.
Notte piena di stelle, ieri notte. È tempo di lavorare, ammonisce Rita Bosso [2].
Giù, ai piedi della collina, il mare brontola. Lo fa da millenni. Noi non abbiamo tutto questo tempo.
Noi abbiamo sfidato l’arroganza perché puntavamo sulla nostra capacità di intaccare i destini di Ponza.
Ci sono i soliti maneggioni che trafficano coi buontemponi per volgere a loro vantaggio il cammino degli eventi. Non lo dobbiamo permettere. Ce lo chiede chi ha votato, chi ha creduto che i Ponzesi potessero vivere insieme in una casa comune.
È tempo di impegnarsi. Il tessuto sociale dei Ponzesi è sano. Sa come mostrare soltanto compiacenza ai bulletti dell’ultima ora.
Abbiamo un patrimonio da tutelare. E non mi riferisco a chi mira soltanto a trarre, dal suo essere ponzese, benefici. Ci conosciamo bene, e tutti, e non mi pare che vada agli affaristi il consenso dell’opinione pubblica. Che ha sete, questo sì, di pulizia, fra i funzionari e nelle strade; ha fame di onestà fra i funzionari e nei rapporti privati; attende efficienza e trasparenza nei funzionari e negli atti pubblici.
Lo sfascio del paese non lo vuole nessuno, perché ciascuno intende tutelare il proprio. Ma in quale paese vogliamo vivere? Questo che ci è presente richiede da noi partecipazione (non obbedienza), impegno (non sudditanza), entusiasmo (non rassegnazione).
Settembre, andiamo, è tempo per gli isolani di dare. Alla comunità, al paese, al benessere del nostro vivere insieme.