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Una canzone per la domenica (36). Un monumento in musica

proposto da Sandro Russo
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Il Concerto di Colonia di Keith Jarrett.

Per me – come per molti della mia generazione – la formazione musicale è avvenuta tra gli anni ’60 e ’70 (…del secolo scorso, vabbè!) attraverso le prime trasmissioni di Arbore & Boncompagni per radio (Bandiera gialla, prima, seguita da Per voi giovani), si è nutrita agli inizi di pane-e-Beatles e di molto pop soprattutto inglese (poi anche americano) e solo più tardi si è allargata ad altre esperienze.
Sicuro già negli anni dell’università (alla casa dello Studente di via De Lollis) compravo ‘vinili’ di musica classica; ma devo confessare che nell’ampliamento/restrizione della mia collezione a seguito delle alterne fortune del poker, quei dischi là erano i primi ad essere dati via (piccole cifre, d’accordo, ma era un’economia di sopravvivenza!).
Questo per dire che una certa educazione e predisposizione all’ascolto l’avevo sviluppata. Perciò quando per caso (per passaparola), mi imbattei nel Köln Concert (Concerto di Colonia) di Keith Jarrett ne rimasi folgorato!
Per questo mi permetto di partecipare la mia esperienza ai lettori di Ponzaracconta.

Infine l’ho poi visto e ascoltato dal vivo, Keith Jarrett, nel 2002 allo stadio del tennis al Foro Italico, con i suoi sodali di sempre, Gary Peacock e Jack De Johnette (contrabbasso e batteria); tutti terrorizzati – la platea in religioso silenzio, per il suono di un allarme di macchina – che il Maestro si alzasse e se ne andasse (poi per fortuna l’allarme si interruppe). Ma non era il Köln Concert.
Di quello ho cercato di saperne di più, ma fin dai primi ascolti avevo avuto la sensazione di trovarmi di fronte ad un pezzo (e ad una esecuzione) eccezionale… Come ho sentito dire qualche altra volta in un altro ambito (cinefilo stavolta): – Non ci ho capito niente, ma è un capolavoro! – Questo è proprio il caso!

Tecnicamente si tratta di una improvvisazione jazz per pianoforte da parte di Keith Jarrett,  musicista estroso (e anche piuttosto ombroso e imprevedibile) e dell’evento scrive in questi termini Gaetano La Montagna (critico musicale, ben più esperto di me), in una sua recensione (citata in seguito):

“La sera del 24 gennaio del 1975, qualcosa di magico accadde all’Opera Haus di Colonia.
Keith Jarrett, pianista sulla breccia da una decina d’anni scarsi, cresciuto alla corte dei Jazz Messengers di Blakey, di Charles Lloyd e di Miles Davis, da qualche anno aveva avviato una fortunata collaborazione con il produttore discografico tedesco Manfred Eicher (fondatore della storica etichetta ECM). Nel 1973 egli aveva inaugurato una serie di concerti (Brema e Losanna) durante i quali egli affrontava il pianoforte completamente alla cieca, senza l’ausilio di alcun supporto, in una sorta di improvvisazione totale che faceva leva non solo sulla sua esperienza nel jazz ma anche sulla sua solidissima preparazione classica (cominciò a suonare all’età di tre anni, a sette componeva già e fu allievo della Berklee School of Music)”.

Ci furono problemi con il pianoforte da utilizzare, quella famosa sera; non era disponibile uno Steinway, come espressamente chiesto da Jarret, ma un Bösendorfer recuperato (e si dice accordato) all’ultimo momento”.
(…)
“Le prime note sono di attesa, come se Jarrett e il Bösedorfer fossero due belve che si stessero studiando, occhi negli occhi. (…)
I primi minuti sono la reale descrizione di una suspence vissuta in diretta, ma poi Jarrett si getta a capofitto in quest’avventura che, nel bene e nel male, segnerà il pianismo jazz e new age dei successivi 20 anni. Un’avventura dalla durata complessiva di circa un’ora; il concerto si compone di 4 parti o, meglio, di due parti e quattro sezioni
(part I, part IIa, part IIb, part IId ).”
(…)
Eicher e Jarrett, dopo aver riascoltato il nastro decisero che, nonostante tutte le avversità, il materiale registrato era “musicalmente coerente” e, grazie all’ingegner Wieland, essa fu migliorata per essere incisa. Il concerto fu dapprima edito su doppio vinile e distribuito nello stesso anno; la rivista Times, sempre nel 1975, premiò The Köln Concert con il Record of the Year Award. Nel 1978 esso aveva già venduto quasi 1.500.000 copie, cifra che raramente si sfiora nel jazz. Nel 1990 l’ECM immise sul mercato la rimasterizzazione di The Köln Concert su un unico cd, scelta rivelatasi azzeccatissima, tanto da portare a quasi 5.000.000 il numero delle copie vendute!”
(…)
The Köln Concert è la chiave del suo pianismo improvvisativo e di come in esso l’esperienza “classica” sia messa al servizio del gospel, del rag e del jazz tutto [il corsivo dall’articolo citato di Gaetano La Montagna, su www.ondarock.it [2] dove si trova anche una analisi musicologica delle varie sezioni di cui è composto il concerto].

Qui di seguito i link a Youtube per poter ascoltare, una dopo l’altra, le esecuzioni; consiglio di mettere questa musica di sottofondo, mentre si fanno altre cose, per sentirla più e più volte; ha il potere di entrare sotto la pelle!

Part I

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Köln, January 24, 1975, Pt. I (Live) · Keith Jarrett The Köln Concert ℗ 1975 ECM Records GmbH, under exclusive license to Deutsche Grammophon GmbH, Berlin Released on: 1975-11-30 Associated Performer, Piano: Keith Jarrett Producer: Manfred Eicher Studio Personnel, Recording Engineer: Martin Wieland Composer: Keith Jarrett

 

Part II a

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Köln, January 24, 1975, Pt. II A (Live) · Keith Jarrett The Köln Concert ℗ 1975 ECM Records GmbH, under exclusive license to Deutsche Grammophon GmbH, Berlin Released on: 1975-11-30 Associated Performer, Piano: Keith Jarrett Producer: Manfred Eicher Studio Personnel, Recording Engineer: Martin Wieland Composer: Keith Jarrett


Part II b

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Köln, January 24, 1975, Pt. II B (Live) · Keith Jarrett The Köln Concert ℗ 1975 ECM Records GmbH, under exclusive license to Deutsche Grammophon GmbH, Berlin Released on: 1975-11-30 Associated Performer, Piano: Keith Jarrett Producer: Manfred Eicher Studio Personnel, Recording Engineer: Martin Wieland Composer: Keith Jarrett

 

Part IIc

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Köln, January 24, 1975, Pt. II C (Live) · Keith Jarrett The Köln Concert ℗ 1975 ECM Records GmbH, under exclusive license to Deutsche Grammophon GmbH, Berlin Released on: 1975-11-30 Associated Performer, Piano: Keith Jarrett Producer: Manfred Eicher Studio Personnel, Recording Engineer: Martin Wieland Composer.