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Dribblata la cifra di diecimila articoli, voglio prendermi la libertà di scrivere un’epicrisi sui generis. Piaccia o non piaccia, poco mi interessa. Del resto “una tantum… “ con quel che segue.
Non mi piace fare classifiche né dare preferenze, ma sono convinta che questa settimana un posto di assoluto rilievo spetti a Rita.
Con la sue ultime due puntate di “Historia del Caffè Tripoli” (2) [3] (3) [4] – la prima [5] è della settimana scorsa – e il suo contributo in occasione del traguardo del sito, ha scritto in assoluto alcune tra le cose più belle pubblicate sulle nostre pagine. Tant’è che l’Historia è sembrata troppo corta, e i 10.000 [6] sono da leggere e rileggere.
Credo che le cose che racconta e il modo in cui lo fa, l’attenzione, il calore, l’ironia, la tenerezza, ma anche la precisione, lo stile sempre scorrevole e garbato, ne facciano, da ponzese, la narratrice di Ponza per eccellenza.
Una presenza che dà lustro a Ponzaracconta. Anche se per sua scelta Rita ha preferito non fare più parte della nostra redazione, i suoi interventi lasciano sempre il segno, e ci fanno più ricchi e più belli.
A questo punto, dopo essermi attirate addosso le antipatie dei più, rientro nel solco della normalità per apprestarmi alla disanima (più o meno) dei numerosi altri pezzi pubblicati negli ultimi giorni, davvero vari per argomento.
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Francesco De Luca tratteggia la figura carissima a tutti i ponzesi di Elio Altomare [8], il comandante, con il destino scritto nel nome, tra mare e sole; nel secondo scritto dedicato ad “Andar per cale (2) [9]“ ci ricorda, grazie a Francuccio e alla sua canoa, una scomoda spiaggetta prima di Punta del Fieno; mentre con “La prima cioccolata” [10], raccoglie la testimonianza di Maria Antonietta Baglìo legata allo sbarco degli alleati nel 1944. Impressionante l’immagine di Chiaia di Luna che correda il testo: proprio difficile da cancellare dagli occhi, come scrive Sandro Russo nel suo commento.
Tanti avvenimenti si susseguono intanto sull’isola, tra storia, cultura, incontri gastronomici: Amatrice sbarca… a Ponza con una serata dedicata a un piatto tipico dell’Alto Lazio, la ‘panonta’ [12]; “Una storia di guerra e di eroismo nel mare di Ponza [13]“ rievoca, grazie all’impegno di Enzo Di Fazio, il tragico naufragio della nave americana LST 349 avvenuto nell’inverno del ’44: alla rievocazione è abbinata una mostra fotodocumentaria.
Rimanendo in tema, partono finalmente anche gli appuntamenti che fanno parte della manifestazione “Mare di Circe” [15], con 40 eventi in programma, e soprattutto si spera con un progetto a più ampio respiro e allargato anche agli altri mesi dell’anno.
Anche nel vicino Parco del Circeo intanto prende l’avvio la manifestazione promossa dall’istituto Pangea e l’Ente Parco, dal titolo “Ospiti del Parco [16]“, che offre la possibilità di svolgere ben 37 tipi di attività, da ora a settembre.
Isidoro Feola ci segnala un’altra importante presenza di ponzesi all’estero, con Italo Scala [18] che a Montevideo (Uruguay) svolge l’attività di “taxi del mare” (“lanchas de trafico”), dove “lancha” assomiglia tanto al termine isolano “lanza” (barca). L’ennesima conferma che i ponzesi sono davvero in tutto il mondo, in America e Sudamerica in particolare. E sono sicuramente tanti anche in una città molto più vicina al nostra arcipelago, Napoli, da dove proprio ieri è ripreso il collegamento estivo Snav, [19] che toccando anche Ischia e Ventotene resterà attivo fino a settembre.
Brutte notizie arrivano dalla cronaca proprio in questi giorni per alcuni incidenti in mare (vedi in Rassegna Stampa [20] degli ultimi tre giorni): prima al largo di Le Forna, poi a Palmarola e ancora tra Anzio e Ponza si sono verificati degli episodi che avrebbero potuto avere anche conseguenze molto più gravi. E’ una preoccupante coincidenza che si verifica spesso, il susseguirsi di certi accadimenti: fatto sta che anche i diportisti, come chi guida l’auto, sono sempre più distratti… e anche meno preparati. Le raccomandazioni sono inutili. E l’estate è appena iniziata.
Concludiamo da dove abbiamo cominciato, con una panoramica degli scritti pubblicati per i diecimila articoli da redattori e collaboratori, perfino dal nostro giovane webmaster Antonio Capone. Naturalmente (noblesse obblige, come si suol dire), a partire dalla direttora [22], cioè da me. Seguono in ordine casuale che non è neanche alfabetico, Francesco De Luca [23], Rita Bosso [6], lo stesso Capone [24], Giuseppe Mazzella [25] (mimetizzato da un titolo ispirato a un saggio di Umberto Eco sui mezzi di comunicazione di massa); Gabriella Nardacci, che ha trasformato il suo amore per la nostra isola, di cui parla sempre con tenerezza e passione, in un libro, e che intitola il suo scritto “A malapena vedevo l’isola di Ponza [26]“. Ci dà un abbraccio tondo come i nostri diecimila.
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Cosa volere di più? Attenzione però. Sono in arrivo ancora tante testimonianze per l’indimenticabile ricorrenza. Una promessa o una minaccia? L’unica consolazione per i nostri lettori è che almeno poi… fino ai ventimila potranno stare tranquilli.
Immagine di copertina: Giuseppe Boschetti. 2003. Santarcangelo. Olio su tela