Ambiente e Natura

L’incontro di San Felice Circeo per “Città della Cultura Regione Lazio 2019”

di Enzo Di Fazio

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Dopo Ventotene e Ponza, si è svolta oggi a San Felice Circeo la presentazione del Progetto “Città della Cultura Regione Lazio 2019” come avevamo annunciato su queste pagine (leggi qui).

A questo incontro stamani ero presente anche io. Ho tenuto ad andarci in quanto non mi è stato possibile seguire gli altri.

La bella e accogliente sala della Porta del Parco del Museo di San Felice Circeo era gremita di persone, tutte in un modo o nell’altro interessate a questo importante progetto. C’erano rappresentanti delle scuole, professionisti, operatori economici, funzionari del Comune e della Regione, c’era anche, in rappresentanza del FAI, la signora Gilda Iadicicco  a conferma della continua attenzione da parte della Fondazione verso il territorio, i beni culturali e la natura della nostra zona.

Relatori della giornata: i sindaci di San Felice e di Ventotene,  il nostro Gennaro Di Fazio quale presidente della Comunità Arcipelago Isole Pontine e in rappresentanza del sindaco di Ponza, assente perché influenzato, l’architetto Calselli curatore del progetto, il direttore del Parco Nazionale del Circeo Paolo Cassola e la dottoressa Maria Federico della Direzione Cultura e Politiche Giovanili – Area Valorizzazione del Patrimonio Culturale della Regione Lazio.

Quale impressione ho ricavato dalla mattinata? Dico subito di aver percepito un grande entusiasmo e la voglia di fare bella figura.
Una parola è ricorsa frequentemente negli interventi dei relatori: cultura.
Cultura intesa come umanistica, come cultura del territorio identitaria e connotante.
Cultura in grado di creare relazioni, cultura come volano di crescita e sviluppo economico. Cultura intesa come valorizzazione di un territorio che vanta una storia millenaria che parte dall’uomo di Neanderthal.
Il progetto ha lo scopo, attraverso la partecipazione delle tre comunità,  di creare un  unico polo di attrazione dove lo scambio delle singole esperienze culturali mira a formare una rete di relazioni.
Un mare, quello di Circe, che non separa ma unisce… non poca cosa, direi ambizioso obiettivo in un’epoca in cui si erigono  muri invece che costruire ponti.

Interessante l’intervento del direttore del Parco, Paolo Cassola, che si è soffermato sull’unicità di Zannone con le sue rocce (comparto geo-sottomarino) tra le più antiche del mondo. Si è parlato anche di quanto si sta mettendo in atto per rimuovere la situazione di stallo in cui versa l’isola attraverso  lo stanziamento di risorse nel bilancio di quest’anno e l’attuazione dei progetti previsti dal piano.

Altro aspetto interessante è quello emerso dall’intervento della d.ssa Federico della Regione Lazio nell’illustrare la legge regionale (la 17 del 2016) che ha istituito la Città della Cultura.
Obiettivi della legge: stimolare le città a considerare lo sviluppo culturale come elemento essenziale della crescita economica e della coesione sociale delle proprie comunità,  valorizzare i beni culturali e paesaggistici,  promuovere lo sviluppo di imprenditoria nel settore culturale e creativo, migliorare l’offerta culturale,  incrementare i servizi rivolti ai turisti,  favorire processi di rigenerazione e riqualificazione urbana e dei territori e promuovere una cultura della progettazione integrata e della pianificazione strategica.
Ma anche attenzione verso le piccole realtà, i borghi, le piccole isole, gli entroterra per stimolarli a valorizzare i loro territori ricchi d storia e di bellezze poco note e poco conosciute.

E’ stato citato l’esempio di Colleferro, vincitrice del bando dello scorso anno. Colleferro, da brutto anatroccolo, come si era definita nel progetto. è diventata uno stupendo cigno, L’evento, puntando sui punti di forza del territorio (cultura, architettura, tessuto industriale), ha saputo rigenerare la città  e creare un modello di sviluppo virtuoso.

Insomma, a mio avviso, bisogna crederci e la nostra isola  ha, a partire dalla ricchezza della storia e delle bellezze naturali,  veramente una grande opportunità per rigenerasi e trovare la chiave di svolta, per dare probabilmente un colpo anche al problema tanto discusso del momento, lo spopolamento.  Una ricetta per iniziare bene? In questo “mare di Circe”  dobbiamo remare tutti nella stessa direzione.


Allegati
al Commento di Sandro Russo

La città di Matera sarà la capitale europea della cultura nel 2019, insieme a Plovdiv in Bulgaria.
Dopo Genova capitale europea della cultura nel 2004, Matera è la successiva città italiana ad ospitare la manifestazione. Il motto è Open future.

In file .pdf  l’articolo di Nicola Lagioia di cui si fa menzione nel Commento:
Da la Repubblica del 16 genn. 2019. E ora Matera centro di gravità. Di Nicola Lagioia

Matera, veduta della Civita dal Sasso Caveoso

Logo Matera 2o19

3 Comments

3 Comments

  1. Sandro Russo

    17 Gennaio 2019 at 08:26

    Quanto mai pertinente, e assolutamente tempestivo, un articolo di Nicola Lagioia su Matera, capitale europea della cultura per il 2019, su la Repubblica di ieri 16 gennaio [riportato, insieme a delle foto, in file .pdf nell’articolo di base].

    Leggendo degli incontri tenutisi per il Progetto “Città della Cultura della Regione Lazio 2019” già a Ventotene, poi a Ponza e ora a San Felice viene da chiedersi: come mai un progetto per definizione aggregante e virtuoso suscita solo a Ponza tanto malanimo e sospetto? Perché altrove progetti del genere funzionano da volano per tutta una serie attività – economiche, sociali e culturali – che si sono attivate a cascata? Sono lì a dimostrarlo gli esempi di Colleferro che è stata la sede prescelta per il Lazio lo scorso anno e Matera, capitale europea della cultura nel 2019, come descritto da Nicola Lagioia.
    Per quanto anche per Matera Lagioia faccia un velato accenno a “qualche lite condominiale e qualche conflitto istituzionale di troppo che hanno creato rallentamenti” – tutto il mondo è paese! – il senso dell’articolo è positivo e entusiastico.

    La specificità – e l’handicap – di Ponza è di avere un ex sindaco che rema sistematicamente contro tutte le iniziative che sfuggono al suo controllo e con un gruppo ristretto di accoliti avvelena i pozzi dove e come può: in particolare dalla sua pagina Fb e dalla stampa on-line che occasionalmente lo ospita.

    Noi pensiamo che, sebbene partita in netto ritardo, Ponza potrebbe farcela; ma soltanto se si libera dalla remora psicologica di un esperimento avariato – quello della passata Amministrazione – che dall’opposizione “distruttiva” all’ostruzionismo attuale, può portare all’isola solo danni.

  2. Enzo Di Giovanni

    17 Gennaio 2019 at 09:22

    Vorrei aggiungere, per completezza di informazioni, che Ponza non è partita in netto ritardo: basti pensare che la proclamazione del vincitore del bando “Città della Cultura 2019” è avvenuta poco prima di Capodanno!
    Il ritardo semmai Ponza lo ha, ed è purtroppo un ritardo storico, nel non essersi dotata finora di tutte quelle strutture necessarie per far funzionare la macchina dell’organizzazione di eventi di natura turistico-culturale, che in paese che vorrebbe essere a vocazione turistica, è cosa di non poco conto. Ma proprio a tal fine, un evento come questo può darci un grosso stimolo, ed è in tal senso che bisogna lavorare.

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