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Epicrisi d’anticipazione (219). Anche le formiche, nel loro piccolo…

di Sandro Russo

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Settimana non troppo ricca di pezzi, questa appena trascorsa, ma notevolmente varia per gli argomenti trattati.
Da dove cominciare? Direi cronaca locale, politica e varia umanità (con un piccolo aiuto dalla Rassegna Stampa); poi allarghiamo la visuale utilizzando l’occhio lungo del cinema e proviamo a chiudere in bellezza. Se la bellezza alberga ancora in questo mondo (…’a speranza!)

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La copertina del libro campione di vendite di Gino (Vignali) & Michele (Mozzati), coautori con Matteo Molinari della cosiddetta “Trilogia delle formiche: Anche le formiche nel loro piccolo s’incazzano (Einaudi, 1991), Anche le formiche nel loro piccolo s’incazzano. Anno secondo (Baldini & Castoldi, 1992), Le formiche ultimo atto (Baldini & Castoldi, 1993).

Per restare al sito, articolo star della settimana (per numero di accessi) è sicuramente l’intervista di Vincenzo Ambrosino a Maria Sandolo.
Per il secondo posto “se la battono” la bella notizia della laurea [2] di Giuseppe Vitiello – Congratulazioni! …anche se con la politica locale non c’entra niente – e la questione etica suscitata da Franco De Luca che pone alcune Domande utili [3].
Sul tema cogente “riportavamo” dalla settimana scorsa una analoga intervista [4] (sempre di Vincenzo) alla vicesindaco Eva La Torraca. Il tutto con il rinforzo delle notizie riportate in Rassegna Stampa [5].

Dalla lettura – obbligata! …per me non tanto congeniale né gradevole, per la verità – delle cronache paesane dell’hinterland pontino viene fuori questa corsa diffusa al “cambio di casacca” da parte di membri di varie amministrazioni comunali (l’ultimo episodio ad Aprilia, da LT Oggi del 23 marzo, nella foto qui sotto)…

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È un “riposizionamento” in vista delle prossime elezioni del Consiglio Provinciale (il Presidente è stato già eletto nella persona di Carlo Medici); elezioni cosiddette “di secondo livello” in cui votano non tutti i cittadini ma solo membri già eletti di Amministrazioni comunali. Le compagini più attive nell’accaparramento sono Fratelli d’Italia e la Lega; mentre il Movimento 5 Stelle ha perso intanto l’appeal; poi forse ben altro.
Nel ridotto isolano, sotto-ambito mirmecologico, queste tendenze sono perfettamente rappresentate (anche con il “salto della quaglia” a favore della Lega di un “membro” dell’opposizione, di qualche settimana fa). Tra le righe del più recente passaggio di tre della maggioranza a Fratelli d’Italia, in un silenzio fragoroso, si delinea lo scontro tra le due anime di FdI, quella fondativa (ex-AN, per capirci) e quella “forzista” (fuoriusciti e migranti da Forza) Italia); ciascun gruppo di formichine appoggiato dal rispettivo formicone.
Non sembri sarcastico: è penoso e preoccupante, piuttosto.

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Con l’aiuto di Silverio Guarino – with a little help from my friend – forse riusciamo ad affrancarci da queste atmosfere plumbee, affrontando un argomento solo apparentemente più merdoso dei precedenti – 45, 50, raramente 60… [8]

Infatti (…e per fortuna) le voci dell’isola non sono solo grevi. Abbastanza letto risulta anche la leggera e sognante rievocazione del passato che fa Silveria Aroma nei sui articoli, come in questo La conta dei confetti [9].

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E possiamo anche “buttarla in musica” con l’esordio di Luciana Figini in “Una canzone per la domenica” con Tori Amos [11].

Ma l’interesse (o la chiave) che preferisco – si sarà capito – è quello del cinema. Con la serie “La storia raccontata dai film” Gianni Sarro ha trovato un sistema gradevole e attraente per interessare a tematiche anche lontane dai temi comunemente trattati al cinema; questa volta “la fame”, raccontata in tre puntate leggi qui [12] e qui [13] e qui [14]) – e cinque film tra quelli basilari degli anni ’50 – ’70.

