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Taccuino (20). Amore e rivoluzione

di Silveria Aroma
[1]

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Voi che restate, siate felici
(V. Majakovskij, 1930)

Uno sparo al cuore ferma la scrittura del Poeta, un colpo e lo Scrittore entra nel panorama degli artisti eternamente giovani.
Non aveva ancora trentasette anni, e alcuni non accetteranno mai la versione ufficiale del suicidio.

[2]

Frammenti

Mi ama? Non mi ama?
Mi spezzo le mani e sparpaglio le dita spezzate
così si strappano per l’auspicio
e si gettano in maggio
ghirlande di margherite in cui t’imbatti
Che le forbici e il rasoio svelino canizie
Risuoni a non finire l’argento degli anni
spero credo che non verrà mai per me
l’infame buonsenso
L’una è ormai passata e tu forse sei a letto
La Via Lattea è nella notte un’argentea Oka
Non ho fretta e con i lampi dei telegrammi
non ho ragione di svegliarti e turbarti
come suol dirsi l’incidente è chiuso
la barca dell’amore
si è spezzata contro la vita quotidiana
Fra te e me i conti tornano
ed è vano elencare guai dolori offese reciproche
Guarda che silenzio nel mondo
La notte ha imposto al cielo un tributo di stelle
In ore come queste ti alzi
e parli ai secoli alla storia e all’universo
Conosco la forza delle parole
conosco delle parole il suono a martello
Non sono di quelle a cui plaudono i palchi
Sono parole per cui le bare
si slanciano a camminare
sui loro quattro piedini di quercia
Succede che le buttino via
senza stamparle senza pubblicarle
Ma la parola galoppa
con le cinghie tese fa risonare i secoli
e i treni strisciano
a leccare le mani callose della poesia
Conosco la forza delle parole
Sembra un niente
Un petalo caduto sotto i tacchi della danza
Ma l’uomo con l’anima le labbra le ossa.

[3]

Dentro ogni verso scritto da Vladimir Majakovskij, in ogni riga che il grande poeta russo ha impresso sulla carta, si agitano le passioni di due sentimenti che è impossibile pensare di separare. Le parole di Majakovskij, infatti, nascono in quel grande fiume dove l’amore e la rivoluzione sembrano darsi convegno per sconvolgere il paesaggio circostante, devastando il conformismo del passato e preannunciando la libertà e la bellezza di un futuro imminente. Per questa ragione, l’arte di Majakovskij è sempre «qui e ora»: un classico di insuperabile forza espressiva, tensione verso ciò che è bello, messaggio di emancipazione, felicità e lotta. C’è tutto questo e molto altro in “Poesie d’amore e di rivoluzione” di Majakovskij: un tesoro di sogni e di desideri, preziosi come i sospiri degli amanti e ardenti come le aspirazioni che incitano le donne e gli uomini alla conquista della giustizia sociale.

(Vladimir Majakovskij, Poesie d’amore e di rivoluzione – Redstarpress)

[4]

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
Vladímir Vladímirovič Majakóvskij (Bagdati, 7 luglio 1893 – Mosca, 14 aprile 1930) è stato un poeta, scrittore, drammaturgo, regista teatrale, attore, artista e giornalista sovietico, cantore della rivoluzione d’ottobre e maggior interprete del nuovo corso intrapreso dalla cultura russa post-rivoluzionaria.

Note (a cura della Redazione)
– Come in tutti gli articoli di questa ‘serie’ – salvo diversa indicazione – le foto sono dell’Autrice.
– Questo è l’ultimo “Taccuino”. Per le puntate precedenti digitare – Taccuino –  nel riquadro CERCA NEL SITO, in Frontespizio.