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Una nave per Ponza

di Silverio Guarino

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Ma perché oggi non posso recarmi a Ponza? Sono libero in questa giornata e desidero proprio passarla sull’“amato scoglio”.
Ma Ponza è molto lontana da Formia e da Anzio, meno da Terracina, molto meno dal promontorio del Circeo!

Non turbiamo le conflittualità turistiche con San Felice Circeo e con Terracina (che si sentirebbero solo “di passaggio” per raggiungere Ponza), ma Formia ed Anzio sono veramente lontani da Ponza.

Si cerca sempre la nave ideale che possa essere usata per unire Ponza con il continente: veloce, sicura, che regga bene il mare e che possa ben custodirsi nel porto borbonico dell’“amato scoglio”. Due viaggi al giorno: due andate e due ritorni.

Ma quelle esistenti che attualmente vengono usate, per un motivo o per l’altro, non sono mai all’altezza, perché costruite ed inventate per altri mari e per altri scogli, sono lente, poco avvezze al mare aperto e poco agili e sicure nel piccolo porto di Ponza.

Ed allora, perché non trovare un armatore che abbia la voglia ed il buon senso di mettere in cantiere la nave ideale per la nostra isola?
Costruirla per Ponza e non usare navi nate per altri mari e per altri scogli.

Quando ho provato a proporre una simile utopistica idea a qualcuno che ne capisse un po’ più di me di navi e di mari, la risposta è stata pressoché sempre la stessa: “La nave può essere importante, ma molto più importante è chi sta al timone della nave”.

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“Caro San Silverio, Tu che puoi, illumina gli armatori a costruire navi giuste per Ponza, che portino però al timone quell’illuminato nocchiero che riesca a solcare questo mare periglioso con competenza e con la giusta dose di coraggio e di responsabilità. Ma, soprattutto, rendi meno lontano dai non R.I. (residenti invernali) questa isola che il mondo intero ci invidia, calmando le onde e rendendo più miti i venti e i marosi”.
Io Te l’ho detto e l’ho scritto anche su Ponzaracconta. Ora tocca a Te.