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Ma come si dice, “l’appetito vien mangiando” per cui da più parti sono arrivate in redazione segnalazioni e richieste – i famosi lettori “non commentanti né scriventi”, ma “richiedenti” per telefono al caporedattore) – di prendere in considerazione altri film… Quindi almeno una citazione di due super classici è obbligatoria, in attesa di una monografia più completa sul tema.
‘Mastro’ Gianni non li ha inseriti perché fuori contesto, essendo almeno uno dei film una ripresa di una commedia di Scarpetta, ambientata alla fine del XIX sec, quindi non nella linea cronologica che va dal secondo dopoguerra al 1974.
Però sono scene indimenticabili… che devono essere ricordate per forza!
Mi riferisco al Totò di Miseria e nobiltà e al Sordi di Un americano a Roma.

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Miseria e nobiltà è un film del 1954 diretto da Mario Mattoli, tratto dall’omonima opera di Eduardo Scarpetta (del 1888).
Così commenta la scena Elena Anticoli De Curtis, nipote del grande comico, mentre ricorda, divertita e commossa, odori e sapori che hanno sempre condito l’esistenza di suo nonno. Al quale dedica un bel libro, scritto a quattro mani con Loretta Cavaricci, intitolato A Napoli con Totò. Dalla Sanità alla luna, edito da Giulio Perrone (2018).
– Quella scena nasce dal suo vissuto più intimo, dal ricordo della fame patita, che lui trasfigura e rende universale. Quando prende gli spaghetti con le mani e si mette a ballare la tarantella, trasforma Felice Sciosciammocca e i suoi affamati coinquilini, in una metafora della condizione umana quando è “in ballo”. Era talmente preso dall’improvvisazione che, insieme ai vermicelli, si ficcò in tasca anche il fornelletto, che era stato messo nella zuppiera per simulare il fumo della pasta”.
– Prese fuoco il cappotto. E allora?
– Fu buona la prima!

E per incoercibile associazione, come non ricordare Alberto Sordi nella scena più famosa da Un americano a Roma?

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Un americano a Roma è un film del 1954 diretto da Steno e interpretato da Alberto Sordi, penetrante satira di costume dell’Italia del dopoguerra, evidenzia brillantemente il mito esterofilo dell’America, terra agognata e sospirata, di cui si conoscevano abiti e abitudini solo attraverso il cinema, i fumetti, le riviste. Il personaggio di Ferdinando Meliconi, detto Nando, che – per dirla con Carosone – vo’ fa’ l’americano, ma è nato in Italy (…anzi a Roma!). Da cui la famosa battuta: – A maccaro’, m’ha provocato e io te distruggo adesso! Io me te magno!

In chiusura, un tema abbastanza nuovo per il sito e di grande attualità proprio in questi giorni di polemiche intorno al XIII Congresso Mondiale delle Famiglie (*) che si terrà a Verona dal 29 al 31 marzo (…ne sentiremo ancora parlare!)

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(*) – Il Congresso Mondiale delle Famiglie (dall’inglese World Congress of Families) è una lobby di pressione statunitense cristiana. Essa si prefigge il compito di unificare, a livello internazionale, molti gruppi e realtà con lo scopo di portare avanti delle istanze comuni di stampo conservatore (da Wikipedia).

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La famiglia Addams è un gruppo di personaggi ideato da Charles Addams e protagonista inizialmente, negli anni trenta, di una serie di vignette che ispirarono dagli anni sessanta la realizzazione di serie televisive e film. Una citazione classica

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La coincidenza è impressionante (e stridente); ma per spiegare l’ultimo articolo della settimana – l’eros femminile [19] – l’innesco è stato più occasionale: un incontro di gruppo con Tea e altri amici in cui lei ci ha comunicato la prossima uscita del suo più recente lavoro, un romanzo edito da Mondadori che sarà presto il libreria; e insieme ci ha segnalato il suo articolo per l’edizione locale di Repubblica.
Mentre già si trova sul sito della Mondadori la copertina del libro:

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Noi che ne abbiamo ascoltato qualche pagina letta da lei – la stanza della solitudine, per esempio – possiamo riprenderne la frase riportata in copertina:

“Cambiare il mondo a colpi di poesia:
Non era questo il nostro motto”?