Attualità

Epicrisi 199. Un’altra umanità è possibile

di Sandro Vitiello

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Si chiamava Amal che nella nostra lingua significa Speranza.
E’ morta a sette anni la bambina simbolo della tragedia che ha colpito lo Yemen, uno degli stati più poveri al mondo, nella penisola arabica.
Amal se ne è andata perché il suo paese è in guerra, una guerra di cui forse non si conoscono neanche le ragioni che l’hanno innescata ma che altre nazioni hanno subito utilizzato per portare avanti biechi progetti di carattere economico, di potere, di prestigio.
Queste cose Amal non le sapeva ma a sette anni è morta di fame.

In tante altre parti del mondo, soprattutto nella parte sud, ci sono guerre o conflitti e tanti disperati scappano da quei luoghi.
Alcuni arrivano in Italia, pochi si fermano, la maggior parte va nei paesi del nord Europa.
Adesso abbiamo un governo che ha dichiarato guerra a questa gente.
Ha dichiarato guerra alla speranza che queste persone coltivano arrivando in Italia, credendo di essere arrivati in un paese civile.
Alle porte di Milano, il comune di Lodi si è fatto carico di applicare la “tolleranza zero” verso quelli che non hanno la nazionalità italiana.
Quanti non riescono a dimostrare di essere poveri anche nei paesi d’origine non hanno diritto ai servizi scolastici a prezzo ridotto. Gli stranieri debbono pagare la mensa e i servizi scolastici dell’obbligo a prezzo pieno.
I figli di quelli che fanno i lavori peggiori per tre soldi debbono pagare la mensa come il figlio dell’imprenditore o del professionista.
C’è un’Italia civile che spera e che si fa ancora delle domande sul nostro essere persone umane e in poche ore ha raccolto con donazioni provenienti da ogni parte più di centosessantamila euro.

A Lodi i figli degli extracomunitari potranno andare in mensa con i loro compagni.
Ma questo non è sufficiente. Non si può accettare come dominante il pensiero di questa sindaca. Bisogna fermare questa logica che poi si manifesta quotidianamente attraverso tutte le aggressioni a persone che hanno un diverso colore della pelle o diverse sensibilità religiose e culturali.
E’ una deriva pericolosa.
Il fascismo, i fascisti scelgono con cura i più deboli e non si fanno scrupoli di aggredirli pubblicamente.
Costruiscono le loro fortune attraverso un modello di convivenza che predica l’ordine e le regole e poi sono i primi a non rispettare le regole.
In Italia troppi hanno lucrato sui fondi comunitari destinati ai profughi.
Forse l’unico che non ha toccato un soldo destinato all’accoglienza è il sindaco di Riace in Calabria: Mimmo Lucano. Con quei soldi ha fatto ritornare a vivere il suo comune, la sua gente.
L’ospitalità è diventata un’opportunità per far ripartire l’economia del suo piccolo mondo.
Istituzioni internazionali hanno riconosciuto come vincente il “modello Riace”.
Mimmo Lucano ha dimostrato che un’altra umanità è possibile.
Mimmo Lucano è stato arrestato, poi liberato ma mandato via dal suo paese.
Il “modello Riace” va smantellato.

Ho sentito Mimmo Lucano in televisione, l’ho sentito parlare a Milano nell’aula consiliare.
Io credo che ci sia ancora speranza finché in giro ci sarà gente come lui.
Una bambina di nome Speranza è morta di fame nello Yemen ma io credo che la speranza non sia morta.

Anche la notte più lunga deve finire.

