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Epicrisi 215. La quiete dopo la tempesta

di Enzo Di Fazio

[1].

scritto nella giornata di sabato 23 febbraio

Stamattina, poco dopo l’alba, la colonnina di mercurio segnava 3° C e, per l’aria tagliente che c’era, la percezione era quella di un freddo polare.
Nel Golfo di Gaeta c’è una grande petroliera alla fonda mentre il vento di grecale increspa il mare, lo spennella in mille sfumature nebulizzando a tratti la schiuma della cresta delle onde.
Da Ponza arriva la foto di una magnifica levantata che sul sito abbiamo annunciato anche come notizia dell’ultim’ora.
E’ il colpo di coda di un inverno ruvido, piovoso, a tratti freddo, che ha causato tanti danni e che non vuole rassegnarsi a dare le consegne alla primavera.

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Nel giardino ho delle fresie i cui bulbi ho portato da Ponza. Manifestano un inizio di infiorescenza. Il vento le scuote e le maltratta ma danno la sensazione di saper resistere alle turbolenze… non per niente hanno nel DNA le origini isolane.
Il mio amico pettirosso si gonfia per il freddo e diventando un gomitolo si acquatta al riparo del lentisco. Se resta ancora un po’ gliene sarò grato perché la presenza di questo piccolo essere è la conferma della forza della vita a dispetto delle avversità.

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E vengo ora all’analisi di ciò che nei giorni scorsi il sito ci ha riservato.
Se considero la settimana come un contenitore, diciamo una scatola di latta, e vi metto le mani per rovistare, mi imbatto innanzitutto in tanta acqua. Beh, non c’è da meravigliarsi visto che siamo un’isola con tanto mare intorno che, se da un lato, è una delle cause del problema residenziale, dall’altro rappresenta certamente una ricchezza per i suoi colori, i suoi fondali e le sue potenzialità.
Ricchezza non solo nostra ma, oserei dire, dell’umanità intera visto che diverse aree marine, attraverso le direttive europee (vedi Natura 2000) sono diventate siti di interesse comunitario (SIC) e zone di protezione speciale (ZPS).

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La loro esistenza deve essere vista innanzitutto come un’esigenza di tutela dell’ecosistema ambientale continuamente insidiato dall’inquinamento, dalle disattenzioni e dall’egoismo umano, ma anche come una opportunità di sviluppo
E’ giustificata l’attenzione di chi si preoccupa di come saranno gestite queste aree (ne parla Vincenzo in un commento [5])
Ben venga una commissione di studio come propone Vincenzo anche se, personalmente, ho forti perplessità che si possa lavorare bene tra chi vuole Zannone dentro il Parco e chi la vuole fuori.
Che il Parco del Circeo non funzioni non significa in assoluto che i parchi sono una iattura e che certe situazioni è meglio gestirle in casa.
Oggi c’è la tendenza a riappropriarsi della propria autonomia che alcuni chiamano sovranità nella certezza di poter tutelare meglio il proprio territorio, i propri diritti e le proprie cause.
Questa strada porta all’isolamento e all’impoverimento laddove in alternativa il far parte di un consesso, di un insieme significa beneficiare dei provvedimenti normativi comunitari e delle relative risorse.

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Un ruolo importante in queste situazioni lo deve avere l’amministrazione facendo sentire maggiormente la sua presenza.
Il rifacimento della piazzetta della chiesa [7] dell’Assunta a Le Forna è una buona cosa. Ma l’isola si aspetta dell’altro anche per contrastare l’accanimento politico di chi vuole destabilizzarla (vedi Rassegna Stampa del 22 febbraio [8])
Pasquale Scarpati con le sue metafore e le sue allegorie (leggi qui [9] e qui [10]) punta il dito sui comportamenti degli individui e sui difficili rapporti tra il dare e l’avere dicendoci quanto meglio potrebbe essere il vivere quotidiano se ci si adoperasse nel fare bene il proprio dovere prima di chiedere rivendicazione per i propri diritti.

