- Ponza Racconta - https://www.ponzaracconta.it -

Taccuino (10). Benedetti poeti maledetti

di Silveria Aroma
[1]

.

Il poeta soffre molto di più, però ha una dignità tale che non si difende neanche alle volte.
È bello accettare anche il male: una delle prerogative del poeta
è non discutere mai da che parte venisse il male.
Io l’ho accettato ed è diventato un vestito incandescente, è diventato poesia.
Ecco, il cambiamento della materia che diventa fuoco,
fuoco d’amore per gli altri, anche per chi ti ha insultato
(
Alda Merini)

 

L’immagine di una madre che maledice la sorte di avere un figlio poeta; un figlio sensibile più di altri, capace di comunicare attraverso un linguaggio simbolico aspetti della vita meno canonici e “normali” (alcol, prostituzione, omosessualità…), un figlio che tenta di spiegare l’inspiegabile con un linguaggio musicale, un figlio che darà alla poesia una vita tutta nuova.

[2]

Sensazione

Le sere azzurre d’estate andrò per i sentieri
punzecchiato dai grani, a calpestare l’erbetta:
assorto, ne sentirò la freschezza ai miei piedi.
Lascerò che il vento bagni la mia testa nuda.
Non parlerò, non penserò a nulla: ma l’amore infinito mi salirà nell’anima,
e andrò lontano, assai lontano, come uno zingaro,
attraverso la Natura – felice come con una donna.

(Arthur Rimbaud, marzo 1870)

[3]

Scrive Paul Verlaine: “Noi abbiamo avuto la gioia di conoscere Arthur Rimbaud. Oggi certe cose ci separano da lui senza che, beninteso, al suo genio e al suo carattere sia mai venuta a mancare la nostra profondissima ammirazione.”

 

Wikipedia, l’enciclopedia libera.

«Je dis qu’il faut être voyant, se faire voyant.
Le Poète se fait voyant par un long, immense et raisonné dérèglement de tous les sens.»

«Io dico che bisogna essere veggente, farsi veggente.
Il Poeta si fa veggente attraverso una lunga, immensa e ragionata sregolatezza di tutti i sensi.»

(A. Rimbaud, lettera a Paul Demeny, 15 maggio 1871, in Oeuvres, 1969, p. 346)

[4]

Jean Nicolas Arthur Rimbaud (Charleville, 20 ottobre 1854 – Marsiglia, 10 novembre 1891) è stato un poeta francese.

È il poeta che con Charles Baudelaire e Gérard de Nerval ha più contribuito alla trasformazione del linguaggio della poesia moderna. L’opera di Rimbaud comincia con versi legati per arrivare al verso libero e alla poesia in prosa. Ma ciò che in Baudelaire era enunciato con la compostezza degli alessandrini e trasparenti simbolismi, in Rimbaud diventa lirica che attinge alla libertà dell’immaginario, ai sensi, alla visione irreale. L’ordine sintattico ne risulta spezzato, il ritmo ricreato al di là della tradizione. In Rimbaud «lo sguardo poetico penetra attraverso una realtà coscientemente frantumata fin nel vuoto del mistero» scrive Hugo Friedrich.

[5]

Scriveranno di Verlaine: La parola-destino che traversa come folgore la vita e la poesia di Verlaine, tagliandola in due, è proprio Rimbaud.

Nevermore (1866)

O ricordo, ricordo, perché mi vai cercando?
L’autunno alzava in volo il tordo nell’aria atona,
e il sole dardeggiava con un raggio monotono
sul bosco ingiallito dove risuona il vento.

Noi eravamo soli, sognanti avanzavamo
io e lei, con i capelli ed i pensieri al vento.
D’un tratto la sua voce d’oro vivo, una voce
dolce e sonora, fresca voce d’angelo, disse:

“Qual’è stato il tuo giorno più bello nella vita?”
Che sguardo commovente! Le diedi per risposta
un sorriso discreto, baciai la bianca mano.

Ah, quale buon profumo spandono i primi fiori!
Come suona incantevole sul labbro dell’amata
il suo primo sì, come suona incantevole!

[6]

«Je suis l’Empire à la fin de la décadence,
Qui regarde passer les grands Barbares blancs
En composant des acrostiches indolents
D’un style d’or où la langueur du soleil danse.»

«Sono l’Impero alla fine della decadenza,
che guarda passare i grandi Barbari bianchi
componendo acrostici indolenti
in uno stile d’oro dove danza il languore del sole.»

(P. Verlaine, Jadis et naguère, Langueur)

[7]

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera

Paul Marie Verlaine (Metz, 30 marzo 1844 – Parigi, 8 gennaio 1896) è stato un poeta francese.

Figura del poeta maledetto, Verlaine viene riconosciuto come il maestro dei giovani poeti del suo tempo. La sua influenza sarà significativa e i posteri accoglieranno questa arte poetica verlaineana, niente che vi è in lui pesa o posa, fatta di musicalità e della fluidità che gioca con i ritmi dispari.

Il tono di molte delle sue poesie che combinano spesso malinconia e chiaroscuro, rivela, al di là della forma efficace di semplicità, una sensibilità profonda, che risuona con gli approcci di alcuni pittori impressionisti e musicisti come Reynaldo Hahn e Claude Debussy, i quali saranno presenti nella musica delle poesie di Verlaine.

Nota
Tutte le foto sono dell’Autrice del testo, tranne quelle dei libri (a cura della redazione)