proposto da Sandro Russo
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Per le musiche di questa settimana tiro fuori dalla memoria e dai miei appunti un film di alcuni anni fa…
Eternal Sunshine of the Spotless Mind (2004) – Se mi lasci ti cancello
La sciagurata trasposizione italiana del titolo del film (da un verso di Alexander Pope) in ‘Se mi lasci ti cancello’, rischia di dissuadere i meno volenterosi e di far passare sotto silenzio uno dei film più interessanti dell’anno.
Soggetto e sceneggiatura sono firmati da Charlie Kaufman, il geniale sceneggiatore di Essere John Malkovich (1999), Il ladro di orchidee (2002), Confessioni di una mente pericolosa (2002); il regista è Michel Gondry, quarantenne, con alle spalle interessanti videoclip di musica pop e alcuni film non visti in Italia.
Parte come una storia come tante, tra Joel (Jim Carrey) e Clementine (Kate Winslet): innamoramento, passione, grande amore…
Poi le cose comunciano a guastarsi… I due si lasciano, ma lei è talmente scoraggiata e depressa che fa qualcosa di più (è questa l’idea avveniristica del film): si fa cancellare tutti i ricordi collegati alla sua storia d’amore da un’apposita agenzia, la Lacuna Inc.
Dopo un comprensibile disorientamento, Joel decide di fare la stessa cosa e ricorre anche lui alla Lacuna Inc., ma durante il processo di cancellazione, qualcosa non va per il verso giusto…
Da questa idea originale gli autori costruiscono una storia spezzata e accattivante, che porta i pensieri a girare in tondo, come nel giro armonico di pianoforte che contrappunta la storia di un amore (di tutti gli amori?)…
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Le storie degli altri – si sa – hanno un inizio e una fine (le storie nostre sono derubricate in un ‘a parte’ pieno di ‘distinguo’ e di ‘però’ e sono sempre straordinarie e irrepetibili). Per tutte, comunque, l’inizio è sempre entusiasmante, la fine sempre dolorosa. Quel che c’è in mezzo, il ‘core’ della storia, rimane e cambia per sempre la vita. Perciò le storie importanti non potrebbero giovarsi del trattamento della Lacuna Inc. del film. Quando uno ne viene fuori è una persona del tutto diversa da prima.
L’innesco della trama di questo film dev’essere stato il trauma di un distacco – cerco di mettermi nella testa dell’Autore del soggetto – e la volontà di fare qualcosa. Tipo ‘l’immaginazione al potere’…
Non è possibile che la realtà ci si imponga con le sue ferree leggi: inizio, apice, parabola discendente dell’arcodamore, fine. Si deve poter fare qualcosa.
– Non lo accetto – uno dice – qualcosa troverò.
Infinite sono le invenzioni; illimitate le possibilità della mente.
Ricordo una storia tra tante (non saprei ritrovarla, perduta nello spazio e nel tempo) raccontata come play-back: dei tentativi di ritorno al passato. Un bicchiere che si svuota, poi si riempie; dei passi percorsi al contrario. Ogni volta un passo più indietro, fino a giungere all’attimo preciso in cui qualcosa poteva cambiare. Quando lei dopo una lite sbatte la porta, prende la macchina e muore in un incidente. Lui, che rimane a macerarsi nel dolore e nel rimorso, si inventa questa via d’uscita, non sai se nella follia o nella lucidità più estrema: dipende dalle coordinate del mondo in questione. Per fare in quel preciso momento una cosa diversa! Fermarla.. Chiederle scusa.. (per ricordare ancora questo plot a distanza di un quarto di secolo, deve avermi colpito molto!)
La storia del film dev’essere nata allo stesso modo: dal non voler accettare una fine che pure è inscritta in tutti gli inizi.
Rivivere i singoli momenti di una storia è quello che si fa di solito, i primi tempi intorno alla sua conclusione.
Nella vita reale è il tempo la diavoleria che fa sparire i ricordi, la Lacuna Inc. del film.
Contro la tua stessa volontà ti cancella i ricordi, e insieme, il dolore. Ma se ti rendi conto che non vuoi (o non vuoi più, come nel film, o non vuoi fino in fondo) dimenticare tutto, dove provi a nasconderli, i ricordi, per sottrarli al tempo, più spietato e efficiente dei tecno-pasticcioni del film? Bello, il montaggio caotico dei ricordi che Joel rivive nella notte della cancellazione: é proprio così, come i pezzi di vetro di un caleidoscopio, che si dispongono i ricordi..
Così mescolati sono anche i ricordi e il dolore con quel che sei adesso; e quanto puoi essere cambiato, proprio grazie a quella perdita..!?
Meglio, peggio… chi può dire a quale futuro avrebbe portato una scelta diversa? Quello era un altro film intrigante – Sliding doors – dove entrare a volo in una porta che si stava per chiudere, faceva accedere ad un universo di possibilità parallele.
Qui è adombrata in modo geniale la possibilità di un rewind. Non solo: la trovata delle cassette mandate in giro dalla segretaria pentita (e ascoltate da entrambi) potrebbe impedire ai due di riproporre in loop gli stessi errori.
Succede quello che è conseguenza di piccoli errori nel corso del tempo; una brutale addizione dal risultato ineluttabile? …Oppure una rivolta, uno scatto di volontà, possono cambiare le cose?
Avrei inclinato per la prima possibilità; me ne è stata mostrata un’altra.
Cosa vogliamo di più da un film?
[Su “Eternal sunshine of a spotless mind “ By Sandro – Nov. 2004]
L’altra canzone del film è Everybody’s Gotta Learn Sometimes di Beck – A volte tutti dobbiamo imparare. Qui di seguito in audio con testo inglese e traduzione italiana:
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Ma il video che preferisco non è il trailer, piuttosto queste scene dal film montate con Wish you were here come colonna sonora:
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Testi (in inglese e in italiano) della canzone dei Pink Floyd (cliccare per ingrandire):
Buona domenica!
Per un (tentativo di-) indice dei (tanti) pezzi musicali usciti di Ponzaracconta: vedi qui [5]