Veniamo a noi.
E’ passata la settimana dei morti e, per fortuna, non è morto nessuno dalle nostre parti.
Ormai quando muore qualcuno a Le Forna, prima di chiamare Ricciolino mandano un messaggio a me.
“Alessa’ scrivi due righe”.
A volte è pesante scrivere quelle due righe.
Il nostro è un mondo piccolo e sapere di non poter più incontrare il sorriso di Silverio o lo sguardo di Antonio non è bello. Ne scrivevo quando è morto il mio amico Giovanni ‘a Baccella.
Non è che ci facciamo grandi discorsi quando ci incontriamo per strada ma a noi ci basta sapere che quell’amico o quel conoscente c’è e tanto basta.
L’armonia del nostro mondo si basa soprattutto sul fatto che la nostra comunità, al di là di tutte le fesserie che ci possono dividere, è fatta di gente che si conosce da sempre e anche se si va a sbattere dall’altra parte del mondo, noi si appartiene a quello scoglio.

Che dire dei contributi che hanno arricchito le nostre pagine?
Un po’ poco di Ponza e tanti ragionamenti sui grandi temi della vita.
Vincenzo Ambrosino ha dominato la scena dandoci una sua chiave di lettura sui temi dell’economia .
Ha iniziato con le figurine Panini ed è passato poi nella giornata dedicata al risparmio ad analizzare quelle che a suo parere sono le criticità del rapporto tra l’Italia e le istituzioni finanziarie europee.

In buona sostanza la crisi che accompagna il nostro paese da diversi anni è dettata anche, secondo il pensiero di Vincenzo, da troppi limiti posti alla nostra finanza dalla comunità europea.
Il pensiero salviniano ridotto in pillole.
Basta ritrovare la nostra autonomia economica e i problemi spariscono.
Ho dei forti dubbi a riguardo, e meglio di me questi dubbi li ha esternati Enzo Di Fazio a commento di questo scritto.
Comunque ci auguriamo di non fare la fine della Grecia.
Vincenzo ci ha inoltre raccontato “in differita” dell’incontro che l’associazione “Punto di svolta ha tenuto presso il ristorante “da Angelino a Le Forna.
Franco de Luca, attento osservatore degli stati d’animo ponzesi ci porta per mano attraverso questo cambio di stagione con due scritti che raccontano il tempo e le persone della nostra isola: leggi qui e qui
Emilio Iodice, “l’Ambasciatore come lo chiamiamo amichevolmente dalle nostre parti, riceverà un importante riconoscimento a Latina nelle prossime settimane. Siamo contenti per lui e anche per noi orgogliosi di avere un concittadino illustre.

Il comune di Ponza si illumina di blu.
Per adesso è un auspicio ma è il segno della volontà di questa amministrazione comunale di avere un riconoscimento qualificato nell’ambito della certificazione dei nostri mari.
Ho letto con grande interesse lo scritto di Sandro Russo che racconta – lui cinefilo e medico – gli ultimi giorni di vita di Federico Fellini. Il maestro per eccellenza del cinema italiano del quale ricordiamo i venticinque anni dalla scomparsa.
Permettetemi di chiudere citando una nota dell’Ansa che parla dell’Associazione dei “Custodi della terra di Ponza”.
E’ un progetto al quale credo tanto.

Me ne sono fatto promotore ed ho aderito con grande entusiasmo.
Credo che sarà una bella opportunità per la nostra isola.
Buona domenica a tutti quanti.

3 Comments

3 Comments

  1. vincenzo

    5 Novembre 2018 at 11:28

    Un’altra umanità è possibile? Superando il neoliberismo che è il male assoluto ma nessuno di voi ne parla perché?

    Cari amici redattori di Ponza Racconta ho visto che nel commentare i miei articoli abbozzate una certa uniformità di pensiero. Per cui a mio avviso questa cosa è da approfondire.

    Faccio una brevissima sintesi dell’evoluzione del sistema capitalistico inteso storicamente come uno scambio tra tre elementi economico-sociale e politico.

    Nel dopo guerra abbiamo avuto questo scambio economico-sociale e politico realizzatosi nel modello Fordista- Keynesiano metà anni 40 metà anni 70.
    Questo modello aveva consenso perché di pari passo cresceva la ricchezza sia in termini di salario sia in termini di profitti. Gli Stati riuscivano a garantire uno stato sociale e la ridistribuzione della ricchezza.

