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Bambini plagiati (5)

di Patrizia Montani

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Grande rilievo in questi giorni sui media alla cosiddetta “inchiesta sugli affidi” e alla sospetta manipolazione di bambini condotta dalla Magistratura di Reggio Emilia per cui sono stati emessi numerosi provvedimenti cautelari.
Sulla materia – delicatissima – non poteva non esprimere il suo parere la nostra pediatra.

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Sono molto preoccupata per il modo approssimativo con cui è stata data la notizia dei bambini plagiati.
Sono preoccupata per i soliti “mostri in prima pagina” senza nessun approfondimento, senza nessuna verifica, senza nessuna replica da parte degli interessati.

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Prima di tutto mi chiedo perché specialisti di abusi sull’infanzia avrebbero fatto tutto ciò; per lucro?
Lo escludo, professionisti a quel livello possono guadagnare molto con altri mezzi, senza esporsi al rischio penale, compiendo un’azione così grave.

Nessuno spiega a chi dà la notizia che quando si sospetta che un bambino abbia subito un abuso, in senso lato, non si può procedere come con gli adulti, ponendo le domande e verbalizzando le risposte.
Il bambino non immagina che ciò che ha subito non accade a tutti i bambini, non immagina che ha il diritto di difendersi e di ribellarsi, non immagina che i suoi familiari, pur volendogli bene, possono fargli del male.

Le domande vanno fatte con una tecnica rispettosa ma precisa, utilizzando disegni e domande di verifica.
Non si può porre la domanda diretta, il bambino potrebbe rispondere in modo vago, oppure a caso, a volte sì a volte no.
Tutto questo viene chiamato “lavaggio del cervello”(paurosa povertà di linguaggio).
Qualcuno poi dovrebbe spiegare che cosa è questo apparecchio ad impulsi elettronici che fa perdere la memoria! Uno strumento di tortura del Kgb?

Altra grande difficoltà in questi casi è il tipo di legame che ogni bambino ha con i suoi genitori: contrariamente a quello che si crede l’amore e la fiducia dei bambini nei confronti dei genitori è incondizionato, egli dipende da loro in tutto e per tutto.
Ritrattano le donne adulte vittime degli uomini, ritrattano le vittime della Mafia, ci si stupisce che possa ritrattare un bambino?

 

[3]

Le immagini sono tratte da un classico della manipolazione (anche) sui bambini, che qui si difendono benissimo: La morte corre sul fiume, un film del 1955 diretto da Charles Laughton, alla sua prima ed unica regia. Con una grande interpretazione di Robert Mitchum. Tratto dal romanzo The Night of the Hunter di Davis Grubb