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Un punto di vista giovanile sullo spopolamento dell’isola

di Maria Sara Mazzella (*)

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Pubblichiamo con piacere il contributo di Sara. E’ stato messo tra gli articoli piuttosto che tra i commenti (cui era propriamente da destinare) per facilitarne la lettura, per la sua lunghezza e per essere uno dei (rari, ma sempre benvenuti) contributi dei giovani su un problema isolano complesso.
La Redazione

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Ho letto con attenzione l’articolo pubblicato sul sito PonzaRacconta scritto da Alessandro Romano (leggi qui – NdR) in merito allo spopolamento dell’isola e della sua analisi in merito alla situazione odierna e alle cause che stanno inesorabilmente ampliando il problema.

Si parla nell’articolo di “Spopolamento derivante dal benessere”, di un’ambizione ad una vita più confortevole in terra ferma, citando l’articolo “al di là di ogni oggettiva necessità di vita”.
Io credo che il problema sia più profondo e che le cause e le motivazioni di chi lascia Ponza siano molto più complesse di una semplice ricerca della vita comoda di città e piena di servizi
Ho provato a rispondere ai quesiti che vengono posti nella prima parte dell’articolo.

“Per arrivare a delle risposte esaustive ed individuare dei possibili rimedi occorre analizzare e valutare innanzitutto alcuni elementi:

a) Distinguere i trasferimenti definitivi da quelli periodici;
b) individuare il periodo dell’anno di maggiore spopolamento;
c) censire le zone dell’isola maggiormente soggette al fenomeno;
d) distinguere l’età della popolazione in partenza;
e) individuare i mestieri e le occupazioni dei partenti;
f) individuare i luoghi di destinazione;
g) registrare le ragioni espresse dai migranti stagionali.”

a)      Negli ultimi periodi i trasferimenti periodici a mio parere sono aumentati di gran lunga e hanno sorpassato anche quelli definitivi che invece prevalevano negli anni passati. Infatti anche chi abitualmente dopo il lavoro estivo rimaneva qui sull’isola, oggi se ne va, preferendo cercare un’altra occupazione a tempo determinato nelle grandi città: questo evidenzia che il lavoro stagionale anche se integrato da ammortizzatori sociali e misure a sostegno del reddito, non basta più per poter vivere in maniera dignitosa, anche su un’isola. Persino i lavoratori stranieri presenti in gran numero qui sull’isola preferiscono tornare nel loro paese d’origine che passare la stagione invernale qui a Ponza. I trasferimenti definitivi sono invece per la maggior parte determinati da motivi di studio e lavoro dopo la laurea.

b)      I periodi con un elevato spopolamento sono i mesi che vanno da novembre a marzo, in quanto anche coloro che hanno un’attività sull’isola, terminati i lavori e lo smontaggio dei propri locali lasciano Ponza. Quest’anno, inoltre, a differenza degli anni passati in cui durante il periodo natalizio qualche attività in più aperta vi era, ci siamo ridotti all’osso con un solo ristorante aperto e i pochi turisti arrivati per il capodanno hanno dovuto adattarsi alla spiacevole situazione e questo non è di sicuro un buon biglietto da visita.

c)       Le zone dove lo spopolamento si nota maggiormente sono quelle in cui vi è una maggiore presenza di case vacanze e B&B: la possibilità di affittare ai turisti in villeggiatura è una delle tante attività che fanno andare l’economia isolana e permettono a tutti di poter avere un’entrata maggiore. L’eccessivo sfruttamento in tal senso, d’altra parte, costituisce un’ulteriore causa dello spopolamento: l’assenza di abitazioni disponibili per chi vuole abitarci tutto l’anno.
Ho vissuto personalmente questo problema: un ragazzo che vuole conquistare la propria indipendenza, andando a vivere da solo o con il proprio partner ha serie difficoltà a trovare un’abitazione sia da affittare a prezzi umani e sia da acquistare.

d)      L’età media della popolazione che lascia Ponza è in questo periodo molto bassa: si parla dei ragazzi tra i 14 e i 30 anni. Le motivazioni sono sempre quelle indicate sopra, ossia la carriera scolastica e universitaria e la ricerca di un secondo lavoro al termine della stagione estiva. I lavori disponibili durante l’inverno sono davvero pochi e la maggior parte richiedono uno sforzo fisico non indifferente (penso a muratori e pescatori) che al giorno d’oggi non tutti i giovani sono disposti ad affrontare.
Inoltre da donna non posso non sottolineare l’assenza totale di possibilità per noi durante l’inverno. Siamo la categoria più colpita dall’attuale situazione.

e)      Come detto su in questi ultimi periodo partono non solo i lavoratori che cercano un’occupazione a seguito della laurea ma anche coloro che lavorano nel terziario, per avere una maggiore sicurezza economica.

f)       I luoghi di destinazione sono
–          Formia e dintorni per i ragazzi tra i 14 e i 20 anni;
–          Le grandi città italiane per gli studenti universitari e lavoratori del terziario;
–          Capitali estere preferite di gran lunga negli ultimi anni dai ragazzi in cerca di un’occasione migliore. Questo evidenzia come la mancanza di sicurezza economica e sociale non sia solo una caratteristica ponzese ma bensì riguarda l’intero paese!

g)      Le motivazioni che inducono i ponzesi a lasciare la propria casa sono molto soggettive e diverse, bisognerebbe avviare un’indagine tra coloro che non sono più sull’isola per poter avere da loro le diverse convinzioni che li hanno indotti a lasciare casa. Dal mio personale punto di vista credo che in ordine di importanza le cause siano: istruzione, lavoro, servizi e svago, oltre che la possibilità di fare nuove conoscenze.

