Attualità

Addio a Federico

la Redazione

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E’ venuto a mancare, nella notte tra venerdì e sabato, nella sua casa di Formia, confortato ed assistito dall’affetto dei suoi cari, Federico Sandolo.

Federico aveva 67 anni ed era stato, fino al momento del pensionamento avvenuto alcuni anni fa, comandante sulle navi della Caremar. Ma la tempra di uomo di mare qual era non è bastata per fargli vincere il male di cui da qualche tempo era afflitto.

Era originario di Le Forna, come tutti i Sandolo. Alla Cavatella ove aveva una casa che frequentava soprattutto d’estate, era conosciuto da tutti ed era famoso per la grande abilità di prendere i polpi perlustrando con maschera e pinne i fondali del mare che aveva a due passi, passione che lo portava in acqua anche nei mesi non proprio estivi.
Ma non era solo il mare la sua passione. Da uomo amante della natura era anche un “montanaro” e in quanto tale bravissimo nel cercare e raccogliere funghi, pratica di cui andava orgoglioso mostrando agli amici le foto di cesti pieni di enormi porcini.
Se là dove è andato ci sono un mare ed una montagna Federico saprà anche lì distinguersi  e farsi voler bene.

Alla moglie Antonietta, ai figli, al fratello Peppe, alla sorella e a tutti i parenti la vicinanza e le condoglianze della Redazione di Ponzaracconta.

Aggiornamento del 4 luglio

Per Luisa Guarino che gentilmente ha chiesto una foto e per tutti quelli che vogliono ricordare il mio papà felice e sorridente.
Un saluto,
Giacomo Sandolo

9 Comments

9 Comments

  1. Luisa Guarino

    2 Luglio 2018 at 16:00

    Quando ho saputo che Federico non c’era più ho provato un forte senso di sgomento: questa brutta notizia sapevo che dovevo aspettarmela. Ma quando arriva è sempre inattesa. Quando l’ho incontrato lo scorso 4 marzo: Formia-Ponza, andata e ritorno per le elezioni, mi ha detto che era malato e si vedeva che era sofferente. Gli ho detto convinta: vedrai che ce la farai, oggi in molti casi queste malattie si superano. Non è stato così. Il primo incontro d’estate per noi era a San Silverio, sul marciapiede della banca a Sant’Antonio, per assistere al passaggio della processione. Quest’anno non c’era, ed è stato già l’annuncio di un’assenza. Siamo molto legati a Federico e alla sua famiglia, e non solo perché la mamma, Nannina, era cugina di mia madre. Siamo stati spesso ospiti a casa loro, alla Cavatella, dove, a parte l’accoglienza squisita e l’affetto tangibile, il cibo era sempre ottimo. Sono dunque più vicina di sempre ad Antonietta, ai figli e ai nipoti, e naturalmente ai fratelli Maria Antonietta e Peppino. Sarebbe bello avere una foto di Federico, con il suo sorriso franco e diretto, sul nostro sito. Spero che i suoi cari possano inviarcela, anche se ciò aggiungerà dolore al dolore. Il nostro amico fraterno chiude (speriamo, almeno per il momento) una lunga serie di lutti nella nostra isola. Mi rifaccio all’epicrisi di Sandro Vitiello, in cui si fa ancora una volta cenno a un San Silverio “muzzucuso”. Non ci credo: penso solo che in questo periodo il nostro patrono si sentisse particolarmente solo. Per questo ha chiamato a sé tanti ponzesi.

  2. Gennaro Di Fazio

    2 Luglio 2018 at 23:39

    Federico: una gran brava persona. Un uomo che è riuscito a costruirsi tutto da solo, con grandi sacrifici abnegazione e serietà comportamentale. Affabile e generoso. Forse non molti lo conoscevano a causa della sua riservatezza e per il suo lavoro di navigante. Egli rappresenta tutti quei Ponzesi che nelle difficoltà economiche e culturali degli anni ’50 e ’60 hanno avuto la forza di lasciare l’isola, la famiglia, gli amici e gli affetti per un futuro migliore. Federico c’è riuscito, peccato che non si è potuto godere la sua meritata pensione e la sua cara famiglia a cui esprimo tutto il mio cordoglio.
    Gennaro Di Fazio e Famiglia

