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Una canzone per la domenica (38). Ragazzo, non parlare di politica

di Francesco De Luca
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Raccolgo di nuovo l’invito di Sandro e partecipo alla colonna sonora domenicale del Sito.

Una voce semplicemente meravigliosa, limpida e passionale. Un canto dai toni mediterranei. Quelli sentimentali e tristi, in bilico fra nostalgia e piacere.
Lo sento e me ne innamoro. Perché sono innamorato di Dulce Pontes, la cantante portoghese, insediata sul trono che era di Amalia Rodrigues, la regina del fado. Ma aspetta aspetta… la canzone si inceppa su una parola che mi colpisce: velha chica (vecchia donna), e su un monito pressante: zitto, ragazzo, non parlare di politica – zitto, ragazzo, non parlare di politica.

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Da Wikipedia vengo a sapere che la canzone è di un cantautore impegnato politicamente Waldemar Bastos, angolano. Leggo il testo e capisco che è una canzone che rivendica l’indipendenza dell’Angola dal Portogallo.
Ma non è questo che mi rapisce. La canzone racconta una storia: c’è una vecchia che trascorre una vita di suffrimento. E la racconta con note accorate, dall’andamento nostalgico. L’atmosfera è di ricordo e di separazione. Dulce Pontes raggiunge vette altissime di pathos e la voce singhiozzante di Bastos l’accompagna.

Io non riesco a trattenermi.
E decido che anche i lettori di Ponzaracconta si sono guadagnati questa emozione.

Da Youtube: Velha chica – live 1999

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Testo (versione italiana di Alex Agus)

La vecchia Chica

Un tempo la vecchia Chica
vendeva cola e zenzero
e poi, di pomeriggio, lavava i vestiti
per un padrone importante;
e noi i bimbi della scuola
chiedevamo a nonna Chica
qual era la ragione di quella povertà,
di quella nostra sofferenza.
“Zitto, bimbo, non parlare di politica,
non parlare di politica, non parlare di politica”.

Eppure la vecchia Chica, avvolta nei pensieri,
lei la sapeva, ma non la diceva, la ragione di quella sofferenza.
“Zitto, bimbo, non parlare di politica,
non parlare di politica, non parlare di politica”.

Il tempo passò e la vecchia Chica divenne solo più vecchia,
tutto ciò che riuscì a costruire era una capanna, col tetto di zinco,
col tetto di zinco.
“Zitto, bimbo, non parlare di politica, non parlare di politica”.

Ma chi vede adesso
il volto di quella signora, di quella signora,
vede solo rughe di dolore, di dolore, di dolore!
E tutto ciò che lei dice, ora è:
“Sai bimbo, quando morirò, voglio vedere l’Angola vivere in pace!
Sai bimbo, quando morirò voglio vedere l’Angola e il Mondo in Pace!”.

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Nota (a cura della Redazione)

Il fado e i suoi cantori hanno avuto il loro posto su Ponzaracconta, in una serie proposta già nel 2013 da Gabriella Nardacci, dal titolo: Il fado e la saudade. La presenza dell’assenza (1), (2), (3).

  Ascoltiamo la canzone di Dulce Pontes e guardiamo il video… melodia e immagini così simili a quelle del nostro Mediterraneo e in tutti i porti do mar, dove c’è qualcuno che aspetta: Canção do mar [4]

–  Amalia Rodriguez in Via del campo [5]: parole e musica “circolari”, una canzone che si vorrebbe non finisse mai!

–  Cesària Èvora in Sodade [6]  – Le isole di Capo Verde, sulla costa occidentale dell’Africa. Melodie portoghesi su ritmi africani.