Due sono le condizioni fondamentali per una vita dignitosa: un buon lavoro e una casa. A Ponza mancano entrambe queste due sicurezze, oltre a tutto ciò che vi si può costruire attorno (scuola, servizi, sociale, ecc…).

Ci si può impegnare al massimo per poter rallegrare il periodo invernale con eventi e occasioni d’incontro, ma se poi sull’isola mancano le condizioni minime per poter trascorrere una vita serena e onesta è tutto inutile!

In questi ultimi anni a mio parere è stato fatto pochissimo per migliorare la situazione, si è cercato solo di investire e migliorare per il turista ma non per chi vive l’isola tutto l’anno. In passato, quando il turismo era ancora sconosciuto l’economia ponzese si basava esclusivamente sul commercio isolano o addirittura esportando i prodotti ottenuti dal lavoro nelle terre e per mare. Con questo non voglio intendere che si debba eliminare o penalizzare il turismo e chi lavora per esso, essendo l’unica fonte di sostentamento, ormai. E’ necessario però guardare oltre, cercare altri sbocchi di sviluppo per quest’isola, esplorare nuovi ambiti mai affrontati dai ponzesi e dalle amministrazioni, serve iniziativa e voglia di cambiare punto di vista.

Servono incentivi veri per chi Ponza la vive 12 mesi l’anno, per chi ha un’attività aperta sempre e per chi vuole acquistare casa e investire sul proprio territorio.

Una delle varie proposte fatte all’Amministrazione dal nostro Circolo AttivaMente Ponza è stato il controllo delle residenze: è impossibile che all’anagrafe risultino più di 3000 persone quando poi ci rendiamo conto che girando d’inverno per l’isola se ne possono incontrare meno della metà. Quest’indagine potrebbe avere come risultato maggiori entrate per il Comune (pensiamo a quante prime case fittizie ci sono sull’isola e quanto potrebbero ammontare l’IMU e la Tasi per il Comune se queste venissero identificate come seconde case), che potrebbe utilizzare ed investire per migliorare la condizione attuale.

Voglio concludere la risposta all’articolo con la mia esperienza personale. Sono infatti “un’anomalia” di questo sistema, dopo 14 anni vissuti fuori Ponza ho deciso di tornare, inizialmente anche un po’ perplessa che la scelta fatta fosse quella giusta.
Solo vivendo qui, oggi dopo tre anni, ho la conferma di essere nel posto giusto, al contrario di tutti i ragionamenti fatti in precedenza ho preferito dare priorità al posto in cui vivo rispetto allo stile di vita che oggi comunemente chiamano “confortevole” che è possibile trovare in città.
Trovo che vivere a Ponza sia un onore e non un’agonia come lo è per molti. Non ho mai una giornata noiosa al contrario di tanti, cerco sempre di impegnarmi in qualcosa che sia costruttivo per me e per l’isola. Ovviamente non avrò la possibilità di ambire ad una carriera prestigiosa ma questo non è il mio obiettivo, adatterò anche la mia vita lavorativa a questo posto. Preferisco immergermi nella natura che nel traffico, preferisco avere intorno tanta gente che mi conosce e che mi vuole bene piuttosto che una serie di sconosciuti che non sorridono. Queste alcune delle motivazioni che mi hanno convinto a restare e a costruire il mio futuro qui.

A parte il mio personale punto di vista, ritengo ci sia da fare molto, bisogna tutelare chi custodisce l’isola e ne preserva le sue bellezze se vogliamo che Ponza non diventi un villaggio turistico.

(*) – Maria Sara Mazzella, presidente dell’Associazione AttivaMente Ponza
12 Comments

12 Comments

  1. vincenzo

    8 Gennaio 2019 at 15:07

    Brava Sara, un buon inizio! Hai fatto un analisi buona e giusta. Da questa analisi deve partire l’impegno per determinare il vostro futuro.

  2. Sandro Russo

    9 Gennaio 2019 at 09:00

    Grazie a Sara che ci rassicura dell’esistenza – a Ponza e in questo arido mondo – anche di giovani pensanti (…e scriventi), tra tanti altri che si lamentano (a vvacante, senza fare proposte) e haters.

    Utilizzando le categorie di Alessandro Romano, Sara allarga lo sguardo ai giovani, ai lavoratori stranieri e alle donne; offre un interessante punto di vista personale e ancora una volta, lamenta l’assenza dei poteri pubblici. Scrive: “E’ necessario però guardare oltre, cercare altri sbocchi di sviluppo per quest’isola, esplorare nuovi ambiti mai affrontati dai ponzesi e dalle amministrazioni, serve iniziativa e voglia di cambiare punto di vista”.

    Ormai è una richiesta diffusa, una voce di popolo che chiede un segno di vita a questa Amministrazione…
    Mi tocca citare Vincenzo che fa il medium… – Pronto… C’è una presenza lassù? Ci siete? Battete un colpo!

