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Amelia Earhart. La passione per il volo e il coraggio nel sostenerla (5)

di Emilio Iodice
(traduzione di Silverio Lamonica)

 .

Il volo trans-Atlantico in solitaria

Il Lockheed Modello 5B Vega di Amelia Earhart

Il 20 maggio 1932, a distanza di cinque anni dal giorno successivo in cui Lindberg effettuò il suo storico volo oltre Atlantico, Amelia Earhart si cimentò finalmente nel suo volo in solitaria. Durante quei cinque anni, molte donne avevano preso a volare ed erano alla ricerca di un record. Fallirono tutte.

Amelia, non volendo allertare la stampa, preparava in segreto il suo tentativo. Alcuni giorni prima del volo, si mise in giro per casa con George. Raccoglieva foglie (il suo unico esercizio). Esaminò le testimonianze del suo libro futuro The fun of it … Bernt Balken, uno dei suoi consiglieri, era impegnato nell’aeroporto privato Teterboro, New Jersey, a preparare il suo Loockhed Vega; la stampa riportò che stava prendendo in prestito l’aereo, per volare al Polo Nord. Quindi, nella mattinata del 20 maggio 1932, Amelia si recò all’aeroporto, saltò sul suo aereo e se ne andò da sola attraverso l’oceano, diretta a Parigi (Karbo) .

Era una giornata limpida, condizioni perfette per volare. Decollò e atterrò a Newfoundland per il rifornimento. Si alzò fino a 12.000 piedi e seguì con cura la rotta polare orientale, verso l’Europa occidentale. Nel sole al tramonto, vide un iceberg con prismi simili a colori. Improvvisamente l’altimetro si fermò, ma non era preoccupata; era una pilota esperta. Poteva calcolare l’altitudine attraverso la sua distanza dall’acqua. Alcuni minuti dopo, emerse una fiamma dal collettore di scarico. Non poteva tornare indietro; era pericoloso come continuare il viaggio. Il cielo si oscurò. Sparì la visibilità. Volava nell’oscurità; mentre un uragano con tuoni, fulmini e venti avvolse il suo aereo. Non riusciva a prendere quota.

Prima pagina di The Kingston Daily Freeman, maggio 1932
Amelia Earhart Putnam pilota con successo l’aereo attraverso l’Oceano Atlantico

Per Amelia non c’era altro da fare se non attraversare quella tempesta in volo, unendosi alla pioggia e al vento, proseguendo il suo corso con gli occhi fissi alla bussola. Presto la pioggia si mutò in ghiaccio e le apparecchiature di controllo si bloccarono, facendo ruotare su se stesso il suo piccolo aereo. Mentre precipitava verso i tappi nivei grigio-verdi, il ghiaccio si sciolse e fu in grado di riprendere il controllo. Ma alcuni minuti dopo aver guadagnato la sua altitudine di crociera, la pioggia si mutò di nuovo in ghiaccio, il parabrezza si appannò con una gelida coltre, gli ingranaggi si bloccarono e l’aereo si girò. Precipitò ancora una volta verso il mare, il ghiaccio si sciolse di nuovo durante la discesa, volava a bassa quota sul mare agitato, fino a quando sperò che il velivolo fosse sicuro per risalire di nuovo. Appena spuntò il sole, si trovò dall’altro lato della tempesta, scivolando verso l’alba. Il carburante si era esaurito per tutte le discese e ascese impreviste, azionò l’interruttore su un serbatoio di gas ausiliario, solo per sentire il carburante colare lungo il collo da una fuoruscita invisibile al di sopra della sua testa.

