Archeologia

Le opere di presa dell’acquedotto di Le Forna (2)

di Vincenzo Bonifacio

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Le opere di presa e captazione delle acque dell’acquedotto di Cala dell’Acqua consistono in numerosi tunnel realizzati su quattro livelli. La roccia della falesia fu aggredita su diversi fronti che furono poi raccordati; non è escluso che alcuni scavi furono ricavati su strutture preesistenti.

L’ingresso del livello 2

La creazione di un tunnel destinato alla captazione o al trasporto delle acque poteva avvenire scavando un cunicolo e procedendo all’interno del banco roccioso, il cosiddetto sistema del “cunicolo cieco”; è questo il caso di una parte del 2° livello e del 3° livello. Il sistema più frequente di scavo invece prevedeva la creazione di due gallerie perpendicolari alla costa e poste sullo stesso livello; ad una profondità tra i dieci ed i venti metri partiva la creazione di due tunnel paralleli alla costa che si raccordavano con quelli opposti. Per questo motivo i cunicoli non sono mai dritti ma serpeggiano ed il punto d’incontro è spesso indicato dai dislivelli segnati sulle pareti. Questo sistema è stato usato per la creazione dei canali di captazione e per gran parte dell’acquedotto che da Cala Inferno va a Santa Maria, se si esclude il tratto che da Cala dell’Acqua attraversa l’isola fino a Cala Inferno; in questo caso lungo il dotto centrale non troviamo dei canali orizzontali ma tre pozzi orizzontali. Nella lettura di queste cavità ipogee è necessario seguire i segni lasciati sulla roccia dagli scalpelli per determinarne la direzione di scavo, è inoltre importante determinare le variazioni di quota a livello dei raccordi.

LIVELLO 1

Il livello 1 è stato realizzato con la tecnica dei cunicoli trasversali e si trova all’interno della falesia di Cala dell’Acqua nel lato della miniera. Attualmente è agibile unicamente un segmento di circa cinque metri che è raggiungibile partendo dalle scale di Cala dell’Acqua ed aver percorso duecento metri del cunicolo del 2° livello. In effetti il 1° livello è un metro e mezzo più in basso rispetto al 2° livello ed è separato da una piccola diga alta poco più di un metro che funziona da troppo pieno (TP).

Il troppo pieno tra i livelli 2 ed 1

Tale sbarramento permetteva alle acque in eccesso di defluire nella quota inferiore. Le risorse idriche fornite dal sistema erano probabilmente indirizzate alle utenze locali ed il volume era fornito in parte dal sistema cunicolare che oggi è interrato, in parte dal 2° livello

LIVELLO 2

Il livello 2 è costituito da due porzioni; la prima realizzata partendo dalla diga del livello 1 che saliva di quota ed entrava all’interno della falesia per dividersi poi in due rami di cui uno procedeva dritto all’interno della costa e l’altro andava verso destra per collegarsi alla porzione cunicolare che partiva dal lato opposto di Cala dell’Acqua. L’incrocio tra questi due tunnel non è avvenuto alle estremità dei due scavi ma ha lasciato isolato un segmento di sette metri (Div 2).

La grotta residua del livello 2 (Div 2)

La piccola grotta residua che corrisponde a tale segmento è la più interessante del sistema poiché in essa si raccoglie il maggior volume idrico; le percolazioni hanno dato origine a spesse incrostazioni policrome e sul soffitto hanno prodotto numerose stalattiti filiformi. L’ingresso della seconda parte del 2° livello (E2) che incontra la porzione descritta origina nei pressi della scala da un piccolo cunicolo trasversale lungo un paio di metri. Proseguendo a sinistra in direzione nord è possibile intercettare altri cinque cunicoli diretti verso l’esterno, di questi due sono ancora pervi mentre altri tre sono ostruiti da frane. Lungo il percorso di questa porzione dello scavo è inoltre presente un piccolo tunnel trasversale di tredici metri che va verso l’interno ed è coperto da spesse incrostazioni calcaree (Div 1); questo tunnel come la grotta residua descritta e ad altre piccole cavità furono creati per accrescere le potenzialità di captazione del sistema.

Il tunnel che si sviluppa a destra dell’ingresso del livello 2 (E2) è corto e dopo un paio di curve immette in un segmento trasversale, inondato di acqua quasi totalmente poiché scende di quota rispetto a tutto il sistema. In origine sul fondo dell’ultima porzione cunicolare era presente un pozzo (P) che fungeva da tramite con il livello inferiore (livello 3); con l’ostruzione di questo pozzo, in epoca recente, si è provocato la risalita del livello dell’acqua.

Il cunicolo inondato a livello del pozzo ostruito

 

[Le opere di presa dell’acquedotto di Le Forna (2) – Continua]

 

1 Comment

1 Comment

  1. vincenzo

    20 Febbraio 2019 at 08:24

    L’amico Bonifacio sta facendo un’opera di divulgazione e di sensibilizzazione meravigliosa. Insieme a ragazzi residenti di Le Forna sta rendendo pubblico un patrimonio idrico e archeologico di valore enorme. Il grande serbatoio di Le Forna va recuperato; per questo io a nome dei residenti ringrazio per l’opera di Enzo Bonifacio e dei suoi volontari giovani di Ponza.

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