  3. Paolo Iannuccelli

    9 Gennaio 2019 at 09:05

    In merito alle eccellenti considerazioni esposte in questi giorni sullo spopolamento invernale, credo che si possa pensare a invertire il trend negativo con l’istituzione di una facoltà universitaria, ad esempio Biologia marina, gemmata con Napoli, e/o Scienze motorie gemmata con Cassino.
    Mancano le strutture – è vero – ma qualcosa si può ottenere con buona volontà. Creando poli scolastici di eccellenza qualsiasi famiglia sarà lieta di fare studiare i figli in un posto splendido e tranquillo. Non dimentichiamo poi lo sport, Ponza potrebbe essere sede di molti periodi di addestramento in varie discipline.

  4. vincenzo

    9 Gennaio 2019 at 11:09

    Danilo D’Amico mi ha inviato una lunga e-mail che voglio pubblicare; riguarda l’impegno non solo sociale ma anche politico di un giovane oggi a Ponza.
    Io penso che tutte le persone che hanno a cuore il futuro dell’isola – lo hanno anche manifestato meravigliandosi ed elogiando il documento di Sara – capiscano l’importanza che ci siano giovani anche come D’Amico.

    Caro professore,

    questo vuole essere più uno sfogo che altro. Più per chiedere un tuo parere sulle idee che ho messo in campo piuttosto che chiederti di fare da “ventriloquo”, come qualche mente eccelsa ti ha accusato.

    Ho letto sia l’articolo di Alessandro Romano che quello di Sara Mazzella, con commenti vari annessi, sull’argomento spopolamento. Perdona la franchezza… il senso di tutto questo? Per carità, una delle poche volte che Ponza Racconta fa quello per cui è nata, per quanto non del tutto. Cercherò di andare con ordine.

    A che serve analizzare il problema se non si propongono delle soluzioni? A che serve imbastire pagine e pagine di paroloni altisonanti se poi da questi paroloni non viene fuori una visione, un programma per risolvere il problema posto? A che serve sciorinare tutta la dialettica di cui si dispone se poi all’aria rimangono solo il fritto e la fuffa? Secondo me non serve a molto, se non ad auto-compiacere l’ego di chi scrive… se devo pensar male.

    Senza la presunzione che il mio pensiero sia “il verbo”, tutti quei paroloni li posso riassumere in un’analisi brevissima: sconforto di chi scrive, scontro tra galletti in un piccolo pollaio, un’unica timida idea da parte di una giovane che ha tanta voglia di fare (e questo basta a perdonarle la poca esperienza politica) e tu che giustamente tiri le orecchie da un lato e incoraggi dall’altro. Punto. Quante pagine sono state scritte? Il tutto per lasciare questa analisi? Mi sembra un po’ pochino. Un po’ come la solita “tiritera” di memoria scolastica: suo figlio è bravo ma è svogliato… se devo pensar bene.

    Sono un lettore di Ponza Racconta perché sono un lettore. Leggo tutto, specie le piattaforme di chi politicamente è un mio avversario. Seguo il dibattito politico che ne consegue e rimango sempre più sconcertato. Come si fa a non capire, caro Professore, che di tutte queste chiacchiere al vento al ponzese medio non importa nulla? Come può Ponza Racconta non comprendere che con filosofi e poeti non ripopoliamo l’isola e nemmeno miglioriamo le condizioni di quei pochi guardiani che sono rimasti? Questo è il sentire medio dei ponzesi. Ponzesi che si sentono abbandonati. Questo è il sentimento comune più diffuso. ABBANDONO. E come crediamo di risolvere questo problema? Con la filosofia? Sarà colpa della mia giovane età – e premetto che sono un vorace lettore di testi e autori filosofi – ma ritengo che con “questa” filosofia nostrana non si va da nessuna parte. L’unico risultato che si ottiene è l’aumento del sentimento di abbandono di un popolo che non si sente capito da (quasi) nessuno. Sorrido amaramente pensando che, con piena ragione, hai “suggerito” di capire prima di proporre.

    Si, sono incazzato! Incazzato con tutta la classe dirigente, politici, amministratori, “saggi”. Sono un Gilet Giallo ponzese. Forse l’unico, o forse ultimo, “eroe romantico” nostrano con un’idea ben precisa di cosa deve essere e diventare Ponza. Un Gilet Giallo contestualizzato, ovviamente. Sono l’unico a lavorare su un programma politico e a metterci la faccia in prima persona per poterlo realizzare. Ponza non può essere governata dai pavidi, dagli intrallazzini di turno e dai filosofi del momento. Bisogna avere il coraggio di sognare una Ponza diversa e di correre il rischio di vivere questo sogno. Forse, vista l’età, la mia è incoscienza e non coraggio, direbbe qualcuno. Non è così e sai perchè caro Professore? Perché ho paura. Paura di sbagliare e far soffrire ancora di più la mia terra. E’ da questo che arriva il coraggio di provarci. Tolta però la mia piccola dose di “filosofia”, arrivo alla carne viva dell’argomento.

