Attualità

La Lega e il Sud, per sommi capi

di Rosanna Conte

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Una volta, per fare politica bisognava avere conoscenze di spessore per risolvere i problemi economici, sociali e culturali del proprio paese ed anche conoscenze di politica internazionale.
Bisognava avere la capacità di analizzarli quei problemi, e con ragionamenti appropriati, e non descriverli con slogan. Certo la gente comune, spesso, non capiva tutto quello che veniva detto, ma almeno si sforzava di farlo.

Oggi al politico servono due lezioni di comunicazione sui social e alla gente comune che qualcuno ripeta quello che in maniera semplicistica – cioè senza un percorso di analisi – sintetizza nella sua visione della vita con le frasi fatte. Tutto qui!

In questo corto circuito si perde la memoria ed il polso della situazione.
Questo amore per la Lega al Sud non ricorda il disprezzo dei leghisti per i meridionali gridato a gran voce fino all’altro ieri, ma quello che è più grave non si rende conto che l’immediata azione politica che si accinge a fare Salvini porterà alla definitiva frantumazione del sistema sanitario nazionale, del sistema scolastico nazionale e, naturalmente, quello dei trasporti riceverà l’ultima batosta. E’ di due giorni fa la notizia che in Sicilia la tratta ferroviaria Ragusa- Caltanissetta che funziona a tratti con binario unico e richiede quattro ore di viaggio, ha soppresso la prima corsa al mattino ed i pendolari non riescono ad arrivare più sul luogo di lavoro.
Ora, l’indirizzo del famoso sovranismo punta ad essere applicato alla dimensione regionale.

In una visione almeno un po’ più ampia che prevede tecnologie provenienti dall’estremo oriente agli USA, un passo del genere rischia di far implodere l’economia italiana che già non gode di buona salute; ma non è questo che interessa alla gente perché l’esito è collocato un po’ lontano dall’immediato e non si riesce a vedere.

Forse nell’immediato si può vedere altro.

Venerdì è in calendario la legge per le Autonomie regionali di Lombardia, Veneto ed Emilia  Romagna che prevede l’autogestione da parte di queste regioni di settori importanti della società- si inizierà dalla scuola- permettendo di trattenere sul territorio gran parte delle risorse che quel territorio produce e sarà il territorio a decidere come utilizzarle.

Conseguenza ovvia è che per i tanti maestri e docenti del sud i quali per decenni hanno occupato posti che quelli del nord, evidentemente, non riuscivano ad occupare, c’è una forte diminuzione di possibilità di lavoro perché da lì non partirà nessuna richiesta per loro. Si passerà poi alla Sanità e man mano ad altri settori con ricadute deleterie per il Sud.

Lo slogan “Aiutiamoli a casa loro” vedrà, questa volta, i lavoratori meridionali al posto dei migranti, e non fa niente se la malavita potrà lucrare sulla povertà.

Il tanto atteso reddito di cittadinanza che prevede un campo di offerte di lavoro più ricco al nord, quando sarà chiuso perché a questo si arriverà, non potrà mai funzionare. Sarà, realmente, una presa in giro.

Insomma, se è comprensibile che i veneti e i lombardi vogliano la loro autonomia perché pensano di guadagnarci, pur restringendosi in un mondo che, invece, tende ad allargarsi, non si capisce perché gli abruzzesi o anche i campani, i siciliani – o i ponzesi! -, possano tifare Lega e seguirla su una politica che per loro è suicida.

Purtroppo è un gioco facile per chi si immette in politica, visto che sono gli slogan a prendere il sopravvento sulla ragione.
Incrociamo le dita!

6 Comments

6 Comments

  1. la Redazione

    13 Febbraio 2019 at 09:15

    Quanto mai pertinente all’articolo di Rosanna l’intervento di un contestatore al meeting leghista tenutosi ad Ischia l’8 febbraio scorso e riportato da il Fatto Quotidiano