    Questo modello comincia ad andare in crisi nel 68 non crisi economica ma culturale ( prima gli studenti delle università e poi i lavoratori delle fabbriche chiedono più partecipazione ai processi decisionali e trovano rigidità da pare del potere) ma poi questo modello (Fordista – Kennesiano) deflagra a seguito delle crisi petrolifere a partire dal 73 che mette in discussione quell’organizzazione del mondo.

    La messa in discussione dell’automatica intercambiabilità Oro-dollaro innescata dal presidente degli Stati Uniti Nixon 1971 fu un altro passo verso lo smantellamento dell’assetto costruito dopo il II dopo guerra.

    Dalla crisi di quel modello i paesi occidentali escono fuori con la dottrina neoliberista.
    I primi interpreti di questa dottrina sono Margaret Thatcher nel regno Unito 1979 e Ronald Reagan nel 80 negli USA
    Qui si impone un nuovo scambio finanziario-consumista: il lavoro perde la centralità, i salari ristagnano e d il mondo conosce la divaricazione netta tra ricchi pochi e tantissimi poveri.
    Questo tipo di scambio deve garantire comunque i profitti ai capitalisti che come si sa si mantengono grazie ai consumi.
    Come fanno a garantire i consumi con i salari che ristagnano? La risposta è con il debito pubblico e privato!
    In questo modello l’integrazione della finanza e le nuove tecnologie sono decisive: i soldi si fanno con i soldi.
    L’economia reale diventa sempre più marginale. Nasce la globalizzazione. La nuova ideologia ha bisogna di grande spazio (il pianeta) e di ridurre il tempo delle decisioni politiche (dettato dall’apertura e chiusura delle Borse). Gli stati nazionali non sono più compatibili con queste teorie. L’Unione Europea deve garantire il gioco liberista non certo la giustizia e la libertà dei popoli Europei. L’Europa è un grande mercato. Gli Stati non possono coniare moneta. I governi devono essere funzionali al sistema. Si passa sistematicamente alle privatizzazione delle imprese pubbliche, delle banche. Si attacca frontalmente lo stato sociale. Le imprese sperimentano le delocalizzazioni, non sono legate più ai territori e a un patto di solidarietà sociale produzione e lavoro. L’ambiente naturale è al servizio del profitto. La neo-colonizzazione verso l’Africa diventa più agguerrita si esportano armi, si finanziano terroristi, si fanno guerre, si impoveriscono i territori, si genera morte e distruzioni in queste popolazioni, denutrizione. Esodi di massa sono sotto i nostri occhi. In Sud America si creano crisi economiche e politiche per gestire le grandi risorse del sottosuolo e il grande mercato.

    Attraverso il fondo monetario internazionale si è creata la nuova schiavitù. Si distruggono prima le economie degli stati e poi si procede ai prestiti che non potranno mai essere pagati ecco che si genera il ricatto e la schiavitù

    L’Italia per molti anni ha seguito con molta attenzione queste politiche neo-liberiste.. Nel 1981 la Banca Centrale Italiana si sgancia dal Tesoro con due semplici letterine: scelta non ratificata dal parlamento. (Le conseguenze sono l’inizio del debito pubblico). In seguito praticamente tutte le banche Italiane sono state privatizzate; privatizzazione delle aziende statali.

    I nostri Governi hanno seguito alla lettera le politiche di bilancio prendiamo alcuni dati: per esempio il bilancio italiano dal 1990 ad oggi si è chiuso in attivo tutti gli anni tranne nel 2009 che si chiuso con – 1,1%. Quindi il bilancio italiano è sempre stato positivo dal 90 al 2017 e tuttavia lo stato Italiano peggiora i suoi conti pubblici perché ogni anno deve pagare gli interessi sul debito e quindi il saldo diventa negativo e in più lo stato per poter pagare gli interessi si indebita ulteriormente.

    Il debito pubblico italiano è di 2200 miliardi. Paghiamo circa 90 miliardi di interessi all’anno. Anche l’Italia come i paesi Africani è sotto schiavitù di un debito pubblico impossibile da pagare.

