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Ad Antonio Conte. Dum veneris…

di Francesco De Luca

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Ci vedremo ancora? No, non ci vedremo più. Caro Antonio.

La vita ha l’assolutezza dell’unicità.

Sulla nave che bestemmiava impudica alle onde indecenti

noi aggrappati alle poltroncine,

silenziosi come chi patisce, e insensibili,

col desiderio di casa, di mamma.

Gli occhi si incrociavano

e parlavamo muti.

Occhi di ragazzi tolti agli affetti.

E i tuoi li ho visti sempre più tristi

e stanchi.

Per le bordate che gli eventi ti infierivano.

Amico impalpabile.

Non verrai più.

I nostri occhi non si parleranno più.

E il liquore della vita si palesa sempre più amaro.

Salmastro, come quelle onde che ci oltraggiarono allora,

a noi, desiderosi di casa, di mamma.

La tua, infine, è con te.

[2]

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