Ambiente e Natura

Crolli e frane, gli esperti a Ponza

a cura della Redazione

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Nella consueta rassegna stampa on line non era stato dato il giusto rilievo ad un articolo riguardante Ponza – pubblicato ieri, a firma di Brunella Maggiacomo – su LatinaOggi.eu (Cfr). Lo riprendiamo su segnalazione di Silverio Lamonica e lo riportiamo per intero considerata l’importanza dell’argomento trattato.

Crolli e frane, arrivano gli esperti
di Brunella Maggiacomo

Il vulcanologo Franco Barberi e la moglie la dottoressa Marisa Carapezza, primo ricercatore dell’INGV, studieranno i punti critici dell’isola.

Per quattro giorni i punti critici a rischio crolli dell’isola di Ponza saranno setacciati palmo a palmo da esperti che elaboreranno una relazione tecnica finale, da cui partire per eseguire interventi mirati senza sprechi di danaro.
A partire dalla consulenza che il professore Franco Barberi – famoso vulcanologo, che giovanissimo aveva pubblicato uno studio sulla natura geologica dell’arcipelago pontino, ritorna a Ponza dopo la chiusura di Cala Fonte, su invito del Sindaco di Ponza e del Comitato Carlo Pisacane – e la moglie, la dottoressa Marisa Carapezza, Primo Ricercatore dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, faranno a titolo assolutamente gratuito.
Un team che cercherà di trovare soluzioni efficaci ai crolli che si sono fino ad ora verificati.
E soprattutto per risparmiare i milioni di euro finora spesi per soluzioni dannose.
Nell’ottica del risparmio i due professionisti hanno inoltre declinato una gita gratuita che gli aveva offerto il Comune, perché vogliono dedicare la terza giornata a riguardare le cose già viste. Il professor Barberi e della dottoressa Carapezza sono arrivati a Ponza ieri. Oggi inizieranno i sopralluoghi. A bordo di un gozzo messo a disposizione dalla comunità di Le Forna, saranno accompagnati in un giro per osservare la costa, il sistema di rocce che la caratterizza (arricchendolo con preziose indicazioni sulla situazione dei crolli già verificati e di quelli temuti), gli studiosi potranno prendere visione delle attuali condizioni di fruibilità delle discese a mare. Particolarmente saranno osservate Cala d’Inferno, Cala Gaetano, Cala Felci, Cala Fonte, Cala Gaetano, Cala Cecata, Cala dell’Acqua, Piscine Naturali e Cala Feola.

Cala Fonte dopo il crollo

Cala Inferno

Cala Felci

Piscine naturali a Cala Feola

Panorama da Monte Guardia

A Cala Feola ci sarà una breve sosta di ristoro e la visita proseguirà, su richiesta del professore, via terra iniziando dalle Piscine Naturali. Poi, sempre via terra saranno osservate tutta l’area ex Samip, fino a Cala Cecata e Cala Caparra, e in particolare Cala Fonte con attenta analisi del progetto di messa in sicurezza. Durante la visita verranno mostrati i punti ancora visibili di un sistema di cisterne che, anche sfruttando le capacità impermeabilizzanti della bentonite, da Cala Caparra portava acqua a Cala dell’Acqua e di lì a Cala d’Inferno e Santa Maria. Mercoledì Barberi e Carapezza saranno accompagnati dalla Capitaneria di Porto in un giro lungo il perimetro dell’isola durante il quale avranno modo di informarsi sui mutamenti degli ultimi anni e il comportamento delle rocce nelle stagioni e nelle varie situazioni metereologiche, anche in relazione alle conseguenze dei processi di urbanizzazione. Nel pomeriggio è prevista la visita del cimitero, delle cisterne romane e infine una sosta a Monte Guardia.

File .pdf da LT Oggi del 5/6/2018: Copia pag. 31

1 Comment

1 Comment

  1. vincenzo

    7 Giugno 2018 at 09:53

    Ho saputo che c’è stata una riunione a Calacaparra proprio con il professore Barberi.

    E’ interessante sapere quello che ha detto il grande studioso. Abbiamo parlato di Geologia e di soluzioni? Barberi, il grande geologo ha soluzioni diverse da quelle imposte dal PAI? Che ne pensa Barberi delle reti apposte a Chiaia di Luna e a Frontone? C’è una soluzione per riaprire in fretta Chiaia di Luna, salvare Cala Fonte e il nostro cimitero? Come possiamo prevenire i fenomeni di erosione e permettere di usufruire dell’intero periplo di Ponza come una volta? Perché in montagna non si chiudono zone pericolose, mentre nelle nostre isole sì? Come mai nella grotta Azzurra di Capri si può andare, mentre nelle nostre Grotte di Pilato no? Che consigli ha dato al nostro sindaco per riuscire a governare il territorio in questo contesto politico regionale per non dover stare a rincorrere le emergenze?

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