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Gli anni del nostro scontento

di Vincenzo Ambrosino
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Cari giovani ponzesi,

ho letto il comunicato della Casa dei ponzesi, un lungo ringraziamento a Tiero e al presidente della Provincia per il rifacimento di 2 Km di strada provinciale.
In questi giorni abbiamo visto gli orari della Laziomar che non tengono conto assolutamente delle esigenze della nostra isola.
A Ventotene Acqualatina ha costruito un dissalatore che non funziona, e noi dobbiamo dire che tutto va bene.
Ma questa è la situazione: uno Stato che non può spendere e privati che fanno quello che desiderano fare e, peggio, con i nostri soldi.

Ma cosa è diventato il popolo italiano, perché, ponzesi, i problemi nostri sono i problemi di tutti gli italiani. I popoli sono consumatori che devono comprare a debito e pagare le tasse e stare zitti. Questi sono ormai i nostri doveri, i nostri diritti sono dei favori che comunque ci fanno pagare.
L’Italia qualche anno fa poteva servire il suo popolo.

Io che ero segretario della sezione del PSI di Ponza mandavo una lettera al presidente della Provincia che era socialista e mi permettevo di dire: “Compagno, i ponzesi hanno una strada provinciale tutta bucata, come faccio a chiedere i voti se tu non sei capace di fare almeno la strada?” Non dicevo: “Per favore, ti prego… se puoi trova il modo di recuperare dei soldi per rappezzare la nostra strada.”
La Caremar quando perdeva una corsa era costretta a recuperarla anche se la nave viaggiava vuota. Certo non era realizzato il completo benessere, perché anche allora c’era chi remava nella direzione dei maggiori profitti, ma comunque allora c’era uno Stato che rispettava la sua Costituzione.
Altri tempi, l’Italia era uno Stato Sovrano. Le tasse dei cittadini finanziavano per il 60% la spesa pubblica.

In  una situazione economica di indebitamento come ha l’Italia oggi lo Stato non ha più la possibilità di operare per il popolo spendendo a deficit, stampando moneta, emettendo denaro, continuando ad indebitarsi, svalutando la sua  valuta: cioè fare tutto quello che è nelle possibilità di uno Stato proprietario della propria moneta. Quello che fanno oggi gli USA con il dollaro è quanto faceva prima l’Italia con  la sua lira.
Ma adesso non si può più perché abbiamo l’euro. Ma che cos’è l’euro? E’ una moneta? E di chi è questa moneta? Non è di nessuno, neanche della BCE. L’emissione di nuova moneta viene decisa dai 16 governatori (insieme a Draghi) della zona euro. Questi stabiliscono di emettere una certa quantità di euro. La banca centrale europea formalmente prende la decisione e le banche dei vari Stati stampano moneta. Questa è una moneta che non è di nessuno!

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Poniamoci una domanda: quando viene stampato l’euro a chi va in mano? Al Ministero del Tesoro in Italia? (anzi, non c’è un Ministero del Tesoro, meglio dire al Ministero di Economia e Finanza)
No! I nuovi euro finiscono nelle banche private. Il percorso è questo: BCE, banche private e da lì vengono trasferiti ai mercati dei capitali. 

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Se lo Stato o una istituzione dello Stato deve costruire un ospedale, pavimentare una strada, pagare gli stipendi agli insegnanti, va a bussare ai mercati dei capitali privati e con il cappello in mano dice: “Per favore mi date degli euro?”
Vi rendete conto cosa sta succedendo in Italia e negli Stati Europei, e di conseguenza ai popoli europei?

Uno stato teoricamente Sovrano per spendere, per comprare un cancellino della lavagna della scuola di Le Forna, deve andare a chiedere l’elemosina ai mercati dei capitali e prendere in prestito gli euro. Oppure deve chiedere ai genitori di fare la colletta.
I mercati dei capitali privati dicono a queste richieste degli Stati: “Certo che ti prestiamo gli euro, ma i tassi d’interesse li decidiamo noi”.
Hanno cercato di spiegarmi che cosa significhi una variazione in percentuale di 1 punto sui tassi d’interesse su cifre di migliaia di miliardi. E’ una cosa spaventosa. L’Italia, ma qualsiasi Stato Europeo, è trattato esattamente come il cittadino che deve andarsi a comprare un’auto. Per farlo deve chiedere un prestito ed è strangolato dai tassi d’interesse. l’Italia è strangolata dal prestiti in mano alla finanza internazionale.
Per pagare questi debiti siamo costretti ad andare a tagliare la spesa pubblica, perché siamo indebitati; perché al contrario di uno Stato con una moneta sovrana, come gli Stati Uniti o il Giappone, oggi l’Italia ha un debito che veramente è un debito.

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Negli anni Ottanta il debito italiano non era debito, era un fantasma, era inventato perché non era un problema. Il nostro Stato era indebitato con se stesso, non doveva soldi a nessuno, il debito dello Stato era la ricchezza per i cittadini. Oggi con l’euro è cambiato tutto. Dobbiamo chiedere l’elemosina e bussare in ginocchio alla porta dei capitali privati: dobbiamo rendere conto di ogni singolo euro che spendiamo.

Chi ha portato in Italia questa situazione? Non ve lo dico perché non voglio fare arrabbiare i miei amici.
E’ un disastro, adesso l’economia non può più funzionare.
Adesso i governi, qualsiasi governo, non può più dire che è sbagliato tagliare il fondo alla sanità, o alla scuola, perché i soldi non sa più dove andarli a trovare.
Prima, quando avevamo un Tesoro agganciato alla Banca d’Italia, quando avevamo le Partecipate, quando avevamo solo banche di credito, quando l’Italia era veramente sovrana e rispettava la sua Costituzione potevamo dire: è sbagliato fare i tagli, è una scelta politica ideologica, ma i tagli non vanno fatti, anzi si può e si deve arricchire lo Stato Sociale, si deve pretendere la piena occupazione:  oggi non possiamo più pretenderlo.

Ci hanno tolto lo strumento primario della funzione dello Stato e hanno vinto definitivamente. Lasciatemelo dire una sola volta: i neoliberisti hanno portato indietro l’orologio della Storia, hanno riattaccato la testa a re Luigi XVI.
Prima negli anni ’80, quando eravamo ancora uno Stato sovrano, ci avversavano nel realizzare un vero Stato Sociale terrorizzandoci ideologicamente, con le bombe e gli assassini. Cercavano in tutti i modi di fermare gli Stati esibendo fantasmi ideologici, ora lo hanno impedito con uno strumento irreversibile.
Adesso, anche se un primo ministro o un presidente del Consiglio si svegliasse domani mattina e dicesse: “Io sono uno Stato Sovrano, devo spendere per il benessere dei miei cittadini, voglio spendere a deficit per  creare la piena occupazione”, questo pronunciamento il nostro capo del Governo non lo potrebbe fare neanche se vuole, perché non ha più la moneta per farlo.

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Questo è il più grande imbroglio della Storia contro l’uomo. Una cosa incredibile quello che hanno fatto, ma l’hanno fatta!