Ma il mondo degli adulti si è troppo incattivito; meglio possono fare i bambini.
Esempi virtuosi di cooperazione ci vengono proprio da loro e quanto mai vera è l’affermazione che solo investendo sulle nuove generazioni si può salvare il Pianeta. I bambini delle scuole di Ponza sono interpreti di questa esigenza attraverso le iniziative di Mare Vivo, come il progetto Delfini, guardiani delle isole, [11] un percorso di educazione ambientale rivolto alla conoscenza e all’importanza di tutelare l’ecosistema marino.

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Dalla tutela dell’ecosistema marino alla necessità di alzare la guardia di fronte al problema dell’inquinamento ambientale il passo è breve. Venerdì si è tenuto a Latina il convegno “Un mare di plastica [13]”, un momento di attenzione e di riflessione sull’uso abnorme della plastica, sulle sue conseguenze soprattutto quando si trasforma in micro-particelle che entrano nella catena alimentare contaminando l’organismo umano.
Su la Repubblica di qualche giorno la campagna “Usa e rispetta” lanciata dal quotidiano per contribuire ad un uso consapevole della plastica. Saper riciclare deve diventare uno stile di vita. La nuova filosofia è la plastic-free, un insieme di pratiche per aiutare l’ambiente e magari convincere gli altri ad agire nel nome degli oceani.
Scrive Federico Rampini che sulla terra siamo arrivati a produrre 335 milioni di tonnellate di plastica all’ anno. L’America da sola ne produce circa il 20% ma riesce a riciclarne appena il 9%, cifra che rappresenta esattamente la media della plastica riciclata al mondo. Quella che non viene salvata, se mal gestita, in molti casi finisce nei nostri mari.
Qualcuno potrebbe dire: L’America è lontana. E’ vero, ma il problema è vicino e la plastica in eccesso c’è anche a Ponza e nei fondali del mare che la circonda.
Se si facesse una campagna diretta ad evitare contenitori di plastica per alimenti utilizzando di più il vetro, fare la spesa portandosi dietro una shopping bag di iuta o di stoffa, utilizzare la vecchia borraccia quando si viaggia, evitare l’uso continuo di posate e piatti di plastica, o semplicemente fare senza e cioè chiedersi sempre se c’è un’alternativa a quel prodotto di plastica, forse riusciremmo a proiettarci verso il futuro.
Se nel nostro piccolo ci impegnassimo di più potremmo, senza accorgercene, ottenere risultati sorprendenti.
Un viaggio di mille miglia comincia sempre con il primo passo recita una una vecchia massima di Lao Tzu.

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Rovisto ancora nella scatola di latta e mi accorgo che di mezzo c’è sempre l’acqua, l’acqua di mare da cui possiamo trarre quella da bere attraverso il processo di dissalazione. Problema attualissimo nell’economia soprattutto delle piccole isole visto la mancanza di risorse naturali e le difficoltà e i costi di approvvigionamento.
A Ponza il problema pare si sia arenato tra progetti non chiari e difficoltà interpretative di norme e vincoli, ma rimane lì ed abbisogna di essere affrontato e risolto.
Ormai si sa che, a livello globale, il fabbisogno di acqua è in continuo aumento e lo stesso non può che essere soddisfatto ricorrendo in parte all’acqua di mare.

La dissalazione non gode di tutti i favori della scienza. É considerata da molti costosa e inquinante ma si stanno facendo molti progressi soprattutto sul lato energetico visto il ricorso sempre più frequente alle fonti rinnovabili, come la solare e quella eolica, Più complicato arginare i danni ambientali derivanti dallo scarico a mare della salamoia.
Anche questo è un tema che ha trovato spazio nella settimana sul nostro sito. Vedi la relazione della Fondazione Uni Verde e di Mare Vivo [15] proposta da Antonio Impagliazzo alla vigilia del convegno sulle Aree marine protette che si terrà a Roma il 26 febbraio prossimo.
Si parlerà di ecosistemi marini come patrimoni da tutelare e della valutazione d’impatto ambientale e sanitario per i dissalatori e qualità delle acque; tema quanto mai interessante per la nostra isola, considerato i problemi che dibattiamo. Sono certo che qualcuno della nostra Amministrazione sarà lì a prendere appunti.

