Ambiente e Natura

Estate dei bagni

di Francesco De Luca

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Oggi non è più così. I tempi cambiano. Per quelli della mia generazione il bagno era un rito giornaliero a cui non si doveva mancare. Era un impegno sociale, di quelli che cementano il gruppo.
C’erano i luoghi prescelti, le pratiche usuali, le dinamiche codificate.

Su queste aeree pagine già si è scritto tanto della Caletta, dei bagni collettivi, delle relazioni adolescenziali. Non lo ripeterò.
Dico invece che l’adolescenza esigeva il gruppo di riferimento ma poi, una volta scelta la ragazza con cui accompagnarsi, la dinamica si stravolgeva.
La coppia prediligeva anche l’appartarsi. Un po’ coi compagni e un po’ da soli. Talora insieme e talora necessariamente soli.
Il bagno a due era esplorativo, era di puro piacere, era complice e galeotto. Era di preparazione a qualcosa che richiedeva più intesa, più partecipazione, più amore.

L’amore… questo legame misterioso, refrattario ad ogni costrizione, lo si andava costruendo allora. Un legame stretto univa i due animi ma si trasferiva anche al luogo dove si compiva il rito. Sto dicendo di Ponza, delle sue cale, delle sue grotte, sopra e sotto il mare. “Lì ci si scontrò con una medusa, ricordi ? Quella maledetta mi lasciò il segno sul braccio”.

“E lì sotto invece quella stella marina, rosso fuoco, punteggiava il perlaceo del fondale. Una grotticina sotto i faraglioni. di Lucia Rosa e poi … una lanaperla al Calzone Muto… e poi… e poi…”.

Ponza rimane nel cuore. Il bagno, i bagni segnano gli anni che sono passati e che passano.
“Questa estate andremo dove trovammo tutte quelle tufelle…”.

Ci andiamo. Le tofelle sono la scusa per riprovare il gusto della barca che spacca l’onda, e la costa dell’isola mostra le sue ultime cicatrici, i nuovi, inaspettati scorci. “Lo scoglio giallo, quello chiamato orecchio giallo, è caduto… ma il monaco (lo scoglio) a Zannone ancora è fermo nell’atto di pregare, come a ringraziare per il fatto d’esserci, di soffrire agli urti del mare, di godere della meraviglia degli uomini ”.

C’è qualcuno che non crede, ma io sono certo che Ponza dia estati da sogno.

2 Comments

2 Comments

  1. La Redazione

    28 Luglio 2018 at 06:18

    Confezionando l’articolo di Franco, ci siamo resi conto di non avere in archivio una immagine dello scoglio cosiddetto “dell’Orecchio Giallo” che adesso – scrive Franco – è caduto.
    La chiediamo ai nostri Lettori; possibilmente una foto di buona risoluzione.
    Grazie

  2. Luisa Guarino

    28 Luglio 2018 at 17:17

    Se c’è qualcuno che non crede, caro Franco, alzi la mano… e venga a parlare con noi. Ponza dà estati da sogno: questa è una delle poche certezze della vita. E sicuramente della nostra. Ah, quei bagni dietro la Caletta, dietro la Scogliera, alle Grotte di Pilato… Beh, mi fermo qui: non sembra, ma il periplo della nostra isola è lunghetto.

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