Ambiente e Natura

Un dossier che riguarda anche il Parco Nazionale del Circeo

segnalato dalla Redazione

.

Riprendiamo integralmente da la Repubblica del 31 luglio scorso (qui il testo e il file .pdf in calce).
Ricordiamo, ove ce ne fosse bisogno, che siamo interessati al tema in quanto Zannone, isola storicamente “di Ponza”, fa parte del Parco Nazionale del Circeo; d
atano alla precedente Amministrazione le polemiche contro il Parco e lo slogan “Riprendiamoci Zannone!”.
La Redazione

 

Il dossier
Parchi nel Lazio la green economy che non decolla
La Corte dei Conti boccia la gestione delle aree protette
di Clemente Pistilli

Da oltre ventisei anni non riescono a dotarsi degli strumenti di programmazione, necessari alla conservazione delle aree naturali e allo sviluppo economico delle stesse, pesano per oltre il 90% sulle casse dello Stato, hanno entrate proprie minime e investono la maggior parte del denaro in spese correnti, senza riuscire a fare particolari investimenti. Una situazione difficile quella in cui versano i Parchi Nazionali italiani, nel Lazio e nelle altre regioni, ora certificata dalla Corte dei Conti, che per la prima volta ha portato avanti un’indagine comparativa sulla gestione di tutti i 23 enti Parchi in Italia, analizzando gli esercizi finanziari 2014, 2015 e 2016. Un dossier trasmesso al Parlamento.

Per quanto riguarda il Lazio, i magistrati contabili hanno scandagliato lo stato del Parco Nazionale del Circeo, in provincia di Latina, e del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, che si estende in buona parte della provincia di Frosinone, due tra le prime aree protette istituite in Italia. I giudici hanno quindi evidenziato che in entrambi i parchi nessuno dei tre strumenti di programmazione, ovvero il piano del parco, il regolamento e il piano pluriennale socio-economico, sono stati attuati. A distanza appunto di 26 anni dall’entrata in vigore della legge quadro sono al massimo in fase di istruttoria.
E senza uno strumento per progettare la crescita dei territori in cui ricadono le aree protette è difficile che oltre a subire i vincoli i cittadini possano trarre dalle stesse anche benefici.
Si arriva così a uno dei problemi principali per tali enti, quello delle entrate, che gravano quasi tutte sul bilancio dello Stato. Per oltre il 99% al Circeo e per circa il 95% in quello d’Abruzzo.
La partecipazione alle spese degli enti territoriali è considerata ininfluente e lo stesso è per la capacità di autofinanziamento, nonostante da tempo la stessa Corte dei Conti stia sollecitando gli enti che gestiscono i Parchi a sviluppare dei propri introiti, che possono andare dalla vendita di beni alla prestazione di servizi.
Difficoltà dunque nelle entrate, ma sempre notevoli le uscite, tra l’altro per spese ordinarie, quelle che non lasciano il segno su un territorio.
Solo per il personale il Parco Nazionale del Circeo spende oltre 300mila euro l’anno, il 33,4% delle uscite, aumentate di oltre il 7% negli ultimi mesi esaminati dai magistrati, e quello d’Abruzzo addirittura 4,6 milioni di euro, che pesano sul bilancio generale per il 61,8%, cresciute di quasi il 3% in un anno. C’è infine il problema dell’avanzo di amministrazione, considerando che spesso gli enti Parco non riescono a sviluppare progetti e a spendere le somme che hanno a disposizione.
Nel 2016 nel Parco d’Abruzzo, dove tanto c’è ancora da fare per proteggere specie rare come l’orso marsicano, il camoscio appenninico e il lupo, l’avanzo è stato così di oltre mezzo milione di euro e in quello del Circeo, dove sono presenti zone umide di elevato valore, di ben 3,1 milioni.
Tanta ancora la strada da percorrere per rendere i Parchi virtuosi.

La riserva marina. Una veduta del Parco nazionale del Circeo che comprende anche i laghi di Sabaudia

Da la Repubblica del 31 luglio 2018 . pag. XI– Cronaca locale

Il file .pdfLa Repubblica del 31 luglio 2018. Parchi.

1 Comment

1 Comment

  1. Biagio Vitiello

    3 Agosto 2018 at 17:44

    Dossier parchi.
    Siamo messi proprio male per Zannone! La corte dei Conti dovrebbe interessarsi anche del gravissimo stato di abbandono dell’isola di Zannone, dovrebbe far pagare a chi è colpevole del degrado totale in cui versa da anni (…e un colpevole ci dovrà pur essere!).
    Mi riprometto – se mai avrò voce in una prossima amministrazione – di cercare con tutte le mie forze il colpevole di questo grave danno arrecato all’immagine e alla memoria di Ponza, nonché alle casse della comunità ponzese.
    Inoltre mi piacerebbe – e non a chiacchierare – agire e dare inizio a quel mio progetto.
    Ma questa Amministrazione farà qualcosa per questo patrimonio?
    Abbiamo un rappresentante nella Comunità del Parco, sta facendo qualcosa? Si impegnerà per Zannone? Perché non ne sappiamo più niente?
    Faremo solo chiacchiere a vuoto, come l’amministrazione (tra)passata?
    Siamo a più di un anno dall’insediamento, ma vedo che i problemi aumentano, come le tasse. E soluzioni positive non se ne vedono!

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