Amelia si rese conto che non avrebbe potuto raggiungere Parigi, l’altimetro era bloccato e l’aereo era in fiamme. “Alle 13.46 GMT (orario di Greenwich – NdT) atterrò nel pascolo di una fattoria, fuori Londonderry, Irlanda. Il volo era durato 14 ore e 56 minuti. Mentre sgusciava fuori dall’abitacolo, accorse un contadino e le chiese:
– Sei giunta volando da lontano?
– Dall’America – rispose. Non saprete mai se fosse spaventata o impazzita. Amelia riusciva ad essere laconica come un cowboy. Anche se non aveva raggiunto Parigi, come fece Lindberg, il mondo rese omaggio al suo risultato. Amelia ricevette una Medaglia d’Oro dalla Società Geografica Nazionale e il Congresso le conferì una Croce Speciale di Volo” (Karbo).

La partenza di Amelia per Londra dal Campo Darry, dopo il suo storico volo oltre Atlantico

Amelia atterrò in un campo nei pressi di una cascina a Derry. Proprietaria della casa era la famiglia Gallagher. La Signora Gallagher ricordò quanto fosse calma Earhart, aveva un tono di voce normale, sembrava che avesse appena compiuto un breve giro in auto anziché aver sorvolato l’oceano. Amelia non aveva bagagli o indumenti all’infuori di quelli che indossava.

Anche se non aveva raggiunto Parigi, come fece Lindberg, il mondo rese omaggio al suo risultato. Amelia ricevette una Medaglia d’Oro dalla Società Geografica Nazionale e il Congresso le conferì una Croce Speciale di Volo” (Karbo).
La famiglia la invitò a rimanere; accettò dal momento che a loro non importava il suo semplice aspetto. I Gallaghers furono contentissimi, ricordando la gentilezza e la generosità della loro visitatrice.

Il volo in solitaria attraverso il Nord America
Sarebbe stata la prima donna a volare in solitaria attraverso il Continente Nord Americano.

Il 25 agosto 1932 Amelia Earhart “diventò la prima donna a volare no stop attraverso gli Stati Uniti. Earhart pilotò il suo Loockeed Vega 5B da Los Angeles a Newark nel tempo record di 19 ore e 5 minuti. Con i 3986 chilometri percorsi, pari a miglia 2477, fu stabilito un record di volo femminile di distanza/tempo. La velocità media registrata dalla Earhart nel battere il record di volo, fu di 206.42 chilometri orari, pari a 128,27 miglia, ed effettuò la gran parte del volo ad un’altitudine di 3.048 metri, pari a 10.000 piedi. Nemmeno un anno dopo, Earhart avrebbe stabilito un nuovo record di velocità trans-continentale, a livello mondiale. Effettuando il medesimo volo in un tempo record di 17 ore e 7 minuti” (Museo Nazionale Aerospaziale, 1932: Amelia Earhart vola non stop attraverso gli USA. ) .

Dal 1930 al 1935 Amelia Earhart stabilì sette record femminili sulla velocità e sulla distanza.

“L’11 gennaio 1935 la Earhart divenne la prima aviatrice a volare in solitaria da Honolulu, Haway, a Oakland, California. Questo volo transoceanico che si era riservato, fu tentato da molti altri, in particolare dagli sfortunati partecipanti alla Gara Aerea Dole del 1927 (dei 18 piloti, 10 morirono e solo 2 completarono la gara), mentre per lei fu audace ma di routine e senza guasti meccanici. Nel corso delle ultime ore, lei addirittura si rilassò ascoltando l’opera lirica, trasmessa dal Metropolitan di New York” (Da: Amelia “ The Centennial Biography of an Aviation Pioneer di Brassey). Dopo pochi mesi volò in solitaria da Los Angeles a Città del Messico. Quell’anno Amelia partecipò a gare aeree su lunga distanza, in cui molti aviatori persero la vita.
Decise che era giunto il momento di affrontare la sfida finale: volare attorno alla Terra.

L’ultimo volo
Alcuni piloti avevano circumnavigato sei volte il globo, quando Amelia Earhart decise di volare attorno al mondo. Ciascuno prese le rotte più brevi e sicure. Amelia, invece, voleva andare più lontano rispetto agli uomini. Il suo sarebbe stato il volo più lungo: 29.000 miglia. Era il suo sogno.