  3. Giacomo Sandolo

    4 Luglio 2018 at 21:20

    Per Luisa Guarino che gentilmente ha chiesto una foto e per tutti quelli che vogliono ricordare il mio papà felice e sorridente.
    Un saluto,
    Giacomo Sandolo

    La foto è stata aggiunta all’articolo di base a cura della Redazione

  4. Luisa Guarino

    5 Luglio 2018 at 16:14

    Grazie infinite, carissimo Giacomo, a te, mamma e tutti, per averci inviato una foto del tuo papà felice e sorridente: proprio come vogliamo ricordarlo tutti. Con tanto affetto e dolcezza. A me e alla mia famiglia Federico mancherà tanto. Vi stringiamo forte forte con il pensiero sempre rivolto a lui.

  5. Giuseppe Mazzella

    6 Luglio 2018 at 11:27

    Con Federico sono stato compagno di scuola all’Avviamento professionale e non solo: ci univa anche un ramo di parentela attraverso la mia nonna paterna.
    In quegli anni della nostra adolescenza abbiamo condiviso l’impegno scolastico e i giochi, la curiosità verso il mondo e il desiderio di emergere.
    Lo ricordo sempre attento, diligente, impegnato, in una parola professionale. Uno stile che ha mantenuto in seguito nella sua vita di comandante, uno stile di vita che riverberava non solo la sua serietà e correttezza, ma una profonda fede. E in più di una occasione nelle quali ci incontravamo, riandavamo ai ricordi della nostra giovinezza e a quella dei nostri genitori.
    Mi ha sempre colpito la sua fede umile, silenziosa, operosa, fattiva. La sua fede in Dio, ma anche nell’uomo positivo che si spende per gli altri.
    Mi colpì un giorno, in particolare, il racconto della scomparsa dei genitori che, nell’imminenza della morte, chiamavano attorno al letto tutti i figli per benedirli. Una ritualità antica colma di amore da dare un senso pieno alla vita e alla famiglia. Federico ha saputo condurre la sua vita, nei tempi difficili nei quali viviamo, con piena adesione alla fede e all’amore.
    Sono vicino a tutta la famiglia che deve essere orgogliosa di avere avuto come marito, padre e nonno un uomo vero e un esempio da imitare.
    Con vero affetto,
    Giuseppe

  6. Silverio Guarino

    7 Luglio 2018 at 08:59

    Caro Federico,
    ho voluto far passare un po’ di tempo dalla tua dipartita, prima di farti pervenire queste mie parole nella consueta sede del punto d’incontro dei ponzesi: “Ponzaracconta”.
    Le cose scritte di getto sono spesso ovvie e facilmente dimenticabili, come tutte le cose che dici senza far precedere il pensiero alla parola.

    Io e te, insieme a Franco Scarogni, abbiamo vissuto come fratelli due anni della nostra adolescenza, dai 14 ai sedici anni, se non ricordo male.
    Eravate entrambi ospiti a casa mia, da mia madre, a Latina, in Via Rappini (oggi 12, allora 6). Tu eri studente dell’Istituto Tecnico Industriale e la tua famiglia ti aveva affidato a noi per farti continuare gli studi superiori. Studiavamo, mangiavamo, dormivamo e vivevamo insieme.
    Mi ti ricordo alle prese di un “pezzo” di metallo che dovevi preparare e limare e la cui cura durava tutto l’anno, rappresentando la parte pratica dei compiti a casa che la scuola da te prescelta imponeva.

    Io e Franco, juventini sfegatati eravamo sempre in “frizione” con te, milanista “doc”, anche perché il Milan, in quel periodo, vinceva tutto.
    La domenica mattina, tutti e tre a giocare “a pallone” all’Oratorio Salesiano, che era a due passi dalla casa di Via Rappini, un po’ impacciati, perché d’inverno non ci toglievamo di dosso neanche i cappotti ed ai piedi avevamo le scarpe “buone” della festa che tornavano a casa regolarmente infangate.