    Quando passiamo ai temi? Quando si parlerà di come risolvere effettivamente il problema? Capisco però. con estrema amarezza, che sarà impossibile. Impossibile perché questi personaggi che pretendono di rappresentare i ponzesi sono dei Gilet Gialli da “salotto”. Pontificano da lontano e con una tale ipocrisia da far incazzare anche il serafico Gandhi. Io ho votato “Tutti Per Ponza”: sono convinto che sia stata una buona amministrazione, eppure ho cercato alternative, eppure ho criticato e critico alcuni provvedimenti. Critico, soprattutto, gli “Avengers” che ci sono dall’altro lato, cioè quelli che, cascasse il mondo, Piero Vigorelli aveva ed ha ragione. Li critico allo stesso modo di quelli che fanno lo stesso con l’Amministrazione Ferraiuolo. Si chiama onestà intellettuale. La Redazione di Ponza Racconta ce l’ha? La risposta la conosciamo entrambi. Come possono quindi proporre idee e soluzioni alternative quando sono accaniti sostenitori di questo “status quo”? Non lo sono dell’Amministrazione, questo è ovvio.

    Ai ponzesi servono soluzioni. Audaci, aggiungerei. Io le mie le ho, ci lavoro da molto e le ho paragonate a molti casi analoghi in Italia. Si, perchè forse si dovrebbe capire che Ponza non è un caso unico al mondo. Dobbiamo guardare al mondo con gli occhi dei giovani… E basta, per favore, con i gargarismi di chi con i giovani si sciacqua la bocca. Non è ovviamente rivolto a te Professore, anzi. Fai bene a spronare questa generazione che ha preso solo i difetti e nessun pregio di quella precedente.

    Ecco la mia ricetta! E preciso, nuovamente e con tutta l’arroganza di cui dispongo, che è l’unica ricetta in campo di un politico che si propone per amministrare il suo territorio:

    1. Incentivare la natalità destinando allo scopo il 5% del Bilancio.
    Come fai a scommettere sulla famiglia se non credi in essa? È difficile scommettere su di essa, favorendo la maternità e la natalità, se il governante non ne è personalmente convinto. Sgravi per le giovani coppie, kit bebè, assegno di maternità (in base a determinati requisiti) e miglioramento dei servizi per l’infanzia.

    2. Sgravi sulla TARI per i commercianti.
    Quanti sono i commercianti che aprono solo in estate? Quanti quelli neanche ponzesi? Non vanno certo demonizzati, anzi, ma va premiato il ponzese, il residente che apre la sua attività anche nel periodo invernale. Invece che sgravare la tassa per il suolo pubblico (prettamente usato in estate) va sgravata la tassa sull’immondizia. A patto, ovviamente, che l’esercizio rimanga aperto per un dieci mesi l’anno e con un turnover nei mesi di chiusura. Sarebbe un ottimo segnale per i nostri commercianti.

    3. Amazon Island.
    Chi di noi non ha mai acquistato su Amazon? Tutti sappiamo quanto funzioni questo colosso, perché non prendere dal suo esempio? Sempre riallacciandomi al Brand Ponza e alla sua vendita. Vendiamo le nostre eccellenze su internet. Organizziamo un centro unico di distribuzione per il nostro artigianato e i nostri prodotti alimentari. Agricoltori e artigiani lavorerebbero tutto l’anno per soddisfare la richiesta e si creerebbero nuovi posti di lavoro nel centro unico di distribuzione, che potrà essere direttamente sponsorizzato da Amazon (cosa che il colosso fa e sarebbe la scelta preferita) oppure indipendente con una propria piattaforma sul web.

    4. Sconti fiscali su IMU e IRPEF per chi ristruttura e viene a vivere.
    Taglia di qua e sgrava di là, voi penserete: ma i soldi per far quadrare il Bilancio dove li prendiamo? Se tagliamo le spese ai residenti le si aumenta per in non residenti. Potrà sembrare brutto per gli amici ponzesi che non abitano più l’isola o per i forestieri che hanno acquistato casa, ma preferisco tutelare i ponzesi residenti. Un ulteriore incentivo, scontando IMU e/o IRPEF, potrebbe essere dato per chi decide di ristrutturare casa venendo a viverci. Questo almeno per i primi 5 anni.

    5. Made in Ponza.
    Come si è visto quando ho parlato di Ambiente e Territorio, credo molto nelle cooperative. Bisogna incentivare la nascita di queste cooperative per creare lavoro e dar loro l’opportunità di immettere immediatamente sul mercato i loro prodotti. Tutto ciò che sia Made in Ponza deve essere protetto e tutelato così come le categorie che lo producono: agricoltori, vignaiuoli, pescatori, artigiani, ecc ecc.

    6. Filiere corte.
    Sono filiere produttive volte a creare un rapporto diretto tra produttore e consumatore. Come prosieguo verso l’incentivo e la difesa del Made in Ponza dovranno essere organizzate settimanalmente, nel periodo estivo: una filiera corta in modo da dare alle categorie su citate la possibilità di vendere i loro prodotti.

    7. Posto barca per i residenti.
    Avere una barca e non sapere dove metterla, l’incubo di molti nostri diportisti. Mi ripeterò, a costo di sembrare petulante: la residenzialità va premiata! Per prima cosa bisogna censire le unità da diporto di tutta l’isola per poi arrivare a garantire la precedenza per l’assegnazione di un posto barca ai residenti. Bisogna provvedere alla regolamentazione di un canone di affitto annuo, variabile a seconda della residenzialità. Ponza è di chi la vive tutto l’anno.

