Ambiente e Natura

Quale turismo?

di Francesco De Luca

Una ragazza mi ha rivelato che ieri notte alle tre è andata, con i compagni, a fare il bagno a Giancos.

Lo so, pure io ho avuto la stessa espressione: a Giancos? E già perché queste bravate, nella mia età giovanile, si consumavano a Chiaia di Luna. Ma come fare oggi se quella spiaggia è chiusa ad ogni utilizzo?

Già prevedo i commentatori di professione: Chiaia di Luna è la pecca maggiore per Ponza turistica!

Calma, non voglio toccare questi argomenti. So che i compagni di Sito sono solleciti in estate a nostalgie giovanili. Al contrario, quanto dettomi da quella ragazza mi ha evidenziato come siano cambiati i tempi e come la nostra isola debba essere guardata con occhi analitici diversi. La Ponza, isola della vacanza dorata, in cui esprimere le esitazioni e le intemperanze dell’adolescenza, ha assunto un volto socio-economico degno di attenzione.

Agli adolescenti lasciamo il loro modo di coniugare Ponza e l’estate, a noi consta individuare i fattori determinanti, quelli secondari, quelli temporanei e quelli suscettibili di intervento.

Occorre allora partire da questo dato di fatto: Ponza è una località turistica di spicco, soggetta a forze che spingono in più direzioni: quella economica, quella del divertimento, quella dell’uso del mare.

A queste dovrebbero, sottolineo dovrebbero, fare da sponda le forze culturali, quelle identitarie, quelle della salvaguardia del patrimonio ambientale, quelle della non-omologazione.

Discorso serio e di difficile impatto. Perché? Perché le forze che premono in direzione economica seguono percorsi già sperimentati. Sono, per così dire, dominanti. Isole simili a Ponza ce ne sono in quantità. Ma Ponza non deve aspirare a diventare una di quelle. Occorre non liquidare la nostra identità. E qui viene il difficile. Perché è facile aprire una pizzeria simile alle altre, difficile è realizzarne una con caratteristiche proprie. Le caratteristiche possono riguardare gli ingredienti per la pizza, o l’ambientazione o l’arredamento del locale, o il servizio.

Ponza è un’isola che fa turismo, bene, ma di quale genere? Domande tante e ancor più risposte!

Sinora il turismo a Ponza lo si è inseguito in modo casereccio. Ognuno si è industriato come ha creduto meglio, ognuno si è ricavato una sua nicchia. Tutto e sempre, a discapito del patrimonio pubblico. Perché esso, in quanto pubblico, è stato percepito e lo è ancora, come di tutti. Tutti possono osare tutto. La frase è ad effetto e sembra eccessiva anche se tale non è. Se il patrimonio pubblico non viene etichettato come tale e perciò non scalfibile e tanto meno alienabile (perché danneggia tutti) non è possibile fare passi in avanti nella consapevolezza di quello che ci sta capitando. Quale turismo stiamo facendo?

Le domande non sono oziose. Chi le pone è sulla strada del rinnovamento.

 

1 Comment

1 Comment

  1. la Redazione

    8 Agosto 2018 at 21:26

    Per un refuso è stato dato all’articolo, nel momento della pubblicazione, un titolo errato. Abbiamo oggi inserito quello corretto. Ci scusiamo con l’autore e con i lettori.

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