2019/10/08/la-questione-curda-latina-oggi-e-ponzaracconta/

    Cordiali saluti e buon lavoro
    Sandro Russo (dalla redazione)

    Ieri ci ha risposto

    Grazie, caro Russo, ho letto con interesse. Felice di essere citato. Buon lavoro
    Michele Serra

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