    8. Cooperativa dei pescatori.
    Avete presente la famosa asta del pesce di Terracina? I vantaggi i questa vendita diretta dei prodotti sono l’unica vera risposta – uniti ai piccoli accorgimenti per i pescatori di cui ho già fatto menzione – ai vincoli imposti dall’Europa che hanno creato una crisi del settore. L’abbattimento dei costi, la maggiore possibilità di guadagno e i vantaggi fiscali rendono la Cooperativa una garanzia per i nostri pescatori. Da non sottovalutare anche l’idea della “cucineria”, cioè cucinare al momento il pescato. Maggiori saranno i posti di lavoro (penso alle famiglie dei pescatori) e maggiore sarà anche l’attrattiva per i nostri visitatori. Infine una piccola, ma non più di tanto, considerazione. Da sempre si parla di Cooperative, consorzi e quant’altro possa unire i pescatori per renderli un’entità forte, senza mai riuscirci. Se da un lato non abbiamo bisogno che il “professore universitario” di turno ci venga a dire cosa fare del nostro mare, dall’altro spetta ai pescatori in primis capire che divisi non si va lontano. L’unione è necessaria non solo per raggiungere un accordo interno tra le varie categorie di pescatori, ma anche finalmente per stabilire e regolamentare il fermo biologico di cui abbiamo assolutamente bisogno.

    9. Bonus Acqua.
    A differenza del bonus gas e luce che può essere richiesto da tutti i cittadini italiani, il bonus acqua è richiedibile solo nei Comuni che ne hanno deliberato l’apposita agevolazione in Consiglio Comunale. Sempre e solo per i residenti, con determinati requisiti, va data questa agevolazione. Resta ben inteso che quando parlo dei requisiti da soddisfare, in questi casi parlo delle fasce sociali più deboli, con buona pace degli approfittatori seriali.

    10. Parcheggio auto.
    Sottolineare quanto sia caotica l’isola in estate è superfluo. Non è possibile pensare di ospitare le auto dei nostri visitatori se prima non siamo in grado di garantire un parcheggio ai residenti. Zone a traffico limitato – totale per quanto riguarda le banchine – e permessi rilasciati solo ai residenti. L’implementazione della Polizia Locale in estate e i controlli sulle residenze in inverno ridurranno al minimo i “furbetti” che fino ad ora ne hanno approfittato.

    La lotta allo spopolamento e il miglioramento delle nostre condizioni di vita di isolani è al centro… o meglio… è il fine ultimo del mio programma politico. Chi lo ha? Purtroppo nessuno. Chi ha il coraggio di mettere da parte divisioni e interessi personali per poterlo realizzare? La risposta la conosci anche tu.

    Questa battaglia è la battaglia di tutti i ponzesi. Siano essi pescatori, commercianti, muratori, operatori turistici… tutti. In quanti propongono soluzioni concrete scendendo in politica? Anche in questo caso conosci la risposta.

    Perdonami per lo sfogo ma essendo l’obiettivo, il fine ultimo, che mi sono posto non sono riuscito a tacere. Tra pochi giorni termino la cura allo stomaco e torno sull’Isola. Ti aspetto per un caffè! Una buona giornata e a presto!

  5. Alessandro Romano

    9 Gennaio 2019 at 13:07

    Caro Danilo,
    tu fai il politico ed io faccio lo storico (a tempo perso), le tue sono proposte e, quindi, promesse (politiche) le mie sono solo delle osservazioni (anche se crudeli) basate su dati di fatto e, quindi, scientificamente provate. Occorre vedere bene dove sta la fuffa da te indicata, se in promesse politiche che potrebbero non realizzarsi (come al solito) o in un’analisi che (è vero) potrà sconfortare chi scrive e chi legge, ma che, purtroppo, riporta una verità anche se dura.
    I filosofi, caro ragazzo mio, sono un’altra cosa: spesso non si fanno capire e sui loro ragionamenti (in alcuni casi astratti) non sempre i politici possono fondare programmi e promesse. Il guaio, nel caso da te trattato, è che il mio “grido di dolore” è stato capito da molti anche e soprattutto da chi, suo malgrado, è condannato a subire ciò che non avrebbe mai voluto subire: la deportazione etnica indotta.
    Con la buona giornata a tutti.

