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Come fu che Giovannino scoprì il sesso

un racconto breve di Michele Mari proposto da Sandro Russo

.

“Giovannino non l’aveva mai vista. Tutti i suoi compagni di scuola, si
capiva dai loro discorsi, l’avevano vista almeno una volta; per lui,
che abitava sui monti, non sapere come era
significava non sapere cosa era.

Poteva continuare a vivere cosi, nell’ignoranza di essa? Oh, essa! (…)”
(M. Mari)

La scoperta del sesso nei ragazzini costituisce per ciascuno una iniziazione, per ognuno ha un significato diverso… E’ la scoperta di un mondo.
In questo raccontino perfetto, di neanche tre pagine, come la scoperta può essere fantastica, incredibile e lieve…

Il racconto in file .pdfMichele Mari. Cicoria matta [1]

[2]

Michele Mari (sintesi da Wikipedia)

Michele Mari (Milano, 1955) è uno scrittore, traduttore e accademico italiano.
Insegna Letteratura italiana all’Università Statale di Milano.
Scrittore incline al pastiche manieristico, in linea con una tradizione espressiva che ha in Gadda, Landolfi, Bufalino e Manganelli i suoi autori più rappresentativi, non ha però mai smesso di ispirarsi alla grande narrativa avventuroso-fantastica del Sette-Ottocento, cui ha dedicato un esplicito omaggio nel racconto Otto scrittori (in Tu, sanguinosa infanzia Mondadori 1997; Einaudi 2009). In La stiva e labisso (Bompiani, 1992; Einaudi 2002) si rivolge con affettuosa riverenza ai romanzi di avventura e di mare: Melville, Stevenson, Conrad, Salgari.
Collabora alle pagine letterarie di Repubblica, dopo aver scritto per anni sul Corriere della Sera e sul Manifesto.

Numerosi romanzi e raccolte di racconti e poesie al suo attivo, tra cui Euridice aveva un cane (Bompiani 1993; Einaudi 2004); Tutto il ferro della torre Eiffel (Einaudi 2002); Verderame (Einaudi 2007); Rosso Floyd (Einaudi 2010); Leggenda privata (Einaudi 2017).