Cominciò a prepararsi nel 1935. Era un membro di facoltà in visita (libero docente) nel Dipartimento di Aeronautica della Purdue University, dove ha insegnato, dando suggerimenti e consigli alle donne in carriera.
Nel 1936 pianificò i dettagli del suo volo intorno al mondo. L’Università aiutò finanziariamente l’impresa con George Putnam e una schiera di investitori. Avrebbe circumnavigato in volo il globo, seguendo la rotta dell’equatore.

Il piano di volo di Amelia Earhart; 1937

Era un’audace e scoraggiante impresa, estremamente costosa. Le occorreva un nuovo aereo, progettato apposta per la sfida. La Loockheed Aircraft Company costruì su misura per lei, un Electra 10E. Furono istallati serbatoi di carburante aggiuntivi e furono effettuate modifiche alla fusoliera per far fronte a voli su più lunghe distanze e con varie condizioni metereologiche.

Come suo ufficiale di rotta fu scelto Fred Noonan. Era un abile pilota dei cieli, ed era esperto nella navigazione marittima ed aerea. Noonan stabilì le rotte degli idrovolanti China Clipper della Pan American Airlines che incrociavano negli oceani. Addestrava gli ufficiali di rotta a volare da Manila a San Francisco. Noonan conosceva bene il Pacifico. Il piano di Amelia prevedeva per lui la navigazione dalle Hawaii all’isola Howland. Era la parte più pericolosa del viaggio. A quel punto il capitano Harry Manning, un ufficiale di rotta e marconista di talento, avrebbe accompagnato Amelia fino a raggiungere l’Australia e poi lei avrebbe continuato da sola.

Iniziarono immediatamente problemi tecnici. Nel primo tratto del viaggio da Oakland ad Honolulu si verificarono intoppi di lubrificazione all’elica. Più tardi collassò il carrello anteriore di atterraggio, le eliche rimasero danneggiate e l’aereo slittò sulla sua pancia. Il volo fu annullato. L’Electra ritornò alla Loockheed.

The Purdue Exponent: “Earhart inizia il volo intorno al mondo”

Amelia e George Putnam studiano la mappa del volo intorno al mondo; 1937

Un secondo tentativo avvenne con preparazioni segrete. Earhart volò da Oakland a Miami e annunciò pubblicamente il suo progetto di circumnavigare il globo. Avrebbe volato da Est ad Ovest. Il nuovo piano scaturì dal risultato degli schemi riguardanti i cambiamenti dei venti e del tempo. Lei e Fred Noonan partirono il 1 giugno 1937. Effettuarono numerose fermate in Sud America, Africa, nel subcontinente indiano e nel Sudest Asiatico. Il 29 giugno arrivarono a Lae, Nuova Guinea, dopo aver percorso 22.000 miglia. La più lunga distanza mai percorsa in volo. Si intravedeva la fine della loro avventura.

L’ultimo tratto era un percorso finale di 7.000 miglia attraverso il Pacifico. Il 2 luglio 1937 partirono dal campo aereo di Lae per l’isola Hawland, che era una piccola terra di 1,7 miglia quadrate nel mezzo del Pacifico. La prova che Earhart e Noonan dovevano affrontare, consisteva nel raggiungere l’isola guidati solo da una bussola. Fu descritta come “stare in cima all’Empire State Building e provare a colpire l’occhio di un toro su un dardo, appeso sulla Statua della Libertà a 5 miglia di distanza” (Karbo).

Fuori l’isola di Howland era ormeggiata la nave guardiacoste americana, il cutter Itasca. Dalla nave partì una colonna di denso fumo nero, come segnale di aiuto per facilitare Amelia nell’avvicinarsi all’isola.
Il cutter ricevette un paio di trasmissioni radio, però l’aereo non arrivò mai.

Sparì e partì la ricerca più grande e più lunga della storia mondiale.

[Amelia Earhart (5)Continua]

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