  2. vincenzo

    13 Febbraio 2019 at 11:08

    Ieri abbiamo letto di Franco Ambrosino che aderisce alla Lega di Salvini, oggi su Ponzaracconta Rosanna scrive della impreparazione degli uomini politici e in particolare parla della Lega di Salvini con la sua politica del “prima i miei interessi” che si concretizza con gli slogan, nel tempo “Prima quelli del Nord”, “Prima gli italiani”; ieri ha detto: “Prima gli abruzzesi”, domani dirà “Prima i sardi”, poi inseguirà l’autonomia dei veneti, dei lombardi e chissà forse anche del Regno delle due Sicilie (in modo da far contenti anche i Borbonici).
    Salvini intanto continua a prendere voti al Sud e ancora qualcuno non capisce il perché: dopotutto abbiamo avuto 20 anni di fascismo, e poi 20 anni di antifascismo con tutte le stragi e poi venti anni di berlusconismo e venti anni di europeismo di sinistra… che cosa cambia? C’è qualcosa che cambia: adesso le epoche durano molto di meno, quindi anche il sovranismo e il salvinismo dureranno molto meno.
    Ieri al Parlamento europeo il capogruppo dei Liberali dà del burattino al nostro primo ministro Conte. Conte replica dicendo di non sentirsi burattino e che quel liberale “non ha offeso lui ma l’intero popolo italiano”.
    Mi chiedo se qualcuno di noi si è sentito offeso? Forse quelli del Pd si sono sentiti offesi? I Cinquestelle si sono sentiti offesi? Salvini si è sentito offeso? E Berlusconi si è sentito offeso? Io penso di no!
    Apparentemente queste notizie sono scollegate ma non è così.
    E’ da tempo che dico che non c’è un leader politico che non sia un burattino in mano allo strapotere della finanza liberista che ha egemonizzato il mondo, ma ci sono alcuni che a parole vogliono dimostrare di essere delle “teste d’uovo” invece sono delle “teste di c…”
    Il popolo non è sovrano per niente e quando vota ha una visione da “gallina nel pollaio”:segue il mangime che gli viene propinato riconoscendo al massimo le punte degli stivali del contadino. Avere una visione superiore è un lusso e solo pochi uomini l’hanno avuta nella storia dell’umanità, non certo quelli che dicono che il fine giustifica i mezzi.
    La Tav bisogna farla e qualcuno continua a dire che è necessaria per il futuro dell’economia nazionale. Il lavoro lo si produce investendo in infrastrutture. E sono tutti d’accordo almeno dal 1992 che quest’opera va fatta. Ecco i polli che mangiano perché c’è solo questo da mangiare.
    Ma come si fa a non capire che c’è una relazione di causa – effetto, in quello che succede nel mondo: con le guerre, con il Fondo monetario internazionale, con il debito pubblico, con le emigrazioni forzate, con le morti nel Mediterraneo, con la distruzione dell’ambiente, con la Tav o la Tac, con i vari teatrini istituzionali europei e nazionali e poi con i tagli alla spesa pubblica, con l’esasperazione dei cittadini, con le primavere africane e i gilet gialli, con il cinismo dei nuovi attori politici, con il sovranismo, con autonomismo, con le scelte – per esempio quella di Franco Ambrosino- di entrare nella Lega?
    Si salvi chi può. Se questo è il copione scritto e imposto, chi vuole recitare deve inventarsi attore. E in questo teatrino c’è il protagonista del momento e c’è il figurante, ma sempre attori o burattini resteremo (dipende da chi si autoproclama giudice).

  3. Alessandro Romano

    13 Febbraio 2019 at 11:34

    Caro Vincenzo, mi hai avvilito. Ma per Ponza cosa consiglieresti? Ci attiviamo come ha fatto l’ischitano nel video con aggiunta di ortaggi (marci) o stiamo a guardare passivamente (in questo noi Ponzesi siamo bravi) come ci colonizzano? Lancia un’idea. Grazie.

