Ambiente e Natura

8 gennaio 1810: cosa accadde a Ponza? (6)

proposto da Francesco De Luca

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Per la puntata precedente (5), leggi qui

Continua la lettera del comandante Montaruli…

Capitolo I – Posizione dell’isola di Ponza. Sua estensione e qualità dei suoi terreni.

L’Isola di Ponza, situata rispetto al Golfo di Gaeta, trovasi distante dal continente e propriamente dal Monte Circello circa miglia 18. E’ composta tutta di piccoli monticelli, è bislunga a forma di schiena d’asino, è molto stretta, girando nella sua circonferenza miglia dieci in circa. E’ un pezzo di tufo calcare aspro, coverto quasi dappertutto di terra in quantità maggiore nelle piccole valli, di pochi pollici nell’estremo dei piccoli monticelli.
Se ne avrà un’idea dalla Carta Topografica, che qui compiego, e che è stata tracciata sotto i miei occhi. Non ne garantisco però la sua precisa esattezza.
I terreni, nonché le piante dell’isola, sono soggetti all’influsso malefico dei venti e   delle esalazioni del mare, che agiscono fortemente data la sua piccolissima larghezza. Ecco perché la coltura vi riesce fatigosa e di poco profitto.
Nell’estate tutto si dissecca, e nell’inverno le piogge portano al mare la terra smossa dall’uomo. A questo inconveniente quei coltivatori vi hanno rimediato in parte, tagliando in tanti piccoli piani lo scosceso dei monti ed ergendovi delle barriere, o pareti di tufo.
L’isola cade quasi tutta a piombo nel mare ed è solo accessibile al nemico in quei punti che sono notati sotto il nome di Cala nella Carta che allego.

Si   vedono di tanto in tanto nell’isola delle vestigia di fabbriche a mosaico, dei sepolcri, e delle conserve di acqua. Nello scavo del Porto, fatto per ordine di Ferdinando IV furono anche rinvenute delle statue consolari di marmo, che furono mandate in Napoli.

 Capitolo II – Popolazione dell’isola, villaggi nei quali è divisa. Fabbriche ed edifici del Governo.

La popolazione cominciò ad introdursi nell’isola di Ponza nell’anno 1732, quando parecchie famiglie dell’isola d’Ischia andarono a stabilire colà il loro soggiorno. Nell’anno poi 1774 vi furono introdotte circa quindici famiglie della Torre del Greco. Le cure paterne che Ferdinando IV ha sempre avute per questa Colonia nascente ed i vantaggi che ha sempre assicurati a quei coloni avevano negli ultimi tempi, e prima dell’ultima evaquazione del nemico, aumentata quella popolazione sino al numero di 957 abitanti. Oggi, in seguito all’emigrazione accaduta nel momento dell’evaquazione, è ridotta a soli 759 individui.

Tutta l’isola può dirsi divisa in tre villaggi, o per meglio dire, tutte le abitazioni sparse qua e là si aggruppano la maggior parte in tre siti principalmente che vanno sotto il nome di Porto, S. Maria e le Forne. Il porto, perfezionato da Ferdinando IV, sin dal 1774 è composto di due braccia a forma di ferro di cavallo, ed è della circonferenza di canne napoletane 258 circa. Intorno vi sono delle abitazioni fatte tutte a spesa del Governo, parte addette al servizio della Guarnigione, parte donate agli abitanti, che per lo più sono pescatori.

A piccola distanza sulle colline esistono varie casette, e parecchie grotte che formano le abitazioni di questo piccolo villaggio. Esiste dippiù sul Porto la casa di dominio del Re, destinata all’abitazione del Governatore Politico, ed infine quasi nel suo centro una bella Chiesa Parrocchiale in forma di rotonda con un comodo Ospizio per ricettare il Parroco, e quattro Preti, tutti pensionati da Ferdinando, come qui appresso si dirà. La Chiesa e l’ Ospizio sono parimente di proprietà del Governo.

Il villaggio di S. Maria poco distante dal Porto è la sede dei primi coltivatori dell’isola di Ponza venuti dall’isola d’Ischia, e contiene parecchie abitazioni ove, se non respira il lusso, non si manca di parecchi comodi di vita. Questi abitanti sono tutti coltivatori di campagna ed i più ricchi, perché i primi venuti nell’isola. Non vi è Chiesa in questo villaggio, ma per la piccola distanza tutti vanno alla Chiesa Parrocchiale sita nel Porto.

Infine il villaggio delle Forne è circa tre miglia distante dal Porto, ed è composto di piccole ma comode grotte scavate a pian terreno nel tufo calcare, che forma il nocciolo dell’isola. In questo villaggio tutti sono coltivatori di terra, gente semplice ma buona, ed usciti tutti da quelle 15 famiglie venute dalla Torre del Greco, come sopra ho detto.
Questo villaggio contiene gli abitanti più poveri dell’isola. Questi però con i soccorsi che ricevevano dalla Corte di Sicilia non mancavano del necessario.
In questo villaggio, per comodo della popolazione, esiste una Chiesa sagramentale con Battistero, regolata da un Cappellano e sotto la dipendenza del Parroco dell’isola, che risiede al Porto, come sopra.

 

[8 gennaio 1810: cosa accadde a Ponza? (6) – Continua]

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