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E sempre di acqua si parla se pensiamo a quello che hanno fatto i romani con la realizzazione dell’acquedotto [17] ipogeo di le Forna di cui Enzo Bonifacio ricostruisce la storia, il percorso, la situazione attuale.
Enzo ci porta per mano tra i cunicoli, i tunnel, i pozzi, i raccordi descrivendone l’architettura e, attraverso il racconto dei segni degli scalpelli lasciati sulla roccia, ci lascia immaginare le fatiche sostenute oltre 2100 anni orsono. Un’interessante percorso da condividere con i viaggiatori che amano l’isola oltre il suo mare.

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Rovistando ancora nella scatola ci imbattiamo in una serie di articoli che spaziano dalla storia con la presentazione di un saggio sul batiscafo Trieste [19]il cui nome è legato anche all’immersione che Auguste e Jacques Piccard fecero nel 1953 al largo di Ponza raggiungendo i 3150 metri di profondità, alla letteratura con il ricordo di Umberto Eco [20] a tre anni dalla scomparsa.
La rievocazione di questo poliedrico grande uomo di cultura mi ha fatto riprendere tra le mani, facendosi rileggere in una serata, un piccolo libro “Come viaggiare con un salmone” dal quale emerge un Umberto Eco ironico e pungente tanto diverso dal medievalista autore de “Il nome della rosa”. Il libro, che consiglio a tutti per la sua leggerezza, contiene una serie di istruzioni per situazioni molto particolari del tipo come imparare a sopravvivere alla burocrazia, come fare vacanze intelligenti o come evitare malattie contagiose.

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Altro articolo alla memoria quello proposto da Sandro sulla figura di Bruno Ganz [22], umanissimo attore, drammatico ed ironico insieme, scomparso il 15 febbraio, indimenticabile interprete de “Il cielo sopra Berlino”.
Degna di menzione l’esperienza de “La scuola in mezzo al mare [23] di Stromboli dove quando è cattivo tempo e non arrivano gli insegnanti i ragazzi delle elementari e medie vanno a lezione di vita, e con piacere, dal fornaio, dal ristoratore, dai pescatori, dalla guida turistica…

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E, ahimè, anche questa settimana dobbiamo fare i conti con la perdita di un altro caro paesano.
Si tratta di Aniello De Luca [25]e ad annunciarne la scomparsa è stato in un commosso ricordo Franco, il fratello, cui ha fatto seguito la dedica struggente di Tonino Esposito [26], ricorrendo entrambi ad una canzone del parroco Dies che Aniello solo qualche mese fa aveva loro svelato.

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Infine una ricetta e due viaggi. La prima la propone Sandro magnificando le puntarelle [28] con tanti piccoli accorgimentii. Confesso che incuriosisce e va provata.
I viaggi, tra mare e cielo: uno in montagna sul Redentore alla scoperta dell’eremo di San Michele [29] con le belle foto di Silveria ed uno su un veliero d’epoca, la Signora del Vento, [30] in una giornata di sole e di colori non arrabbiata come quella di questo fine settimana.

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Intanto il vento si è quietato e, mentre sto per chiudere, arrivano anche buone notizie dalla riunione delle Forna, al Veliero.
Si è parlato del Parco e di Zannone ed è emersa la volontà di essere molto presenti nella gestione; presto sarà firmata una convenzione importante per sistemare gli scali. Novità anche per cala Fonte con l’inizio dei lavori e la speranza di un ripristino della fruibilità in tempi rapidi; novità infine per l’ufficio Postale con stipula dell’accordo entro fine aprile. Sicuramente sapremo maggiori dettagli nei prossimi giorni.

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Forse questa domenica sarà più serena delle altre per tanti ponzesi. Lo auguro di cuore.