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“Carta canta…” Assicuriamoci però che cantino “tutte” le carte, nessuna esclusa

di Silverio Lamonica

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Per un senso di profondo rispetto verso i lettori di Ponzaracconta, perché “tirato in ballo” da Sandro Russo nell’articolo “Un archivio fotografico per Ponza del 1.08.2019 (leggi qui), in cui leggo testualmente:

“Vorrei anche rimarcare che questo è stato l’ultimo articolo che Silverio Lamonica ha pubblicato su Ponzaracconta, poi per motivi imperscrutabili, ha interrotto la collaborazione con noi; nei commenti seguiti all’articolo traspare la delusione di Vincenzo Ambrosino e mia, che scrivevo, poco di un mese dopo: (…)”.

…Cui seguono le affermazioni “carta canta” e, più erudita, “scripta manent” e altri allegati, preciso che al suddetto articolo mancano le seguenti “carte “:

 

a) Da: Epicrisi 196. Dalla malinconia dell’autunno all’isola difficile, di Rosanna Conte – Ponzaracconta del 14.10.2018:

“Infine, basti pensare che di un convegno sul museo Giornata culturale Scic a Ponza: il museo che verrà, così importante, non sia stata data notizia al delegato alla Cultura né al Centro Studi in tempo utile per partecipare, visto che l’hanno appreso dalla comunicazione pubblica su Ponza racconta solo ieri, sabato 13. Fino a quel momento si sapeva che martedì sarebbe venuto il prof Padiglione, di sua iniziativa, a parlare col sindaco. Conoscendo le pregresse richieste del professore al comune di Ponza di saldare quanto pattuito con la precedente amministrazione, si poteva pensare ad un incontro in cui l’interesse culturale avesse ben poca voce in capitolo.

C’è da dire ancora che né il Centro Studi né Ponzaracconta, che pur hanno mostrato uno spessore culturale in grado di offrire contributi alla discussione o alla raccolta di idee previste  per quella giornata, hanno ricevuto un invito. Solo sabato sera alle ore 21,30 hanno appreso, sempre da un commento alla precedente comunicazione (sic!), che la loro presenza era contemplabile. La toppa è peggiore del buco

Un incontro di questo tipo andava comunicato in maniera ufficiale e con largo anticipo per permettere a tutti di organizzarsi per la partecipazione. Se si vuole un museo come cuore pulsante della comunità bisogna avere pazienza, costanza e rispetto per gli altri, e se questo incontro ha veramente lo scopo di coinvolgere i ponzesi nella nascita del loro museo, sta partendo, purtroppo, col piede sbagliato. Al Centro Studi non è stato neanche chiesto di mantenere i pannelli della mostra sulla colonizzazione di Ponza nel ‘700 che avrebbero potuto costituire una voce locale non disprezzabile per chi viene da fuori, visto che immagina una sala intitolata La nuova Ponza: Borbonici illuminati tra soldati, disterrati e schiavi arabi come forzati. “Razionalismo ed effetti scenici nel rinnovato assetto urbanistico del porto, riprogettato dal maggior Antonio Winspeare e dall’arch. Francesco Carpi”.

E sì, Ponza è un’isola difficile! Credo che se “siamo alla frutta”, a Ponza, lo dobbiamo a comportamenti del genere che tendono ad escludere invece che ad includere.
 Menomale che a risollevare un po’ il tono della settimana c’è il vino, ovviamente di biancolella”…

Sono rimasto allibito per il tono della “epicrisi” e il suo contenuto, specie per la frase riportata in grassetto (il “fuoco amico” cui accennò Vincenzo Ambrosino)

Come incaricato al Museo sono stato maldestro nel non invitare tutti all’inizio, inviando inviti tardivi dopo. Lo ammetto. Del resto i tempi erano troppo stretti, a causa dei numerosi impegni del Prof. Padiglione e della equipe di studiosi al suo seguito, per cui è stato fatale l’errore degli inviti. Però una reazione del genere da una redazione come Ponzaracconta, cui penso di aver dato un certo contributo, proprio non me l’aspettavo.

Inoltre preciso che l’invito tardivo lo ricevette anche l’Associazione Cala Felci però con la signorilità che distingue quei dirigenti ( Franco Schiano e Monia Sciarra) ebbi da loro una loro relazione che puntualmente lessi nel corso del dibattito.

Da Ponzaracconta, dalle relativa “Associazione” e dal “Centro Studi”: nulla. Come pure dal Gruppo Consiliare di Minoranza, il cui capogruppo, guarda caso, fece la stessa, identica osservazione di codesto gruppo redazionale: “La toppa peggiore del buco”. Consentitemelo: ho avuto il primato di mettere d’accordo Ponzaracconta e chi definisce codesto sito “raccontaballe”.

b) Infine l’altra doccia fredda (o bollente non saprei), la lettera privata del redattore capo:

———- Messaggio originale ———-
Da: Alessandro Russo
A:  Lamonica Silverio
Data: 27 gennaio 2019 alle 18.15
Oggetto: Nessun rimpianto

Caro Silverio, 
dopo averci molto pensato (e senza alcuna speranza né interesse a farti cambiare idea) mi sono deciso a scriverti.

Penso che togliere la collaborazione e la parola a tutta Ponzaracconta (a tutti i redattori del sito ‘en bloc’) sia stata una reazione stupida e puerile; in una questione in cui tu non ti sei comportato proprio correttamente e in cui, soprattutto io, ti ho aiutato per tutto quel che mi hai chiesto. Mentre altri sono stati del tutto neutri e altrettanto incolpevoli.

Ma va bene così; del fatto che le nostre strade si siano divise non sento responsabilità alcuna. E nessun rimpianto.
Wish you all the best
S.R.

