Ambiente e Natura

Dig Dig!… la nemesi

di Silverio Guarino

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Chi di “Dig Dig” ferisce, di “Dig Dig” perisce…
(per l’articolo precedente, leggi qui)

Il caso ha voluto che per il tempestoso scirocco di lunedì di Pasquetta, non sono ripartito per Formia, ma l’ho potuto fare solo il martedì 23 aprile.
La mattina, mi sono risvegliato con il suono del martello pneumatico che alle 08.00 circa stava lavorando alacremente nell’appartamento di sotto; lavoro intensivo fino alle 09.30, poi silenzio alternato a periodiche martellate decisamente poco gradevoli.

“E vabbé! (uno pensa), in fondo, devono lavorare anche gli altri; non tutti hanno come me un lavoro intellettuale che non richiede inquinamenti acustici, però…”
Così, uscendo di casa, verso le 11.30 (in quel momento, silenzio lavorativo…) mi reco sul luogo dei lavori e, con un sorriso disarmante, mi rivolgo a chi mi sembrava il capo operaio (erano in cinque al lavoro):
“Quanto tempo dureranno questi lavori di ristrutturazione? Vorrei ritornare a Ponza la settimana prossima e non avrei proprio piacere di risvegliarmi con questi rumori assordanti; io abito proprio sopra il vostro appartamento”.
Lui mi risponde, quasi rammaricato, che i lavori continueranno anche la prossima settimana ed allora io propongo:
“Ok per il lavoro, ma allora cercate di programmare interventi “rumorosi” nella tarda mattinata, riservando alla prima mattina lavori silenziosi”.

Il clima era disteso e sereno e si respirava un’aria di “volemose bene”; e il capo operaio mi dice:
“Certamente verremo incontro alle sue richieste, anche perché si vede che lei è una persona perbene e che non è venuta a sbraitare o a pretendere con arroganza ciò che cercheremo di fare per lei. Calcoli che qualche volta, quando si vengono a lamentare con noi del rumore che facciamo e lo fanno con grida e minacce, allora il rumore lo facciamo apposta per dispetto nelle prime ore del mattino”.

Un saluto sorridente e via.
Le premesse e le promesse ci sono.

Vi terrò informati.

Silverio Guarino

Latina, 23 aprile 2019 ore 20.30.

1 Comment

1 Comment

  1. Gigi Tagliamonte

    28 Aprile 2019 at 12:20

    Che bella tanta cordialità e disponibilità, ma invece l’errore che si fa è proprio quello di tollerare.
    Quando si sopportano rumori molesti, nelle indifferenza delle pubbliche autorità, si sta lì impossibilitati ad applicarsi a qualcosa, pensando e sperando “forse fra qualche minuto smettono”. Poi di cinque minuti in cinque minuti svanisce ogni certezza che ciascuno voglia rispettare i diritti altrui così come vuoi rispettarli tu. A quel punto la richiesta di un po’ di silenzio, già carica di tensione, potrà sembrare un tantino perentoria; in più la necessità di superare la cuffia regolamentare (o la sordità causata dalla assenza della stessa) costringerà a gridare. E… si rompe quel principio di rispetto reciproco che è il fondamento della sopravvivenza della società civile.
    Certo che però, a voler ben guardare, quello che viene proposto è un altro tipo di convivenza! Un altro modello di società! Analizzando, la risposta del Mastro, che non è rara ma frequente e con varie sfumature, si traduce: “Se vieni a questuare posso vedere di venirti incontro facendoti un piacere personale, se lo pretendi come un tuo diritto ho il potere di farti peggio”.
    Dietro questa risposta c’è una mentalità che potrei forse definire “mafiosa”? Ed è quello il modello di società proposto.

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