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Accarezzame

di Francesco De Luca

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Gli anni erano quelli giusti. Quanti? Quelli giusti per essere disposti all’amore. Che parola! Impegnativa? Macché… aveva la leggerezza del crepuscolo sulla terrazza di Chiaiadiluna.

Il sole donava il consueto spettacolo del tramonto e noi a giocare coi sentimenti. Amici e amiche. Adolescenti. In subbuglio ormonale? No, non mi pareva allora e oggi ancor meno. In preda alla gioia di vivere. Quella intrisa di affetti parentali, perché i nostri genitori sono stati una presenza forte nella nostra esistenza. Intrisa di amicizia, quella che ci faceva ridere e imbronciarsi subito dopo nei giochi fra le onde. Domani li rinnoveremo nelle acque di Chiaiadiluna.

Gioia di vivere in quest’isola che riluceva di cordialità in quei mesi così attesi, così vissuti e consumati.

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Le canzoni che correvano dal Mariroc, al Corso Pisacane, alla piazzetta di Santantuono erano queste. Davano l’avvio a quei balli dove si poteva cingere fra le braccia un corpo che dava un sussulto. Le poesie studiate tratteggiavano l’Amore come un fenomeno sul quale concentrare le energie mentali più pure ed eteree. Il corpo era dimenticato. In sintonia con l’educazione religiosa ricevuta a casa. Eppure nei bagni a mare ci si toccava con curiosità e rispetto. E il pulsare dei sensi era educato. Come educati erano i rapporti che si intessevano. Con tutti.

Anche con la terra di questa isola che calpestavamo a piedi scalzi, e le spine dei ricci, e la rena della spiaggia in cui ci avvoltolavamo, per poi liberarcene soddisfatti, in acqua.

Invio questa canzone domenicale in contrasto coi giorni freddi che stiamo patendo.
Non ha risonanza internazionale e nemmeno nazionale. Chi la canta è un gruppo di giovani ponzesi con le canzoni nel cuore.

Spero che trovi nei lettori la sua risonanza e dia calore. Se no… pardon.

http://www.ponzaracconta.it/wp-content/uploads/2019/01/mix-anema-e-core.mp3 [3]