  6. Enzo Di Giovanni

    10 Gennaio 2019 at 16:18

    Con un suo commento su Facebook Danilo D’Amico ironizzava sul fatto che un amministratore, il sottoscritto, si fosse degnato di scendere negli inferi confrontandosi con i comuni mortali. Più o meno era questo il senso, con un contorno successivo di provocazioni a cui chiaramente non ho risposto.
    Quel commento contiene due errori.
    Il primo è quello di identificarmi con un amministratore, cosa che non sono, essendo il sottoscritto stato un elettore di questa amministrazione ma non facente parte parte del consiglio comunale, e di conseguenza nella possibilità di rispondere solo delle iniziative che, come delegato esterno alla cultura, dovessi decidere di intraprendere.
    Il secondo errore è l’approccio che persone come Danilo hanno nei confronti degli altri. Che non è ricerca di confronto, di dialogo, ma solo un polemizzare spesso demagogico, fittizio, in perfetto stile “politichese”, come quando in televisione si accavallano le voci degli antagonisti secondo lo schema del “capra! capra!” che fa la fortuna degli urlatori alla Sgarbi: questo è un approccio che non mi vedrà mai partecipe.
    Perché questa premessa?
    Perché trovo surreale che dobbiamo sorbirci su Ponza Racconta, di cui sono da anni, con orgoglio e pieno senso di appartenenza uno dei redattori, il pistolotto programmatico e politico sui mali del mondo introiettato e rimodellato sui contorni della nostra isola.
    Per inciso: ho letto con attenzione i contenuti espressi da Danilo, e non ho difficoltà a riconoscere di poter essere d’accordo con alcune tematiche esposte. Ma è il metodo che non funziona. “Parlare a nuora perché suocera intenda” non è certo il modo più dignitoso e rispettoso per confrontarsi. Se Danilo cerca veramente il confronto abbia il coraggio di scendere sul campo scrivendo direttamente sul sito, senza utilizzare il postino, ed in maniera costruttiva, non attraverso la sequela di offese gratuite ed illazioni insostenibili, come spesso accade su facebook. Non ci si può lamentare che Ponza è un organismo in disfacimento, per usare una metafora tremenda in linea con la visione “crudele” espressa da Alessandro Romano nella sua analisi, e poi continuare a spingere su un “vezzo” tipicamente ponzese che è quello di dividere, anziché unire le forze. Tutti d’accordo che siamo un soggetto debole da salvaguardare, altrettanti (o quasi, io non mi annovero tra questi) pronti ad uno scontro settario continuo.
    Molti amici si meravigliano perché io su Facebook, che utilizzo da qualche mese dopo averlo a lungo ignorato, scriva soprattutto in maniera polemica delle gesta dell’attuale governo, senza entrare con la stessa virulenza sulle cronache locali.
 Il motivo è semplice: ho delle convinzioni ben radicate, e partecipo il mio sconcerto, manifestandolo, verso quella deriva morale e politica che sta vivendo l’Italia e che a mio avviso porterà, sta già portando, a conseguenze che pagheremo tutti.
    Ma allo stesso tempo pur difendendo, con tutti i miei limiti, le mie convinzioni, non mi sogno di usarle per attaccare persone con cui divido lo stesso spazio di vita, le stesse difficoltà, le stesse speranze, al di là delle idee.
    Non mi interessa, assolutamente, lo sport di gettare fango su tutto e tutti per una guerra di posizione all’interno della nostra comunità.
    Non mi interessa perché secernendo le varie idee, potrebbe venirne fuori un contributo più utile ad affrontare le tante storiche problematiche ponzesi, su Ponzaracconta come altrove.
    Ed è un peccato che non lo si faccia.

  7. Luisa Guarino

    10 Gennaio 2019 at 17:09

    Non vorrei sembrare ripetitiva rispetto a quanto ha appena scritto Enzo Di Giovanni. “D’Amico mi ha inviato una lunga e-mail e io voglio pubblicarla” scrive Vincenzo: troppo comodo cari miei! Non vedo, anche in quanto direttore del sito, perché dovremmo offrire tanto spazio a chi sembra volutamente ignorarci, ma poi vuole “usarci” per propogandare le proprie idee, quali che esse siano. Che il dialogo (anzi soliloquio) tra “allievo” e prof dunque si svolga e prosegua… in altri lidi! Chi vuole dire qualcosa o dare un contributo, in questo caso per la crescita e lo sviluppo della nostra isola, lo faccia di prima mano e in prima persona. Altrimenti, checché ne dica, sarà sempre la pedina di un “ventriloquo”

  8. vincenzo

    11 Gennaio 2019 at 09:56

    Caro Enzo, tu presiedi riunioni pubbliche, ti prendi incarichi di coordinamento istituzionali, partecipi a riunioni organizzative e programmatiche come delegato alla cultura e dici di non essere un amministratore?

    Io caro Enzo non mi meraviglio, come fanno i tuoi amici, perché non scrivi su facebook, io mi meraviglio perché non scrivi su Ponzaracconta di politica culturale di cui tu hai la delega per questa amministrazione.

    Io mi meraviglio perché quando interrogati da me su Ponzaracconta e non su Facebook, di problematiche che riguardano il vostro impegno in questa amministrazione, tu, Mimma e Gennaro che “orgogliosamente” avete fatto o fate parte di Ponzaracconta, non rispondete, non ampliate la preziosa opera di informazione politica che la gente si aspetta da Ponzaracconta e soprattutto da voi.

    Perché la gente si aspetta soprattutto da voi la giusta opera di informazione e su Ponzaracconta?

    Perché da queste pagine avete proposto un altro modo di pensare e fare politica rispetto a quella sviluppata da Vigorelli ed è su queste pagine che la gente, che vi ha votato, chiede conferma che i propositi vengano rispettati coerentemente nell’azione amministrativa.

    Cara Luisa, come tu sai, io continuo a scrivere da tempo su Ponzaracconta! Se le mie lettere aperte vengono ignorate dalla maggioranza e accolte dalle opposizioni, se i miei appelli a chiarire tematiche vengono ignorati dagli amministratori e discussi dalle opposizioni io non faccio altro che raccontare ai miei lettori su Ponzaracconta questa realtà.

    Perché a mio avviso adesso il problema non è scrivere ma è essere letti. Si viene letti se si scrivono cose che interessano alla gente, per cui io non mi preoccuperei se Vincenzo fa il postino, il vetriloquo o altro ma se Vincenzo ha gente che lo legge o no, se ha lettori che lo condividono o no.

    Questo è il problema che dovrebbe interessare ad una direttora.

    Ma comunque te lo dico chiaramente, se non condividi il mio modo di proporre il dibattito politico su Ponzaracconta tu hai il potere di eliminare quello che non ti aggrada.

