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Erotika ’60. (2). Magic Moments

di Silverio Guarino

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Perry Como, amato e famoso cantante italo-americano degli anni ’50 con il vizietto del “crooner” (negli USA aveva il “Perry Como Show”), ci deliziava l’anima e il corpo con questo brano musicale meraviglioso.

Estate degli anni ’60, notte calda e intrigante; dal giradischi della terrazza di zia Linda Verde dell’Hotel Bellavista si spandevano nell’etere le dolci note di “Magic Moments” musica che era nata, e la cosa fa sorridere, come una canzone “natalizia” e non certo come “estiva”.

Il ricordo è struggente, ma ci porta allegria: sorrisi e amori estivi, semplicità e carezze rubate, ma: “niente sesso”.
Non c’era l’AIDS; la sifilide era pressoché scomparsa; c’era solo un po’ di gonorrea (volgarmente “scolo”), rigorosamente contraibile solo con temuti ed evitabili approcci rischiosi a pagamento.

Non c’era droga da iniettarsi, né da fumarsi, né da bersi.

Solo qualche sigaretta della marca “Muratti Ambassador” (con filtro bianco e poco adatta al “macho latino” rispetto alle “Marlboro”, ma chi lo sapeva?) che accendevamo sulle nostre labbra per demerito della persuasione per niente occulta di Radio Montecarlo, unica emittente “libertina”, che oscurava però le sue trasmissioni per tutta la giornata del 2 novembre (ricorrenza dei defunti) e del Venerdì Santo.
In realtà c’era qualcosa di più, molto di più.

Sguardi intriganti e mani alla ricerca del tutto e del niente; labbra vogliose e bocca che si asciugava completamente per l’emozione di sentire il suo respiro così vicino al tuo, da sembrare il tuo.
Ma a mezzanotte, tutti a casa: la carrozza ridiventava una zucca e i cavalli, topolini.

L’innamoramento e la passione no, erano rimandati al giorno dopo, tempo di una estate luminosa, piena di mare salato negli occhi e di serate stellate, vissute con l’amore nell’anima e nel corpo e con il desiderio, mai appagato, di fare l’amore magari con una sconosciuta, o meglio con una “appena conosciuta”.

E Perry Como che continuava a cantare “Magic Moments… filled with love”.

 

Video da YouTube: la voce di Perry Como con illustrazioni  di pin-up d’epoca
(testi spagnolo e inglese in sovra-impressione)

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YouTube player

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Magic moments. Popolare brano musicale composto da Burt Bacharach, mentre il testo è stato scritto da Hal David pubblicata nel 1957; la sua versione più nota è stata quella registrata nello stesso anno da Perry Como, che diventò un successo internazionale nel 1958

 

Appendice.
Immagine e didascalia aggiunte al commento di Franco Zecca (Cfr.)

Le locandine italiana e inglese del film: le immagini mostrano la distosione della realtà tipica delle droghe allucinogene e psicotrope di cui i protagonisti fanno largo uso

 

3 Comments

3 Comments

  1. Adriano Madonna

    30 Luglio 2018 at 07:57

    Sto leggendo con grande divertimento e, perché no, con una punta di nostalgia della mia giovinezza, questi articoli della rubrica “Erotika ’60” di Silverio Guarino, sfiziosi e malandrini.
    Mi viene spontaneo chiedervi se tra ricordi di calde estate ponzesi, di straniere dagli occhi azzurri e languidi, di passeggiate sulla panoramica nella sola luce della luna, di “peccaminosi” bagni a notte fonda vestiti solo di… pelle, non vi sovviene un nome magico: Mariroc.
    Il Mariroc, in un certo senso, era “l’anticamera del peccato” o del paradiso (dipende
    dai punti di vista): si andava al Mariroc per ballare sino a che la notte era giovane e poi, più su, poco più su, c’era la Torre dei Borbone con il Villaggio Vacanze.
    Vi ricordate del Villaggio Vacanze della Torre dei Borbone e di quell’anno in cui arrivarono le bolognesi?
    …E non aggiungo altro.

  2. Luisa Guarino

    30 Luglio 2018 at 15:04

    Di “Magic moments” ricordo che era un sottofondo ideale per prendere sonno, noi che abitavamo a due passi da zia Linda Verde e dormivamo con le persiane aperte. Certamente non c’erano problemi di decibel! Della Torre dei Borbone dell’epoca e del Mariroc, sul sito abbiamo scritto in più riprese. Riguardo a quest’ultimo, quando eravamo adolescenti dovevamo starne… un po’ a distanza. In compenso facevamo subito amicizia con i complessi che si alternavano durante l’estate e le estati: forse perché i loro componenti, come noi, facevano il bagno alla Caletta o dietro la Scogliera. Di molti anni dopo è invece un aneddoto sul Mariroc che riguarda Flavio, mio figlio. All’epoca spesso la sera io e Dante andavamo lì a ballare, e lo lasciavamo con la nonna. Però si vede che la cosa non lo convinceva. Tant’è che una volta ci ha chiesto: “Perché non posso venire con voi al Mariroc? E’ un locale malfamato?!” Quando si dice: lo sguardo dei bambini…

  3. Franco Zecca

    30 Luglio 2018 at 18:23

    Un grande film del 1998 diventato un cult moderno, (quando uscì fu un clamoroso flop), ha utilizzato questo motivetto per inserirlo nella colonna sonora.
    Un film che configura molto profondamente la beat generation. Stravagante, inverosimile, pazzesco e delirante. Ecco, immaginate ora questo brano mieloso, romantico e facilmente orecchiabile abbinato a folli azioni e scene irripetibili con personaggi sopra le righe; i vostri anzi i “nostri” ricordi vanno a farsi benedire …o forse verranno ripensati con nostalgia ancora maggiore.

    P.S. Il film è “Paura e delirio a Las Vegas” di Terry Gilliam con Johnny Depp e Benicio del Toro (la locandina del film è stata annessa all’articolo di base a cura della Redazione)

    Francesco (Franco) Zecca.

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