    Da giovani, per due volte a fare insieme la vendemmia a Le Forna a casa tua, con la consueta “scommazzata” con i piedi nel “palimiento”, la preparazione dello “spumante” e a mettere nei tini il mosto e il vino e la grande “mangiata” di fine vendemmia (…e a ripetere il tutto da zia Santella vicino la Chiesa).

    Da adulti, le nostre frequentazioni familiari sulla “Maria Maddalena”, sul “Rio Marina” del comandante Peppe Mazzella e poi sui mezzi della Caremar, con le tue avventure per i polpi e per le gustose “tofelle” che riuscivi a scovare negli anfratti delle coste “fornesi” che conoscevi a memoria; più recentemente per i funghi.

    Poi, l’annuale incontro per San Silverio, con il mio famoso aforisma: “Ciò che la vita divide, San Silverio unisce”, che faceva sorridere il Sandro Russo, non ancora redattore capo di Ponzaracconta.

    Ciao, Federico, uomo mite e laborioso, sorridente e positivo.
    Grazie per l’esempio che hai dato a chi ti ha conosciuto e che ti ha voluto bene.

    Come me.
    Silverio

  7. Franco Zecca

    7 Luglio 2018 at 21:12

    Conoscevo già da ragazzo Federico, perché spesso si accodava al nostro gruppo quando d’estate ci si riuniva dietro la Caletta, ma quel giorno d’inizio estate, ormai adulti, ci incontrammo a Formia, più precisamente sul molo dove si partiva per Ponza; lui era insieme al suo fraterno amico Franco Scarogni, che avevo avuto modo di conoscere in quanto veniva spesso a casa di mia madre insieme alla zia Anastasia.
    Erano pronti per imbarcarsi per l’isola. Io invece ero lì per le solite commissioni che si fanno per i parenti sull’isola o per qualche amico.
    Ci salutammo e scoprimmo che avevamo in comune, in quel periodo, una vera passione per i funghi. Lui li raccoglieva nelle vicinanze di Formia mentre io facevo centinaia chilometri per andare a raccoglierli in Val Pusteria: belli grandi duri e freschi e parlammo di procedure, di tempi adatti e della qualità. I porcini, i finferli, i prataioli, gli ovoli e tanti altri e sempre con la soddisfazione di aver passato una giornata piacevole in mezzo alla natura. Ricordo con affetto e simpatia questo incontro con Federico.
    Ce ne furono altri in seguito ma non interessanti come quello. La sua pacatezza, i suoi modi gentili mettevano in risalto l’affabilità e la genuinità di ponzese doc.
    Un caro saluto alla sua famiglia cui esprimo il mio cordoglio.
    Franco Zecca

  8. Luisa Guarino

    9 Luglio 2018 at 18:12

    E’ un lungo addio quello che stiamo dando tutti al nostro (la famiglia ci perdonerà) Federico: come se non volessimo lasciarlo andare. Un pensiero che non è giusto né consono allo spirito religioso che era sostanza della sua vita. Alla fine comunque anche Franco Zecca si è deciso a condividere il suo ricordo, dopo un’iniziale riluttanza. Per convincerlo gli ho ricordato una frase che dicevamo sempre quando eravamo ragazzi e facevamo i tuffi, uno dietro l’altro, dallo scoglio di Frontone: nun perdimme ‘a scumma! In questo caso voleva dire: facciamoci sentire, uno dopo l’altro, per ricordare anche a chi non lo ha conosciuto che bella persona è Federico. Ora “lo lasciamo andare”, anche se con la mente e il cuore lui sarà sempre con noi. Il dolore se condiviso forse fa meno male: è quello che ci auguriamo per tutti i componenti della sua meravigliosa famiglia.

  9. Chiara Sandolo

    10 Luglio 2018 at 18:24

    Ringrazio tutti per la vicinanza ed il caloroso affetto… per aver condiviso ricordi semplici, emozionanti e profondi… pensieri che vengono direttamente dal cuore!!
    Colgo l’occasione per informarvi che verrà celebrata una messa in ricordo di papà ♡ il 30 luglio alle 19 nella chiesa di Le Forna!

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