    Un’azione diretta di questo tipo mi consentirà di prendere le conseguenziali decisioni.

  9. Luisa Guarino

    11 Gennaio 2019 at 15:37

    Queste polemiche mi sembrano proprio senza senso, caro Vincenzo. Comunque ancora una volta mi riferisco a D’Amico e rispondi tu. Per quanto riguarda il seguito che possa avere presso i “tuoi” lettori, qui non siamo su Fb e non è questione di like e di pollice in alto. Come direttore inoltre non mi attribusco alcun potere, tanto meno quello di censurare i contributi di chiunque. Ma mi piacerebbe che questi fossero “di prima mano”. Non capisco la tua ultima frase: è una minaccia o una promessa?

  10. Enzo Di Fazio

    12 Gennaio 2019 at 22:44

    L’articolo di Sara ha suscitato moltissimo interesse. Lo dimostra l’elevato numero di coloro che l’hanno letto (noi della Redazione abbiamo un contatore che ci fornisce quel dato). E ciò al di là dei commenti che ha stimolato e che rappresentano una sorta di record per gli articoli che pubblichiamo. Peccato che molti commenti, sfociando nella polemica, non abbiano portato alcun contributo alla disamina del problema dello spopolamento.
    Mi sono chiesto in questi giorni quale impressione abbia ricavato da questo clamore Sara che si affacciava per la prima volta su Ponzaracconta, peraltro con un articolo interessante e “vero”; spero che non sia rimasta scioccata e non si lasci scoraggiare dalla cosa ma continui a scrivere e far sentire la sua voce, e quella dei suoi coetanei, su questo e su altri problemi dell’isola.
    Conosco il suo impegno in Attivamente Ponza e non solo. Nel suo scritto ci sono molti spunti per approfondire il problema; stimolante quello di pensare ad un’indagine per conoscere meglio i motivi del restare e le cause del lasciare. Un sondaggio potrebbe fornire utili elementi anche agli amministratori della comunità isolana.

  11. Alex Balzano (*)

    18 Gennaio 2019 at 22:40

    A PROPOSITO DI SPOPOLAMENTO
    18 genn. 2019; h 19
    di Alessandro Balzano

    È da un po’ di giorni che si sta accendendo un dibattito su Ponza Racconta riguardo allo spopolamento delle isole e a tal riguardo vorrei dire la mia…
    Gli unici articoli che condivido (anche se in parte), sono di quelli che la vivono stabilmente anche perché non voglio colpevolizzare nessuno…
    Parliamo in generale, perché se si vuol migliorare, bisogna allargare gli orizzonti anche su altre realtà…
    La dinamica in genere è uguale ovunque, i vecchi muoiono e i giovani si allontanano verso la terraferma o addirittura (come dice Sara Mazzella) si va verso mete estere per cercare un posto di lavoro pensando al proprio futuro, più di quelli che nascono…
    Senza nuove famiglie, chiudono le scuole in primis, servizi pubblici (sanitari, trasporti con la terraferma, bus e poste) e attività commerciali…
    Secondo una stima dell’ISTAT del 2017, sarebbero addirittura 6000 (seimila) i paesi Italiani sparsi dal nord al sud…
    Parte di questi paesi, in secoli e decenni fa, hanno influenzato la tendenza eventi naturali con alluvioni e terremoti ed altre zone quello che riguarda la nostra isola…
    In controtendenza con la terraferma, le strade e ferrovie, sono state pensate proprio per collegare queste città, invece riguardo l’isola, i collegamenti con la terraferma si sono dimezzati, (ricordo le corse invernali sovvenzionare dalla Regione Lazio a Caremar e Vetor da Anzio e Formia), anche se quelle città hanno avuto il nostro stesso destino…
    In altre città, si sono sperimentate scelte politiche ben precise, anche se dettate dall’assenza totale di visione e di prospettiva:
    Ad esempio in Irpinia dopo i terremoti, si è preferito urbanizzare nuove zone, cosa che invece a Ponza non è stato possibile fare, in quanto avendo un P.R.G (Piano Regolatore Generale) da antiquariato del 1979 con prevalenza del 90% di zona agricola, aggiungendo anche il P.T.P.R. (Piano Territoriale Paesaggistico Regionale) e infine il P.A.I (Piano di assetto Idrogeologico dettato dall’autorità del bacino della stessa regione dopo i casi di Ventotene), che non ha fatto altro che incentivare questa metastasi nella nostra realtà…
    La variante al P.R.G. dell’isola va fatta immediatamente, anche con forme di edilizia sostenibile, incentivando nuove cubature alle giovani coppie residenti…
    Si fa presto a Ponza a parlare di abusi edilizi, senza dimenticare che: 1) nell’area Ex Samip, è stato distrutto in intero quartiere con oltre 200 abitazioni censite in catasto;
    2) chi afferma ciò, deve sapere che nel ventennio 75/95 (anni del boom edilizio), può direttamente costatare facendosi un giro a piedi sull’isola, che dai Ponzesi non è stata toccata neanche una collina;
    3) Ci sono 2 tipi di abusi edilizi:
    a) di speculazione;
    b) di esigenza e mi sembra che a Ponza, nonostante il boom edilizio, sia sempre prevalso il buon senso…
    Credo che se si voglia combattere questo fenomeno, lo si debba fare con misure varie, anche se si tratti di sfide complicate…
    Prendiamo l’esempio del Sindaco di S. Alessio in Aspromonte, 357 abitanti è stato semplice quanto interessante…
    1) Assunzioni con formule semplici per neo Laureati;
    2) Agevolazioni per l’apertura di imprese artigiane;
    3) Case Comunali vuote assegnate a nuclei familiari venuti da lontano…
    Non vorrei mettere il dito nella piaga per nuove costruzioni, ma credo sia principalmente doveroso pensare alle 600 pratiche edilizie di condono inevase e in più, una formula semplificata di recupero di vecchi fabbricati rurali (case grotta in quanto in passato erano tutte abitate con doppia destinazione d’uso)…
    Credo che per avere un’inversione di tendenza si debba recuperare l’identità del territorio e per recuperare il ripopolamento dell’isola, sia abitarla anche con forme di turismo da weekend con promozione di percorsi turistici soprattutto in periodo primaverile, organizzando tutto con delle Commissioni ad hoc anche per coinvolgere la popolazione rendendola parte attiva…
    Per quanto riguarda le attività commerciali chiuse basterebbe fare un accordo Comune – Confcommercio con delle tariffe agevolate a chi esercita d’inverno e il contrario chi lavora solo 3 mesi…
    L’immediata istituzione di una società In House di residenti che preveda l’appalto semplificato per servizi di nettezza urbana, lavori pubblici, strisce blu, e gestione della mobilità urbana affiancando progetti smart city…
    Questa è la mia ricetta…
    Ricordo nel lontano 2003 il Senatore Michele Forte (c.c.d.), si impegnò con una sua personale iniziativa contro lo spopolamento delle isole Pontine a sostegno della pesca e del finanziamento della legge 30 anche per l’anno 2004…
    Infine credo che lo spopolamento invernale sia a discapito di chi ci vive tutto l’anno proprio per il taglio dei Servizi che sopra ho citato…

