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Per i diecimila di Ponzaracconta. Io sono Mattia…

di Giuseppe Mazzella di Rurillo
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Cari amici di Ponzaracconta,
io sono Mattia e vi scrivo da Ischia. Per effetto della “trasmigrazione delle anime” o per i casi dell’eternità della vita mi sono trovato 10 anni fa ad occupare il corpo del mio discendente Giuseppe della “razza Rurillo”, un ramo della vasta famiglia Mazzella che si insediò a Campagnano, un piccolo villaggio di contadini fuori dalla “Città” che stava nel Borgo di Celsa verso il XVI secolo.

La famiglia è vasta ed è divisa in diverse “razze” che hanno ciascuno un soprannome (*); quello che adesso in telematica si chiama “nickname”.
Queste “razze” si sono sparse in tutto il mondo ma sempre Mazzella sono. Ma il soprannome da noi è più importante del cognome. Siamo figli del popolo minuto ed i cognomi sono sempre gli stessi.

La “razza Rurillo”, ricordo bene, stava a Campagnano con la mia che era quella di “Mazzatosta”. Eravamo molto poveri. Così accettai l’offerta del Governatore nel 1734 di trasferirmi nell’isola di Ponza, a 44 miglia da Ischia, perché il nuovo Re regalava la terra. Vivevo con mia moglie in una grotta a San Pancrazio, proprio a picco sul mare, ed ero “ bracciale” o “bracciante agricolo”. Non sapevo né leggere né scrivere.
Prima di partire, nella primavera del 1735, andai a salutare i “Rurillo” e Ciccillo, il capo famiglia, mi disse che anche lui voleva trovare un’altra sistemazione più redditizia e che aveva in animo di trasferirsi a Casamicciola perché aveva trovato moglie lì e si poteva comprare con la dote della moglie un pezzo di terra in località Montecito, dove la terra costava poco sia perché là avvenivano spesso terremoti, sia perché la località d’inverno non aveva sole per effetto della montagna “Capa dell’uomo”.

Molti anni più tardi il mio discendente Giuseppe Mazzella di Rurillo è venuto a Ponza con il suo amico di scuola Gianni Vuoso – una “razza” di artigiani che scende da Testaccio che è un’altra piccola frazione del Comune di Barano da dove viene mia moglie Grazia Arcamone della “razza Bannera” – ed ha conosciuto tanti amici.

Così abbiamo ripreso i legami storici dopo 134 anni.
Su “Ponzaracconta” ho trovato tantissime cose interessanti e mi è piaciuto questo ritrovarsi dopo tanto tempo.
Vi faccio tanti auguri per i 10mila articoli e spero che questi legami siano mantenuti per sempre.
Vostro Mattia Mazzella “Mazzatosta”

Arrivederci, amici di Ponzaracconta; Gianni e io contiamo di venire quest’anno a Ponza in agosto.
Giuseppe Mazzella di Rurillo

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(*) – Ho messo un po’ di fantasia nei “ soprannomi”. Ad Ischia sono centinaia. E sono antichissimi. I soprannomi individuano le “razze” più dei cognomi che sono originalmente poco più di una decina nel “popolo minuto”.
Abbiamo le “razze” di “Pisciacuollo”, “Dondò”, “Quacchione”, “Ramagno”, “Pacche ’e vitre”, “Pasta e’ fave”, “Zelluso”, “Guardiagallina”, “Cazzo ’e fierro”, “Mazzatosta”, “Culacchione”, “Piscellino”, “Pacione”, “Feroce”, “Beresino”, “Bannera”, “Vuallarella” e tantissimi altri. Sono soprannomi antichi che sono stati trasmessi alle “razze” per secoli. Non c’era offesa nella “denominazione”.
Che Mattia sia stato un “Mazzatosta” non potrei dirlo con certezza. Questa è una tradizione orale. So comunque che un Mazzella “Mazzatosta” c’è ancora a Campagnano. Così come c’è un “Rurillo” a Casamicciola.