Attualità

Il giorno di Mimmo Lucano alla Sapienza

di Lucia Francesca Di Giovanni

 

‘’Siamo l’onda rossa che contrasta l’onda nera’’.

Le parole di Mimmo Lucano riecheggiano da lunedì 13 maggio all’università La Sapienza di Roma.

Qualche giorno prima, il movimento neofascista di Forza Nuova aveva dichiarato di voler impedire il programmato discorso di Lucano alla Sapienza, imponendo la propria presenza a Piazzale Aldo Moro (ingresso dell’università) dalle 14.30, per ostacolare ed intimidire chiunque volesse assistere alla lectio magistralis del sindaco (sospeso) di Riace.

Ma La Sapienza dice no.

Viene organizzata una contro-manifestazione da parte di studenti e studentesse, docenti, ricercatori e ricercatrici, organi amministrativi e di tutti quelli ai quali l’università “appartiene” veramente. L’intento è quello di riuscire a raggiungere piazzale Aldo Moro e di occuparlo organizzando un sit-in, per impedire al partito di estrema destra di muovere anche un solo passo all’interno dell’ateneo.

Alle ore 11 inizia il corteo, un gruppo di studenti scende le scale della facoltà di lettere intonando ‘Bella ciao’.

Su quelle stesse scale, accanto all’ingresso c’è una targa che recita:

“In memoria di Paolo Rossi qui ucciso dai fascisti il 27-4-1966. Studenti antifascisti.”

Il corteo man mano si allarga, diventiamo sempre più numerosi, é davvero un’onda, si raggruppano studenti di tutte le facoltà, ma non solo: ci sono varie associazioni, come l’A.N.P.I. e Mediterranea, e singoli cittadini antifascisti venuti a sostenere Mimmo Lucano.

La madre di un ragazzo (Renato) prende la parola, e ci racconta la storia del figlio, ucciso dai fascisti nel 2006.

All’improvviso c’è solo la sua voce.

Ci fermiamo ad ascoltarla: non ci sono più cori, solo tanta commozione e ammirazione per una madre che continua la lotta antifascista del figlio, un ragazzo di 26 anni, un ragazzo come noi.

Il corteo continua a muoversi all’interno della città universitaria e infine si sposta verso la piazza, che riesce a raggiungere e occupare: inizia il sit-in, parte il dibattito, non c’è un attimo di silenzio, mai una canzone a colmare gli spazi vuoti tra un intervento e l’altro, perché spazi vuoti non ce ne sono. La piazza è gremita di persone e soprattutto di ragazzi, non so quante migliaia.

Sono felice, quasi incredula: non mi aspettavo tutta questa partecipazione, come tanti avevo paura, ma il messaggio è chiaro e importante.

Noi ragazzi ci siamo, siamo stanchi della deriva di un governo che continua a scardinare una fragile democrazia conquistata col sangue, legittimando e incentivando odio razziale e prevaricazione. Siamo stanchi di chi vorrebbe imporci chi invitare e perché all’interno dei nostri luoghi di cultura, stanchi ed arrabbiati, pronti a rispondere fermamente davanti ad un atto di violenza, come quello di impedire ad un uomo che ha creato un modello di pace e integrazione di venire a parlare davanti a migliaia di studenti che vogliono ascoltarlo. Ci confrontiamo, aspettiamo, il tempo passa e finalmente sono le 15, arriva Mimmo Lucano.

È visibilmente emozionato, chissà, forse neanche lui si aspettava una mobilitazione del genere. Saluta noi ragazzi, ci dedica qualche parola, in quella piazza che avevamo protetto per lui, lo ‘scortiamo’ cantando “Bella ciao” all’interno dell’aula I della facoltà di Lettere, stracolma, ci si accalca per sentirlo parlare. Erano anni che non si vedeva tra le mura dell’Ateneo una manifestazione così sentita e partecipata, coloratissima, composta da persone di origine diversa, di diversa età ed estrazione sociale, storie che per un giorno si sono mescolate per dar voce ad un’unica realtà: che l’antifascismo a La Sapienza non è fermo ad una targa celebrativa affissa nel ’93, ma che esiste e resiste attivamente ancora oggi. A tutti quelli che dicono che la sinistra non esiste più, che ormai il fascismo è cosa vecchia e superata, abbiamo risposto nell’unico modo possibile, con la partecipazione attiva.

Perché il pericolo di rivivere tragedie già vissute è dietro l’angolo, se solo si abbassa la guardia.

Noi ci siamo, una nuova coscienza politica sta nascendo e non vuole regalare i propri spazi.

Ecco perché in questi giorni siamo tutti  Mimmo Lucano.

1 Comment

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  1. vincenzo

    17 Maggio 2019 at 09:43

    https://www.repubblica.it/cronaca/2019/05/13/news/lucano_alla_sapienza_cori_e_striscioni_antifascisti_davanti_all_universita_-226159660/#gallery-slider=226157342

    Lucia Francesca ha fatto bene ad andare alla manifestazione dell’ex sindaco Lucano: nessuno – tantomeno qualcuno che si autodefinisce fascista – deve impedire di parlare e di esprimere le proprie idee.
    Alla manifestazione c’erano anche i NO-TAV, che portavano le loro bandiere.

    Ci sono in questa manifestazione due messaggi: “Sì all’accoglienza, No all’Alta velocità”.
    Quei giovani quindi difendono l’umanità, la fratellanza tra i popoli, ma anche le differenze delle culture, ricchezza dei popoli. L’ambiente va difeso; in generale lottiamo contro il riscaldamento globale, ma stiamo attenti a difendere la nostra casa, la nostra terra, la nostra valle da sfruttamenti ingiustificabili.

    I giovani hanno bisogno di simboli, come lo può essere Mimmo Lucano, come lo era ieri Saviano per la lotta contro le mafie, ma poi devono capire chi muove i fili. Chiedersi, magari quando stanno a casa e non nella manifestazione: ma se arrivano tanti immigrati in Italia la colpa è di Salvini o di altri? La gente nei quartieri periferici delle nostre città è incazzata perché ci sono i neo fascisti o perché le cose non funzionano? La TAV chi la vuole costruire e perché? Se i giovani non hanno lavoro e devono andare a fare i lavapiatti in Inghilterra la colpa è del Ministro Di Maio? Quali governi dopo il 2000 hanno fatto perdere e arretrare moltissimi diritti acquisiti del nostro popolo?

    Se questi ragionamenti si affrontano insieme si può capire molto di quello che succede e ci succede quotidianamente. Quando diciamo che l’1% della popolazione del mondo detiene il 70% delle risorse del pianeta vorrà dire qualcosa.

    Certo che bisogna aiutare chi ha bisogno, certo che bisogna pulire le spiagge, certo che bisogna andare a votare, certo che bisogna commuoversi ai discorsi di Mimmo Lucano, certo che bisogna comprare l’ultimo cellulare, ma bisogna poi “uscire dalla caverna” per capire e poi ritornare “nella caverna” per liberare gli altri.

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