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‘Eleuterio’ e ‘Sempre Tua’. La coppia, cinquant’anni fa

proposto da Sandro Russo
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Chiacchiere con amici di qualche giorno fa mi hanno riportato alla memoria un “mito” sulla vita di coppia degli anni ’60 – ’70. I “siparietti” radiofonici che andavano in onda la mattina della domenica a Gran Varietà (*) – un’altra istituzione di quei tempi ormai lontani -, su Radio Due.
Nel programma, Rina Morelli e Paolo Stoppa interpretavano delle scenette di 7-8 minuti basate sugli scambi di missive tra un marito e una moglie non più giovani: “Eleuterio” e “Sempre Tua”.

La fortunata serie fu ispirata a uno spettacolo teatrale di gran successo che i due attori avevano portato in scena nel 1962 e ripreso poi più volte: “Caro bugiardo”, di Jerome Kilty, commedia epistolare tratta dalla corrispondenza fra George Bernard Shaw e l’attrice Beatrice Stella Patrick Campbell.
La divertente parodia che ne fecero gli autori della trasmissione – Antonio Amurri, Dino Verde e Maurizio Jurgens -, per la regia di Federico Sanguigni, interpretata dalla coppia Morelli – Stoppa, incontrò un’entusiastica accoglienza e può ancor oggi essere considerata un saggio esemplare di teatro, di simbiosi artistica e di recitazione comico-umoristica da parte di due straordinari attori.
Tanto più che Paolo Stoppa e Rina Morelli, oltre al sodalizio artistico erano anche compagni nella vita ed avevano scelto di vivere in case separate.

Nelle scenette vengono lette le missive scambiate tra “Roma Parioli”, la casa della coppia dove è rimasto a vivere Lui, e “Roma Trastevere”, dove è tornata lei a stare con la madre (e/o la sorella) dopo l’ennesimo litigio; mentre la fuga (generalmente di Lei) nella casa al mare, viene indicata semplicemente con “Elba”.
Lei delicata e sognante, sempre tesa nel tentativo di definire il mondo in maniera poetica con i suoi impalpabili “e io penso…”, seguiti da aforismi carichi di liriche ambizioni. Lucido e cinico Lui, con parole dette sempre tra i denti e con invettive pesanti nei confronti della suocera (o della sorella), la cui presenza o le cui manifestazioni sono spesso alla base delle scaramucce e degli allontanamenti.

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Nota Dario Salvatori, nella prefazione al volume  (Donzelli  ed.; 2009) che queste due figure “incarnano alla perfezione il disfacimento della coppia borghese, ormai vinta, svuotata, priva di qualsiasi mordente. La famiglia allargata ancora non esisteva e in certi ambienti le separazioni erano sconsigliate per motivi di decoro”. Dunque dietro il garbo di un frammento di commedia brillante gli ascoltatori percepivano la presenza subliminale di un tema in quegli anni scottante. Il caustico, impietoso e coloritissimo battibecco tra un marito e una moglie, sempre sull’orlo di una crisi irreversibile, provoca il continuo ritorno di lei a casa della madre e l’inevitabile rappacificazione col rientro sotto il tetto coniugale; ma lei “che non dimentica”, rivive l’accaduto in forma di flash-back introdotti dal suono di un’arpa.

I battibecchi che all’epoca vennero definiti “esageratamente cinici”, sono oggi apprezzati per la loro leggerezza e anche la vita di coppia in due case separate si è tanto diffusa da essere indicata con l’acronimo LAT (Living Apart Together): una coppia stabile che condivide una relazione sentimentale e sessuale di lunga durata, ma che evita la convivenza. E’ una tendenza in aumento.

Rina Morelli e Paolo Stoppa a Gran Varietà 1970

YouTube player

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Tutti gli episodi di “Eleuterio e Sempre Tua” (entrati in “teche.rai” cliccare sui titoli), in:

http://www.teche.rai.it/personaggi/rina-morelli/ [3]

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Il bello delle ricerche sul web è che si cerca una cosa (una foto di Paolo Stoppa e Rina Morelli insieme) e se ne trova un’altra, anch’essa interessante.
Perché… che ci fanno in questa foto loro due con Burt Lancaster, Claudia Cardinale e Alain Delon?

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È presto detto! Doveva essere l’epoca intorno al 1963, data di uscita de “Il Gattopardo” di Visconti, grande film dal grande romanzo trapasso di un’epoca, di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, dove Paolo Stoppa era l’“uomo nuovo” don Calogero Sedara [nonché padre di Angelica – Cardinale], e Rina Morelli, la moglie di don Fabrizio (Lancaster), la principessa Maria Stella di Salina.
Quella di cui il marito lamentava col prete, padre Pirrone (Romolo Valli) che gli rimproverava l’amante in città (vado a memoria): – Sette figli ci ho fatto, insieme, e non ci ho mai visto il mullicolo!

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Le musiche di Nino Rota per “Il Gattopardo”. Del film sul sito hanno scritto Tano Pirrone: leggi qui [7]  e Sandro Russo (leggi qui [8])

 

Nota
(*) – Gran varietà, titolo completo Gran varietà – Spettacolo della domenica, è stata una trasmissione radiofonica andata in onda dal 3 luglio 1966 all’8 luglio 1979, per un totale di oltre 600 puntate, tutte le domeniche mattina su Radiodue dalle 9,35 alle 11,00 con replica il sabato pomeriggio.

Il cast fisso di attori era notevole e parecchi di questi personaggi vennero proposti anche in televisione: citiamo Renato Rascel, Aldo Fabrizi, Ugo Tognazzi, Paolo Panelli e Bice Valori (indimenticabili i loro personaggi del Tassinaro, Menelao Strarompi – con Gianni Agus come ‘spalla’ – e la centralinista Rai), Monica Vitti (Rosalia, la portinaia di una guardiola perennemente sfortunata in amore), Enrico Montesano (Dudù il gagà e soprattutto la romantica donna inglese), Gigi Proietti (celebre il suo tormentone “Invidiossi!”) nonché attori teatrali “seri” come Vittorio Gassman, Paolo Stoppa e Rina Morelli (“Eleuterio e Sempre Tua”), Aroldo Tieri e Giuliana Lojodice (insieme interpretarono “Leonida ed Esmeralda”, e Tieri da solo interpretò il “Divino Creaturo”), Romolo Valli (il “maleducatore”), Gianrico Tedeschi (il “Conversevole della Domenica”), Lando Buzzanca (il “Pecoraro dell’Apiro”), Alberto Sordi (Mario Pio e il Conte Claro) e tantissimi altri.
La morte tragica di Maurizio Jurgens, avvenuta nel 1975, segna di fatto la fine dell’epoca d’oro della trasmissione, anche se proseguirà ancora con successo per altri quattro anni (da Wikipedia).