…Cui risposi in sostanza che il torto, di solito, non sta da una sola parte. E rimarco quel: senza alcuna speranza né interesse a farti cambiare idea”. In pratica Sandro Russo mi ha detto: o collabori o non collabori, per Ponzaracconta è la medesima cosa.

Queste sono le altre “carte”
Chiedo scusa ai lettori di Ponzaracconta se li ho annoiati.

4 Comments

4 Comments

  1. Martina Carannante

    6 Agosto 2019 at 17:56

    Non vorrei andare troppo controcorrente o sembrare troppo saccente, ma quando leggo e soprattutto quando scrivo, mi immedesimo nelle persone a cui arriverà il mio messaggio.. Ecco, a tal proposito esorterei tutti gli scriventi proprio verso questa direzione.

    Si scrive per comunicare o divulgare un messaggio. In questo pezzo, che si voleva dire?!
    Perché – e mi scuso ancor una volta in anticipo -, proprio non si capisce altro, se non un “risciacquiamo dei panni che non erano usciti bene!”
    Colpa tua… colpa sua… colpa loro… Tu hai detto così; quello ha risposto colì, ok… Ma ‘sto MUSEO?!
    – C’è volontà di fare qualcosa oltre le chiacchiere?
    – Dalle pagine di Ponzaracconta sono uscite triliardi di idee, ma sono o saranno prese in considerazione??
    – Il Museo sarà il “gioco” di alcuni o verrà allestito da tanti e destinato a tutti?!
    – La “questione Padiglione” come si è conclusa, se si è conclusa?!

    Ecco, penso che queste siano le domande del lettore-ponzese e non medio di Ponzaracconta; le beghe personali, le antipatie ecc.. qui non hanno mai trovato posto ed immagino / spero, mai lo troveranno.

  2. Sandro Russo

    6 Agosto 2019 at 21:14

    Tutto voglio fare, in questo mio commento (dovuto) all’articolo di Silverio, meno che entrare in polemica con lui, capitano di lungo corso delle politica ponzese.
    Quali ‘brucianti’ offese abbia ricevuto da noi di Ponzaracconta ciascuno può leggerle (finalmente in tutta la loro completezza e gravità!) e farsi un’idea.
    Ma restiamo allo specifico.
    Lamonica non ha avuto in questa Amministrazione la Delega dal Sindaco per andare d’accordo con Ponzaracconta né con il suo caporedattore; men che meno per ripetere le idiozie stantie dell’ex-ex sui raccattapalle.
    Ma soltanto per concretizzare il progetto del Museo.
    Il mio articolo aveva questo punto al centro: di come sono state disattese delle aspettative, di come gli esiti di un Convegno anche importante per temi e partecipazione si siano ridotti a comunicazione privata; di come non si veda la luce di un’iniziativa costruttiva, piccoli o grandi passi che siano.
    Nell’articolo di Silverio non ho letto nessuna di queste riposte.
    Se ha qualcosa da dire è solo su questi temi che è possibile un confronto.

  3. Enzo Di Giovanni

    6 Agosto 2019 at 22:16

    Caro Silverio, lo confesso, oggi.
    Fui profondamente amareggiato all’epoca dei fatti da te menzionati.
    Dire “sono stato maldestro” è un tentativo di mettere la classica pezza a colore, per giunta piuttosto tardivamente.
    Perché il punto non è, come vorresti far apparire, un mero errore di forma, come quando nel compilare la lista degli invitati ad un matrimonio si dimentica un cugino di secondo grado.
    Sai benissimo – perché ti ho sempre invitato in tale direzione – che solo la collegialità può salvare quest’isola dalla continua erosione (uso non a caso questo termine) a cui siamo sottoposti da troppi anni, anni in cui stiamo perdendo sempre più territorio, socialità, programmazione.
    E’ sotto gli occhi di tutti che non vi è, e non certo da oggi, una classe politica in grado di andare oltre l’ordinario, di avere una visione di sviluppo futuro.
    Ponza è a pezzi.
    Nel senso letterale: non vi è nemmeno la parvenza di una società civile coesa da cui possa nascere la speranza di tracciare una rotta.
    Si naviga a vista, nel buio assoluto.
    Non abbiamo bisogno di simposi, convegni cattedratici in cui qualcuno venga a dirci, in un compartimento stagno, quello che va fatto nell’interesse non si sa di chi.
    Quando ho accettato la difficile sfida di creare un cartellone di eventi culturali sapendo di andare incontro ad un compito per lo meno arduo, l’ho fatto coinvolgendo per quanto possibile quella Ponza che ancora resiste: era l’unica cosa che mi interessava, che ci deve interessare tutti, perché non abbiamo altra strada.
    Purtroppo uno scritto come il tuo testimonia come tu ancora non abbia compreso l’importanza del compito, della “missione” che ci attende.
    All’epoca dei fatti, dicevo, io evitai di entrare in polemica nonostante l’amarezza provata.
    Oggi, vedere trasformare un dibattito che dovrebbe essere “alto” in bega da cortile, trasforma l’amarezza di cui sopra in delusione.
    Ma essendo io un inguaribile ottimista, spero da ciò possa nascere un confronto vero, perché il tempo dei personalismi è finito.

  4. silverio lamonica1

    6 Agosto 2019 at 22:58

    A Martina, Sandro ed Enzo replico:

    Sandro Russo nel suo articolo si chiedeva perché io abbia interrotto “inspiegabilmente” la collaborazione con Ponza Racconta.
    Ho esposto i fatti.
    Per quanto riguarda il resto, riferirò molto presto a chi di dovere: il Sindaco di Ponza, unica sede istituzionale cui sono tenuto a riferire i problemi che riguardano il mio incarico, prima di renderli pubblici.

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