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Diecimila

di Rita Bosso
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Diecimila: una cifra importante, da festeggiare …. Oddio, cosa mi metto? Cosa porto: meglio i fiori o una bottiglia?

Diecimila: un traguardo da celebrare con uno scritto adeguatamente retorico, necessariamente augurale, opportunamente commemorativo… dove sarà finito, quel benedetto quaderno delle frasi fatte?

Diecimila: da champagne a fiumi e da mega-torta … ci vorrebbe Assuntina, la moglie di Giggino. Lei sì che impastava bei casatielli.

Diecimila: sai che fatica per quel povero uno, a trascinarsi dietro tanti zeri.

Diecimila: buoni! se fossero euri.

Diecimila: se ogni articolo servisse a liberare un centimetro di spiaggia, avremmo cento metri di mare accessibile, per camminare sulla battigia, portare a spasso il cane, leggere il giornale, per il neonato e per il vecchio. Per tutti.

Diecimila: se ogni articolo fosse venduto a venti euro, si raggranellerebbero i duecentomila euro necessari a recuperare la Cisterna della Parata.

Diecimila: non è che li abbia letti tutti, onestamente. Salto per principio gli articoli che raccontano, talvolta molto bene, ma nulla hanno a che fare con Ponza. Nondimeno, capisco le buone intenzioni di chi li raccoglie. Di quelli che leggo, non sempre comprendo il senso né in quale direzione vadano: è un mio limite.

Diecimila, a cui sommo le parole immortali del grande Fëdor (*):

..E ti domandi: dove sono andati i tuoi sogni?
E scuotendo la testa dici: come volano veloci gli anni!
E di nuovo ti chiedi: cosa ne hai fatto della tua vita?
Dove hai seppellito i tuoi giorni migliori?
Hai vissuto oppure no?
Guarda, ti dici, guarda, come giunge il freddo nel mondo.

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(*) – Citazione da: Le notti bianche, un racconto giovanile di Fëdor Dostoevskij, pubblicato per la prima volta nel 1848 (nota a cura della Redazione)