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Epicrisi 181… E luglio sia!

di Sandro Vitiello

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San Silverio è passato e insieme a lui se ne sono andati sei nostri compaesani, di cui uno all’Elba.
Detta così sembra quasi che san Silverio porti iella. Qualche tempo fa abbiamo scritto che – secondo i ricordi di Emilio Iodice – san Silverio sia muzzucuso [1].
Può anche starci ma sta di fatto che quando non sappiamo da che parte girarci, noi ponzesi cerchiamo san Silverio.

I miei amici e parenti mi hanno raccontato di una festa bella e partecipata che da diversi anni non se ne faceva una così.
Forse un po’ di gente in meno rispetto agli anni passati ma quelli che hanno il polso della situazione dicono che di mercoledì è dura portare tanta gente a Ponza, malgrado l’affetto e la devozione verso il santo.
Luisa Guarino [2] fa un elenco preciso di tutti i meriti e i limiti di questa festa. A voi ulteriori commenti.

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Che dire di tutto il resto?
Che a Ponza succedono tante piccole cose che sono il segno di un cambiamento positivo e che meriterebbero maggiore considerazione.
La villa delle Tortore [4] è parte di un progetto che potrebbe portare a fruire dei suoi spazi esterni come luogo di visita e di incontro per manifestazioni culturali.
Presto si potranno fare considerazioni più importanti con la Regione che sta rientrando, dopo la campagna elettorale e la riconferma di Zingaretti alla presidenza, ad essere l’interlocutore di riferimento per le nostre disgrazie e per le nostre speranze.

Intanto qualcuno non sta con le mani in mano e a Palmarola abbiamo visto in azione i giovani della nostra isola a pulire e sistemare la spiaggia [5].
Non dimentichiamo comunque le ferite aperte che necessitano di atti concreti.

Per Le Forna, e per la zona di cala Caparra in particolare, la chiusura di cala Fonte è un problema enorme.
Difatti quella parte dell’isola – che ricordiamo è la zona con la maggiore concentrazione di persone che si dedicano ancora al mestiere della pesca – ha perso l’accesso al mare.
Niente cala Fonte, niente cala Gaetano per le storie del Pai, che ci è rimasto?
Cala Felci? Niente.
‘U scuoglie russ’? E chi ci sa scendere più?
Qui dobbiamo trovare soluzioni.
Così come dobbiamo trovare risposte al problema delle poste a Le Forna.
Sappiamo che l’amministrazione comunale segue con la dovuta attenzione le due questioni, ma forse è necessario aggiungere altro impegno.

Ormai è luglio.

Fa bene Silverio Guarino [6] a proporre un decalogo delle buone pratiche per quanti vengono a Ponza e per noi ponzesi impegnati nella stagione turistica.

Fa bene anche Enzo di Giovanni [7] a praticare buone pratiche quando invita ad una solidarietà concreta nei confronti di chi arriva nel nostro paese con la speranza di un futuro.
Possiamo fare tutte le chiacchiere del mondo, ma se perdiamo la nostra umanità, ci sarà posto solo per la barbarie.


Ritorniamo ai nostri amici che ci hanno lasciato.

Martina scrive un ricordo molto toccante di Luciana [8], storica figura del comune di Ponza.
Va bene tutto ma andarsene qualche mese dopo aver maturato la pensione è un’ulteriore ingiustizia, aggiunta ad una vita interrotta troppo presto.

A me è toccato il compito di salutare Giovanni ‘a baccella [9] e devo dire che in situazioni come questa mi viene pesante fare la parte di Ricciolino.

[10]

Noi scriviamo e parliamo della bellezza della nostra isola ma per il sottoscritto il valore grande di quello scoglio è la sua gente. Il resto viene dopo.
E comunque a me questa storia che pure i mafrùn’ [11] hanno diritto di parola non mi convince.
Loro sono cornuti di nascita e tanto basta.

Buona domenica.