- Ponza Racconta - https://www.ponzaracconta.it -

La satira di Michele Serra. Ponza e il Pd al confino

segnalato dalla Redazione

…E bravo Michele Serra! Allora è stato anche lui “confinato a Ponza”, per conoscere le due spiagge dell’isola, la tradizione delle cicerchie e della fave e per averne fatto un pregevole pezzo di satira che Ponzaracconta non poteva non pubblicare

  [1]

2028, Pd al confino ma litiga lo stesso
Ai detenuti di Ponza arriva tutte le settimane una lettera dalla Francia. “Ciaone da Pigalle, firmato Matteo Renzi”

 Isola di Ponza, settembre 2028

Alle spettabili autorità competenti.

Come già segnalato con numerosi tweet bollati, tutti senza risposta, io sottoscritto, maresciallo Lo Pirullo Manuel, responsabile della Sorveglianza e della Rieducazione dei detenuti politici al confino nelle isole di Ponza e Ventotene, devo fare nuovamente presente a Codeste Autorità che la situazione disciplinare è insostenibile, né si intravvedono miglioramenti.

I detenuti di sinistra (che costituiscono il totale dei reclusi: di qui in poi, dunque, detenuti e basta) litigano in continuazione tra loro, anche per futili motivi, tipo il giorno e l’ora nel quale effettuare le loro riunioni collegiali. Un momento molto temuto dal mio staff (gli appuntati Di Cocuzza Daniel e Urgu Christian) perché dette riunioni, benché consentite da un regolamento che mi permetto di definire di eccessiva liberalità, sfociano puntualmente in risse verbali, lanci di suppellettili, colluttazioni per conquistare il vecchio tavolo di fòrmica sul quale i reclusi, in uno dei rari momenti di concordia, hanno inciso con un temperino la parola “presidenza”. Impossibile segnalare i più facinorosi, si fa prima a indicare i pochi che tentano di riportare ordine e suggerire giudizio, come Veltroni Walter e, a giorni alterni, Cacciari Massimo. Ma anche il Veltroni e il Cacciari, ove fatti oggetto, prolungatamente, di parole di scherno, oppure colpiti da oggetti, perdono il lume della ragione e nonostante l’età non più verde si gettano nella rissa al grido di «maledetti! È da una vita che vi vorrei mettere le mani addosso!».

Nessun atto della giornata, neppure il più insignificante, viene accolto con animo concorde dai nostri ospiti. Il menù è oggetto, ogni giorno, di defatiganti disquisizioni. Chi vuole le cicerchie, chi il riso, chi la minestra di fave. Ma anche all’interno dello stesso schieramento, per esempio quello della cicerchia, si creano gravi inimicizie perché uno la vuole ben cotta e quasi sfatta, l’altro più al dente, un terzo, di solito un intellettuale, interviene per spiegare ai primi due che la cicerchia, nella tradizione pre-romana, doveva essere ingerita cruda per ragioni rituali. Indescrivibile la fatica del nostro chef Ruocco Sciantal, dodicesima classificata nelle selezioni regionali di Masterchef, per cercare di soddisfare (come prevede un regolamento, ripeto, troppo liberale) le esigenze di tutti.
Non parliamo dell’insanabile frattura riguardo l’ora di spiaggia. Chi vuole Cala Feola, chi preferisce il Frontone. Appena saliti sul pullman nascono due cori contrapposti, uno che scandisce «CA-LA-FEOLA! CA-LA-FEOLA!», l’altro «FRON-TO-NE! FRON-TO-NE!», fino a che il nostro autista, Diop Aynemande Enambe, detto Ciro, abbandona furente il pullman gridando ai detenuti «alora guida voi», e presenta una lettera di dimissioni che sono costretto a respingere per non essere accusato dai detenuti di discriminazione razziale.

A questo quadro, già insostenibile, si aggiunga una ulteriore, penosa circostanza. Arriva ogni settimana una grossa busta inviata da Parigi con il nuovo servizio di pony marittimi “Fast Wave” (dieci giorni di gommone da Marsiglia fino a Ponza, con frequente annegamento del precario alla guida: mi scuso per l’osservazione indebita, ma non era meglio la vecchia posta ordinaria?).
Il mittente è tale Renzi Matteo, già da tempo rifugiato nella capitale transalpina. Ogni volta che i detenuti aprono il pacco si scatena il finimondo. Contiene bigliettini irridenti, uno per ogni detenuto, più qualche cartolina con donnine discinte e la scritta «un ciaone da Pigalle, chissà quanto sesso a Ponza!».

Immaginabile la furia dei detenuti, che pretendono che questa Amministrazione provveda a inoltrare al Renzi in tempi brevissimi (grazie a un regolamento che insisto nel definire troppo liberale) un pesante pacco contenente nuove lettere di insulti. Suggerisco, in proposito, di restituire gli smartphone ai reclusi, perché possano direttamente provvedere a deridersi e offendersi, con il Renzi e tra loro, per via digitale, mantenendo così quel rapporto con l’ambiente di origine, e le vecchie abitudini, che renderebbe più umana la detenzione. Per il resto delle questioni poste, confesso di non avere soluzioni se non il rilascio immediato dei detenuti politici, che ritengo, sulla base della mia esperienza, non pericolosi per la società, ma solamente per loro stessi.
Io comunque, da domani, sono in ferie. Rispettosamente

Lo Pirullo Manuel

 

Da L’Espresso del 21 settembre 2018; nella rubrica settimanale di Michele Serra: “Satira preventiva”