  4. Rosanna Conte

    13 Febbraio 2019 at 17:17

    Caro Vincenzo, io non ho parlato dei massimi sistemi e giusto per fare dei distinguo la semplice successione storica dei regimi e dei governi non ci dice niente: tutto passa e tutto si rinnova, solo il popolo langue. Forse non è proprio così. Ci sono stati periodi migliori per il suo livello di vita – la copertura sanitaria nazionale forniva una buona assistenza a tutti i cittadini italiani, le borse di studio davano pari opportunità a chi aveva voglia di studiare, c’era la tutela del posto di lavoro e la lotta per un salario dignitoso, ecc… – e periodi peggiori, anche peggiori di questo.
    Ora, voler fare discorsi sui massimi sistemi può essere nocivo, perché allontana da quanto possiamo fare.
    Sei sicuro che non possiamo fare nulla? Allora non protestare contro il potere economico mondiale ogni volta che si parla di qualcosa di concreto: se a nulla serve fare qualcosa, è inutile parlarne. Non possiamo pensare di fare gli apostoli del disfattismo ad ogni piè sospinto, specie in presenza di una reazione suicida come quella della Lega. Ti rendi conto che tutti attaccano i grandi poteri, ma poi ad essi si appoggiano? E’ solo propaganda. La Politica, quella con la P maiuscola, ha sempre avuto la capacità di avere voce in capitolo nelle questioni economiche. E’ quella spicciola, quella blaterata sui social e nei talk-show, quella che vuol far sentire la sua presenza con gli urli e gli spot beceri che attaccano un inventato avversario, che non solo non ha capacità propositiva, ma non ha proprio nessuna intenzione di apportare cambiamenti migliorativi nel campo economico perché altrimenti rischia di perdere il posto di comando.
    Ma intanto governa e governando incide sulle nostre vite. Se fra qualche anno non si potrà andare più in Veneto o Lombardia a lavorare oppure lo si potrà fare a condizioni ben peggiori dei veneti e dei lombardi – e questo è solo un aspetto delle conseguenze dell’autonomia di stampo leghista, perché poi ci sono le ricadute negative su quella parte del paese che è rimasta arretrata mentre forniva manodopera allo sviluppo del Nord – dovremmo pensarci adesso o quando sarà troppo tardi?

  5. Enzo Di Giovanni

    13 Febbraio 2019 at 22:46

    Rosanna ha colto nel segno.
    Il segno distintivo della nostra epoca è la mancanza assoluta di dialettica politica. Nessuno che entra nel merito delle questioni: in parte legato al fatto che non esiste più una scuola politica – lo vediamo quotidianamente il livello piuttosto basso della nostra classe dirigente -,ed in parte al fatto che l’unica strategia politica ritenuta efficace é quella della propaganda fine a sé stessa, senza contenuti.
    A pensarci bene le due cose vanno a braccetto: la propaganda “basic”, meglio se condita con un selfie alla nutella, serve proprio a dissimulare la pochezza della proposta. Che spesso, semplicemente, non c’è.
    Dice bene Vincenzo che i tempi della politica si sono accorciati e che tra 20 anni l’attuale governo sarà preistoria, dimenticato. Ma i danni che farà l’assenza di confronto vero, su cose vere, purtroppo lo pagheremo per molto più tempo.
    Ed allora, almeno qua, in questa “isola felice”, cerchiamo di costruire un laboratorio politico.
    Rosanna ha posto un interrogativo serio, su cose concrete: se ne parliamo in maniera appropriata faremo un servizio a noi stessi ed ai nostri lettori.
    Altrimenti prima o poi ci capiterà di leggere che stiamo perdendo residenzialita’ perché la terra piatta favorisce l’esodo…

  6. vincenzo

    26 Febbraio 2019 at 09:16

    https://www.latinaoggi.eu/news/politica/70597/fratelli-ditalia-si-allarga-torraca-mazzella-e-aversano-entrano-nel-partito

    Nessuno di Ponzaracconta ha commentato questa notizia, eppure se questa cosa è vera a mio avviso non può che avere delle ripercussioni sulla maggioranza di governo dell’isola: a meno che – cosa che la mia mente non riesce a concepire dal punto di vista politico – la scelta dei tre esponenti della maggioranza di passare con Fratelli D’Italia, non sia stata concordata con il sindaco e gli altri consiglieri di maggioranza.

    Nel 1975 per battere il “padre-padrone dell’isola” ci fu una coalizione di partiti dall’MSI al PCI con la presenza anche di alcuni estremisti di sinistra. Ma in quell’occasione il contratto con i cittadini era chiaro: “Rimettere in circolo la democrazia”, e per farlo vennero imbarcati tutti.

    Io invito gli amici di Ponzaracconta ad interrogarsi su questa recente operazione in cui un vicesindaco, un assessore e un consigliere di maggioranza accettano la casacca di un partito d’opposizione a Ponza e in Regione: di un partito che giorni prima ha presentato un’interpellanza parlamentare proprio contro questa maggioranza.

    Penso che questa scelta (se confermata) non riguardi solo il partito Fratelli D’Italia, ma il governo del Paese, e di conseguenza tutti noi.

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