    Il neo liberismo oggi è di nuovo in crisi per cui più aggressivo che mai. Oltre allo Stato sociale con tagli alla spesa pubblica gli strozzini chiederanno la gestione dei beni pubblici, l’abbiamo visto con l’acqua, ma poi passeranno alla sanità e all’istruzione.

    Ho fatto questa sintesi per inquadrare il mondo in cui viviamo per cui chiederei a voi tutti come se ne esce?

    Sono curioso di conoscere le vostre idee ( che non possono essere circoscritte in un commento) e siccome avete dimostrato delle specificità culturali ed esperienziali io avrei da porvi delle tematiche da sviluppare.

    A Enzo Di Fazio: Come siamo arrivati a questo debito pubblico, come lo possiamo eliminare e in questo contesto di privatizzazione totale del sistema bancario come si può garantire ai cittadini di conservare i risparmi.

    A Sandro Russo: Come si può garantire con questo debito pubblico un minimo di stato sociale. Come si possono difendere i territori come Ponza, gli ambienti naturali, i beni comuni se gli sforzi dei nostri governi — a tutti i livelli – sono protesi per pagare il debito pubblico?

    A Enzo Di Giovanni: perché la sinistra ha perso, quali sono le idee per garantire alla sinistra di tornare al governo? Quali sono le politiche da fare per dare una speranza ai cittadini italiani ed Europei di non morire di liberismo e di fascismo?

    A Sandro Vitiello: Perché la gente emigra? Affinché l’esperienza umanitaria non rimango un fatto individuale per cui marginale quali sono le politiche che un governo dovrebbe sviluppare a livello nazionale e sovranazionale.

    Nell’attesa di vostri contributi vi ringrazio di cuore a nome anche dei nostri lettori.

  2. Sandro Russo

    6 Novembre 2018 at 07:33

    Mi sembra del tutto assurdo che Vincenzo chieda a Ponzaracconta, nelle modeste persone di quattro dei suoi redattori, la ricetta per uscire dalla crisi economica, sanare i debiti e – già che ci siamo – risolvere anche i problemi dell’emigrazione e di Ponza.
    Come se ci chiedesse la cura contro il cancro: che se qualcuno la trovasse diventerebbe immediatamente famoso e benemerito dell’umanità… Nella ricerca medica, come in economia, si fanno piccoli passi che portano poi a risultati importanti.

    Il fatto è che “neo-liberismo” assume per Vincenzo la stessa valenza di Belzebù in uno scritto di Torquemada (quello della Santa Inquisizione: dice niente?): responsabile di tutti i mali del mondo e da combattere con ogni mezzo, roghi inclusi.
    Né Vincenzo né noi siamo economisti; solo, credo – parlo per me -, persone di buon senso che invece di sparare a zero e “predicare” un sovvertimento violento del sistema cerchiamo di capirci qualcosa. Poi, come per le altre “crisi” e cambiamenti economici da lui delineati, avviene un avvicendamento soft (quando non è una guerra!) del modello economico che si sarà dimostrato obsoleto, con un altro.
    Non arriviamo a chiedere conto a Vincenzo dei risultati della “sua” ricetta – abbattere questo sistema, e poi? -, ma certo le misure economiche dispiegate finora dal “nuovo che avanza” – un micidiale mix di insipienza, approssimazione e protervia – danno adito alle peggiori preoccupazioni.

  3. Luisa Guarino

    6 Novembre 2018 at 15:03

    In tutta amicizia, vorrei pregare Vincenzo di non sottoporre alla redazione e agli altri lettori (temerari!) il peso dei suoi commenti extra extra large, davvero faticosi. Inoltre, capisco che è un professore, ma non mi sembra proprio il caso di assegnare compiti: i due Sandro e i due Enzo non sono suoi alunni. E, anche se “gli esami non finiscono mai” come diceva il grande Eduardo, tutti e quattro hanno smesso da tempo di stare seduti in un banco.

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