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Bambini (4). Libri e telefonini

di Patrizia Montani
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Avete mai visto un bambino di otto mesi con un libro in mano? Forse no.
Ed avete mai visto un bambino di quell’età con un telefono cellulare in mano? Sicuramente sì.
Nati per leggere (NPL) è una iniziativa nata quasi 20 anni fa da pediatri e bibliotecari, aperta a genitori ed insegnanti, che si propone di leggere ai bambini in età prescolare, storie a loro adatte.
L’obiettivo è sviluppare l’amore per la lettura e promuovere lo sviluppo cognitivo e affettivo.
La lettura dialogica, quella cioè che consente al bambino di interrompere, domandare e cambiare la storia, arricchisce il linguaggio e il ragionamento e crea un legame solido e profondo tra chi legge e chi ascolta.
Il sito www.natiperleggere.it [2]  fornisce informazioni ai genitori, agli insegnanti, ai volontari.

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La promozione dello sviluppo emozionale e cognitivo del bambino attraverso la lettura si aggiunge alle raccomandazioni strettamente mediche che pediatri e ginecologici forniscono ai genitori o a coloro che vogliano procreare consapevolmente.
La prevenzione di alcune malattie si fa attraverso l’assunzione di acido folico (*), la conferma dell’immunità per alcune malattie (**) e l’astensione dall’alcool già prima del concepimento. Successivamente è importante che la futura mamma non fumi e che allatti al seno. Il bambino fino a due anni deve dormire a pancia all’aria e deve essere vaccinato.
Sottolineo in particolar modo l’importanza della prevenzione degli incidenti domestici (prima causa di morte nei bambini da 1 a 12 anni, almeno nel mondo occidentale).


Note
(a cura della Redazione)

(*) – Acido folico o Vit. B9. Se si programma una gravidanza la supplementazione di 0,4 mg di acido folico al giorno riduce del 50% il rischio di malformazioni del tubo neurale (spina bifida e anencefalia): fortemente raccomandata dal Ministero della Salute e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a partire da un mese prima del concepimento fino al terzo mese di gravidanza.

(**) – Soprattutto la rosolia e l’epatite B, ma anche la varicella e la pertosse, sono malattie che possono avere conseguenze sul feto: confermare di esserne immune ed eventualmente fare le vaccinazioni.

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