    (*) – Ripreso dalla pagina Fb dell’Autore, a cura della Redazione, con il suo consenso

  12. vincenzo

    19 Gennaio 2019 at 10:14

    Cari Sara, Mario, Danilo, Alessandro vi rendete conto dell’importanza di fare sintesi tra di voi.
    Voi avete fatto una scelta di vita, voi con le vostre rispettive associazioni prendete quotidianamente iniziative nel sociale e nel privato per migliorare la vostra e l’altrui qualità della vita. Voi che avete comunque delle idee dibattendole con i vostri associati e magari prendendo degli appunti, scrivendo articoli, elaborando analisi e soluzioni.
    Vi rendete conto che fino a quanto starete ognuno per conto proprio a “rimuginare pensieri e a proporre azioni meritorie ma non definitive” sarete funzionali a questo sistema?

    Se non trovate il modo di confrontarvi apertamente e in modo organizzato: le vostre rimarranno opinioni.

    Se un osservatore esterno si domandasse: che cosa pensano i giovani a Ponza? Avrebbe in questo momento, varie opinioni, che non hanno un Fine per cui gli obiettivi individuati sono parziali e anche contrastanti.

    Sicuramente a questa mia affermazione Danilo avrebbe da protestare dicendo: Professò le nostre non sono opinioni noi abbiamo un progetto politico ben definitivo.

    Ma il tuo progetto politico Caro Danilo, mi chiedo e ti chiedo: a chi soddisfa? alla tua parte? Al tuo gruppo politico e sociale? Aspetti che arrivino le elezioni per comprendere realmente il tuo consenso?

    Alla fine, ognuno di voi – fatte le giuste azioni di sintesi progettuale e di confronto di idee con gli altri – potrebbe arrivare a delle conclusioni ma non all’inizio di un processo che deve portare necessariamente ad una svolta politica e sociale per l’isola.

    Ecco la fondamentale importanza di fare azioni che vanno oltre “all’alza bandiera”, che possano incidere nel presente per imporre alla maggioranza dei residenti un nuovo futuro.

    Vi faccio un pronostico riprendendolo dalla storia politica isolana.

    Il 1975 fu l’anno della riscossa democratica ponzese, una lista di coalizione partitica, che aveva all’interno i comunisti, i socialisti, i repubblicani, i liberali, gli estremisti di sinistra, i missini, i democristiani dissidenti sconfisse il “dittatore”.
    Quella amministrazione durò 5 anni. Nelle elezioni del 1980 quei partiti, che pure avevano lavorato bene insieme, si divisero innalzando le loro strumentali barriere ideologiche.

    Il problema che non era l’ideologia a divedere quegli uomini ma solo il potere personale. Eliminato il dittatore, che li aveva costretti ad unirsi, potevano dare sfogo ai loro individuali impulsi di potere senza rischiare molto.

    Personalmente quei leader, non rischiavano molto perché tra di essi, comunque, si rispettavano ma a rischiare fu l’isola che perse la sua coesione politica nel contesto regionale e provinciale.

    Fatte le dovute differenze storiche: questo penso che succederà fra tre anni.

    Ma questa realtà può stare bene agli individualisti ambiziosi non ai giovani che hanno sviluppato una coscienza e una cultura dell’insieme e che hanno capito la fondamentale importanza di elaborare un progetto di sviluppo economico compatibile con le risorse ambientali.

    E questo lo possono fare solo i giovani oggi non alla vigilia della prossima elezione.

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